11. I'm the monster you created ¹

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𝘿𝙪𝙚 𝙖𝙣𝙣𝙞 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙖
𝙇'𝘼𝙞𝙖, 𝙊𝙡𝙖𝙣𝙙𝙖 𝙈𝙚𝙧𝙞𝙙𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙚


Myra



«Pronta?» mi chiede in apprensione.

«Siamo qui, Andrew», gli sorrido.
«So quanto importante è per te questa serata...»

«Non dire sciocchezze, lo sai che nulla è più importante di te» mi interrompe contrariato.

Sospira addolcendo lo sguardo e mi scruta attentamente attraverso la maschera che gli copre quasi completamente il volto.
Assaporo le sue dita calde che mi accarezzano la guancia, mentre combatto contro la verità: vorrei essere a casa, nel nostro letto, stretta tra le sue braccia.

«Una sola tua parola e ce ne andiamo» asserisce dolcemente.

Una parte di me vorrebbe solo pronunciare quella parola e fuggire dal mondo borioso e falsamente luccicante che ci aspetta.
Ma Myra Rivera è troppo orgogliosa e testarda per tirarsi indietro.

Scuoto la testa mentre gli sistemo la cravatta. «Andrà tutto bene. Ci divertiremo e riuscirai a convincere quel milionario pieno di sé che sei l'uomo che cerca», lo rassicuro con altre parole e con un bacio casto che trattiene per sé i propri desideri.
Le sue labbra ritornano sulle mie non appena mi allontano.

«Però vedi di stare lontano dalla sua compagna, mi dispiacerebbe doverle risistemare il trucco» aggiungo.

La mia preoccupazione viene risucchiata dalla sua risata, quella che mi rasserena sempre il cuore.

«Sei uno spettacolo questa sera. Non so come farò a concentrarmi sul resto sapendo che mille occhi ti consumeranno», sospira pesantemente. «Ho pensato di portarti via da quando ti ho vista... Sono io quello preoccupato, potrebbero rapirti in qualsiasi momento.»

«Non seguirò che Andrew Hart» gli sussurro. «Sono fin troppo fortunata.»

«Lo siamo entrambi», si avvicina troppo e le nostre maschere si scontrano.
«Sarà meglio andare, prima che decida di gettarla via» commenta, divertito.

Stringo una mano intorno al suo braccio e sollevo con l'altra il vestito mentre saliamo la gradinata.
Non mi aspetto molto da questa serata, dalla mia prima apparizione ufficiale come compagna dell'erede dell'impero Hart, se non gli sguardi e gli spifferi di parole che seguiranno ogni mio passo.
Abbiamo appena superato la soglia e già mi sento come un animale chiuso in gabbia circondato da un branco di fameliche tigri.
Che entrino pure, le mie zanne e i miei artigli sono più affilati, e la maschera che indosso mi concede la libertà di attaccare a mio piacimento.

Il tempo di recuperare due flûte di champagne e la prima bestia camuffata da agnello ci sbarra la strada.

«Andrew, che piacere rivederti», la donna dai capelli argentei gli sorride.

Il mio caro Andrew non ha la stessa fortuna, lo stemma della famiglia sulla sua cravatta è un marchio che lo rende fin troppo riconoscibile.
Attaccherò anche per lui, se necessario.

«Credevo che avrei avuto occasione di incontrare Gisele, ma vedo hai scelto una più dolce compagnia per questa sera», punta gli occhi su di me, scrutandomi come se fossi il nuovo piatto del suo chef stellato preferito.

«Nessuno conosce mia madre meglio di te, Patrizia» replica Andrew, ricambiando le carinerie.

«Eppure non mi è giunta voce di questa tua frequentazione... Chi è l'incantevole dama al tuo fianco?»

Andrew appoggia la sua mano sulla mia stretta al suo braccio e mi riserva un sorriso.
«La mia futura moglie, se mi concederà questo onore.»

Sorprende lei quanto me.
Mi persuado che possa essere l'ennesimo tentativo di ribellione contro la madre, ma il suo sguardo smentisce ogni mia diversa ipotesi.
Fa sul serio e vuole spargere la voce.
Le sue insistenze nel partecipare alla serata assumono contorni del tutto nuovi.

𝐃𝐎𝐖𝐍 𝐓𝐎 𝐓𝐇𝐄 𝐁𝐎𝐍𝐄𝐒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora