26. Impulsive. Passionate. Free.

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Eros



Impossibile non notare la sua entrata.
Non con quel vestito addosso.
Non se si tratta di lei.

Vorrei che non ci fosse nessuno, che il suo spettacolo fosse esclusivamente riservato a me. E invece ci sono una decina di damerini senza palle che se la stanno mangiando con gli occhi.
Dodici, contando i due idioti appena entrati.

Non distolgo lo sguardo nemmeno quando mi raggiunge Rian.

«Se vuoi ringraziarmi, questo è il momento giusto» mi suggerisce.

Sollevo un angolo della bocca, divertito.
«Dimentichi che l'idea del messaggio anonimo alla bionda è stata mia. Dovresti ringraziarmi tu, ora potrai finalmente riallacciare i rapporti.»

«Tecnicamente non li avrei mai interrotti, se non fosse stato per te» precisa, saccente.

Spingo il gomito indietro in direzione del suo stomaco. Dal ghigno di dolore direi che non ha apprezzato.

«Tecnicamente, nessuno ti ha costretto a seguirmi.»

«Vado in avanscoperta» mi dice, serioso.

«Quanti di quei cosi ti sei già bevuto?», do una veloce occhiata al suo bicchiere. «Vedi di non farti vedere. Non ho organizzato questa serata perché ti potessi riempire di quello schifo e rovinarmi i piani.»

«Non tutti possiamo permetterci il tuo whisky di prima qualità» replica.

«Te ne ho regalato una scatola intera l'anno scorso.» Mi viene quasi da ridere, ma esaminando la sua espressione turbata...
«Non mi dire che è passato Tomas e si è portato via tutto», scuoto la testa. «Dovresti farti ridare quelle chiavi, se non vuoi ritrovarti con solo un tavolo e due sedie.»

Ritorno su di lei con immenso piacere.
Si guarda attorno, contrariata; suppongo stia cominciando a capire che la lista e i drink illimitati non siano pure fatalità.

«Bevi questo», metto nelle mani di Rian il mio bicchiere e lascio lo schifo di drink nel vassoio di un cameriere di passaggio.

Mi allontano un secondo prima che i suoi occhi mi raggiungano. Comincia ad essere divertente questo gioco guardia e ladri. Mi ricorda i vecchi tempi, quando facevo qualsiasi cosa per attirare la sua attenzione.
La seguo tra la folla come uno stalker professionista, ormai ho quasi dimestichezza col genere. Stalker, cane da guardia, le due cose si equivalgono; è sufficiente che gli idioti che hanno anche solo il pensiero di avvicinarla mi vedano e capiscano l'antifona.

È al secondo bicchiere, e al primo sorriso.
Era questo che volevo, tra le altre cose che devono ancora succedere. Voglio che rida fino a piegarsi come sta facendo adesso, che dondoli sentendo il ritmo della musica, che lasci i pensieri in un cassetto. Almeno per un po'. Almeno finché riuscirò a starle così distante. Ci sto provando, ma è maledettamente difficile. Soprattutto se sorride in quel modo, soprattutto se balla con addosso quel vestito.

Amo il suo corpo scoperto e quei suoi pezzi di stoffa che sanno sempre come fasciarle le curve, ma solo se li indossa con me. Per me.
Faccio segno a un bodyguard di avvicinarsi e gli raccomando di tenere pulito lo spazio intorno a lei. Preferisco prevenire.

Mi faccio portare un altro whisky direttamente dalla mia riserva privata e mi godo il solo show per mi interessa. È la prima volta che la vedo ballare su una musica di questo tipo.
È così fottutamente sensuale ed elegante, così piena di vita mentre si lascia cullare dalle note in sottofondo. E quella scollatura sulla schiena che si allarga sui fianchi lasciandole scoperte una parte dei seni... La patta dei miei pantaloni si stringe a ogni occhiata che le riservo.

𝐃𝐎𝐖𝐍 𝐓𝐎 𝐓𝐇𝐄 𝐁𝐎𝐍𝐄𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora