4. So heartless, yet so full of feelings

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Eros

Saranno ormai quindici secondi che mi trovo di fronte a questo fottuto man in black che mi impedisce il passaggio. Non credo che durerò fino allo scoccare del ventesimo.

«Senti, coso, se entro un mezzo secondo non ti togli da qui, sarò costretto a fare del mio peggio», sospiro. «Non è il giorno giusto per un po' di esercizio fisico.»

Come previsto.

«Che succede qui?»

La voce glaciale di Mrs Hart riecheggia nell'ufficio non appena faccio il mio ingresso.

«Solo qualche piccolo problema di comunicazione tra me e il mio amico qui.»

Indico il man in black alle mie spalle e gli occhi dell'aquila reale seguono il mio suggerimento.

«Signora, mi dispiace. Vuole che lo butti fuori?» replica con lo sguardo da cucciolo bastonato.

Gli sorrido.
Come se ne fosse capace.

«Puoi andare, John» decreta lei.

«Vai, John», gli faccio l'occhiolino poco prima che chiuda la porta.

Mi faccio serio non appena la stanza ritorna asettica, divisa tra me e lei.

Mi avvicino al reparto bar che così atipicamente riconosco in quell'ufficio e mi verso un po' di quel whisky Macallan ancora più atipico.

«Bello scherzetto, quello dell'articolo» esordisco.

Prima di contaminarne il sapore con la sua vista, mi gusto un sorso pieno del raro distillato di 80 anni che solo un'ostentata ricchezza può esibire.
Che spreco, in un posto simile.

«Dovresti ringraziarmi, ora non sei più un bastardo. Non è quello che hai sempre voluto? Essere riconosciuto dal tuo caro padre.»

Ah, giusto.
Ora il pregiato whisky ha un senso: siamo nell'ufficio del vecchio defunto.
Non è proprio il massimo trattare un liquore di questo calibro come un qualsiasi shortino da bar, ma in questo momento non posso fare diversamente.

Riposiziono il bicchiere e raggiungo lentamente la poltroncina lussuosa di fronte alla sua postazione.

«Saltiamo i convenevoli e arriviamo al dunque...?», punto gli occhi su di lei.
«Cosa cerchi di ottenere?»

Abbandona i documenti e intreccia le dita, sul suo viso il familiare astio che mi riserva ormai da tutta una vita.

«Potrei farti la stessa domanda. Cosa vuoi ottenere da una sciacquetta da quattro soldi?»

La domanda più appropriata è: chi sta seguendo esattamente?

«Hai ragione. È una domanda fin troppo scontata, considerando di chi stiamo parlando. Non uno, ma ben due Hart. Gliene do atto, quella ragazza ha la capacità di rigirarsi gli uomini in una mano. Andrew non era mai stanco di lei, deve avergli offerto dei servizi indimentica—»

Il mio piede è accidentalmente andato a sbattere sul metallo della scrivania facendo precipitare a terra l'inutile vaso di fiori.

«Ops», tiro le labbra per simulare un sorriso di finto imbarazzo.

Mi scruta se possibile ancora più intensamente, come se tentasse di leggermi nella mente.
In compenso ha chiuso quella fottuta bocca che non riesce a collegare al cervello.

«Non si era deciso di saltare i convenevoli?» dichiaro, sperando che vi colga la minaccia.

Non spende una smorfia per il vaso dipinto che si è appena frantumato in mille pezzi.
Meglio così, dubito che ci sia qualcosa in questo ufficio scintillante che non si aggiri intorno ai 100 mila euro. Somma che sta decisamente meglio nel mio conto in banca.

𝐃𝐎𝐖𝐍 𝐓𝐎 𝐓𝐇𝐄 𝐁𝐎𝐍𝐄𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora