30. Nothing is created, nothing is destroyed, everything is transformed

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Andrew




La testa mi scoppia sotto gli effetti dell'alcol e delle pasticche che ho appena ingerito nell'urgenza del momento.
Tutto risulta insignificante di fronte alla verità che l'investigatore privato che ho assunto mi sta gettando addosso.
Il dolore che io e Myra ci siamo scambiati, la sua presenza fuori dalla mia auto in questo istante, tutto si fa ovattato come se avesse esaurito la sua forza.

«Lo ripeta ancora», cancello i dubbi del mio interlocutore; sono totalmente incapace di concepire ciò che sta ammettendo, pur non riuscendo a concentrarmi su altro.

La storia che mi racconta ha gli stessi protagonisti e le stesse dinamiche del suo primo resoconto, ma mi dilania più in profondità. Non posso più sperare di aver frainteso, ogni minima parte del mio mondo si sta sgretolando in mille pezzi.
Il colpo che sferro al volante con la mano è la prova che non sento più nulla, se non l'accecante rabbia che mi spinge a premere il pedale dell'acceleratore come un pazzo furioso.
Avevo ragione, sono assolutamente fuori controllo. Ora più che mai.

Quando arrivo a destinazione l'unica esitazione che provo è riversa sul numero sconosciuto che compare sullo schermo del telefono.
La mia mente è così annebbiata da non presagire la scia di eventi che Myra possa aver messo in moto in seguito alla mia fuga.
Primo fra tutti il suo intervento.
Quando me ne accorgo, è ormai troppo tardi.

«Dove diavolo sei?»

Per un secondo la sua presenza, le supposizioni intorno alla sua chiamata e il volto di Myra oscurano la crudele scoperta che mi ha preso in ostaggio. Un misero e infimo secondo che dura fin troppo poco.

«Perché, Eros? Vuoi offrirmi da bere dopo avermi portato via la mia unica ragione di vita?»

«Hai bevuto già troppo, stai straparlando» replica monocorde.

Le mie labbra si tirano in un sorriso sbieco senza il mio consenso. È vero, ho bevuto troppo e le pasticche che ho preso per questo maledetto cuore non aiutano, ma la realtà non è mai stata più chiara.

«Vuoi negare fino alla fine? Fallo... anche se non cambierà la verità.»

Il suo silenzio mi rende furioso.
Dopo avermi portato via tutto, non ha nemmeno la decenza di concedermi una sua apparente giustificazione, così come ha fatto in passato. È comparso nella mia famiglia dal nulla quando ero piccolo, con quel suo sguardo da adulto che schermava il mondo esterno.
La mia vita non è più stata la stessa: le attenzioni di mio padre deviarono su di lui e la rabbia e la gelosia di mia madre si trasformarono in manie di grandezza nei miei confronti. Non sono mai riuscito a fargliene una colpa fino in fondo; ha rivissuto il tradimento per anni, ogni volta che incrociava per casa il figlio dell'amante di mio padre.

«È tutto così semplice per te. Te ne vai quando ti conviene e ti prendi ciò che vuoi, non importa come» gli getto addosso le mie verità con ben poca cura.

Per quanto abbia sempre cercato di non colpevolizzarlo, mi rendo conto di aver provato del risentimento. E di provarlo anche ora, nonostante sabbia l'autentica verità sulla sua nascita.

«Falla finita e dimmi dove sei.»

Sentire il tono duro della sua voce mi procura una certa soddisfazione.
Si sta trattenendo, ne sono certo.

«Sono dove devo essere. Questa storia deve finire qui... Deve smettere di soffrire a causa nostra.»

«È per questo che l'hai colpita?»

È un fulmine che si scarica a terra nel pieno di una tempesta: Myra è con lui.
Esito di fronte alla porta e respiro a pieni polmoni, vergognandomi di me stesso, ma stringo i pugni per la rabbia, l'unica emozione che mi mantiene forte.

𝐃𝐎𝐖𝐍 𝐓𝐎 𝐓𝐇𝐄 𝐁𝐎𝐍𝐄𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora