•Capitolo 37•

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Uno spiraglio di luce mi costrinse ad aprire gli occhi.
Ma dov'ero?
Un stanza buia, con un letto trasandato e una scrivania di legno antico caratterizzavano la stanza in cui mi trovavo.
Solo pochi secondi dopo, mi accorsi di essere a terra, legata ad una sedia per via di corde che mi stringevano la vita, le caviglie e i polsi.
In quel momento mi ricordai dello stanzino, degli occhi di Mattheo e Theodore.
Non ero ad Hogwarts.
Le mie riflessioni furono interrotte dalla porta che si spalancò e quella figura che un tempo avevo amato entrò nella stanza.

"Theodore." dissi stupita, vendendo che i miei ragionamenti erano corretti.

"Chloe, buongiorno." ghignò.

"Dove sono?" domandai "E che cazzo volete da me?"

Theodore si stese sul letto cigolante, mettendo le mani dietro alla testa.
"Da te niente. Sei un'esca."

"Un'esca?" ripetei stupita "Levami queste corde dai."

"Tu rimarrai qui finché lo vorremmo.
Hai capito?" ringhiò.

"Ma che cazzo ti è successo, me lo spieghi?"
urlai.

"Ehi ehi ehi, cosa sono questi lamenti."
disse un'altra voce familiare, che entrò nella stanza.
"Malfoy, vedo che ci siamo svegliate." disse Mattheo.

"Lasciatemi andare!" urlai.

"Sta calma." Mattheo mi prese per le spalle.

"Come faccio a stare calma?"

"Facendo quello che noi ti ordiniamo.
Semplice." ghignò il gemello Riddle.

"Non prenderò ordini da voi.
Avete spento i sentimenti..." realizzai.

"Sentimenti?" Theodore si mise a ridere.
"Non sento niente ed è bellissimo."

"Che cazzo gli hai fatto Mattheo?" mi rivolsi all'altro.
"Questo non è Theodore!" esclamai.

Mattheo alzò il mio mento afferrandolo con la mano.
"Questo è ciò che Nott ha scelto di essere.
Ora farai quello che ti diciamo."

"Non farò un cazzo." dissi.

"Bene..." Mattheo stava per avvicinarsi quando ricevette una chiamata.
"Fanculo." uscì dalla stanza. "Controllala."

Rimasi nella stanza con Theodore, guardandomi intorno e non sapendo cosa fare.
All'improvviso guardai il mio collo e mi ricordai del diadema che Tom mi aveva regalato.
Il diadema della connessione.
Non potevo usarlo così, davanti a Theodore.

"L'hai sentito anche tu?" dissi, mostrandomi preoccupata.

"Cosa?" Theodore si guardò intorno non capendo.

"Tom? Tom sei tu? Sono qui!" iniziai ad urlare.

"Dove cazzo è?" esclamò Nott.

"Tom sono qui!" gesticolai con la mano.

A quel punto Theodore uscì frettolosamente dalla stanza, lasciandomi sola e cercando Tom, che ovviamente era tutta una farsa.
Cliccai il diadema ed una luce azzurra si espanse in tutta la stanza.
Fai in fretta Tom...

*
Tom ricevette il segnale del diadema e corse nella camera dei due.

"Svegliatevi." urlò.
"Preparatevi a combattere, so dove sono."

*I tre giunsero al luogo inviato ed intravidero Theodore girato di spalle

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*
I tre giunsero al luogo inviato ed intravidero Theodore girato di spalle.

"Expelliarmus!" pronunciò Tom.
"Ma ciao caro Nott, ora dimmi dove cazzo è mia moglie."

Avanzò sempre di più e Theodore si fece sempre più preoccupato, sapeva che Tom, nei duelli, era imbattibile.

"Andate da Mattheo, ci penso io a lui."
disse.

I due corsero all'interno dell'abitazione.

"Guardami negli occhi Nott." parlò Tom.

Theodore teneva il capo abbassato.

"Ho detto guardarmi negli occhi." ripeté e lo fece.

"Confundis lamus amoret ricebat." pronunciò Tom.
Era una formula che aveva da poco sperimentato, tentò ma non era sicuro che funzionasse.

Theodore chiuse gli occhi e li riaprì.

"Li senti quei fottuti sentimenti ora?
Ti rendi conto di aver rapito Chloe?" gridò Tom furioso.

"Io.." balbettò Theodore "Che cazzo ho fatto." realizzò.

"Ora aiutaci."

*

"Chloe!" urlò Theodore entrando nella stanza.

"Levati! Allontanati da me, cazzo!" dissi spaventata.

"Non c'è tempo per spiegare.
Tom e gli altri sono qui." si avvicinò a me e mi slacciò le corde.

"Perdonami, Mattheo mi ha manipolato." disse
"Ma non è il momento delle scuse."

Afferrò la mia mano e ci smaterializzammo nel corridoio.

"Ora Theodore, è il momento." urlò Draco.

"Stupeficium!" pronunciò lui contro Mattheo, steso a terra contro i tre, ai quali si era aggiunto Theodore.

"Expelliarmus!" disse Theodore.

"Crucio!" urlò Tom e Mattheo si piegò a terra.

Fece segno agli altri di allontanarsi e si mise in ginocchio davanti al gemello.

"Mi hai sempre rovinato la vita, in tutto.
Non c'è stata una cosa che andasse bene ed è sempre stato merito tuo.
Mi hai rovinato l'infanzia, continui ad essere come nostro padre quando pensavo di essermene liberato completamente.
Da oggi le cose cambieranno, non rovinerai l'unica cosa positiva che mi è capitata in 19 anni di vita.
Devi lasciarmi in pace per sempre." parlò Tom, impassibile.

Mattheo capì a cosa si riferiva.

"No.." sussurrò.

"È l'unico modo.
Avad-."

"Sono sempre stato geloso di te, geloso del tuo essere così diverso, del tuo coraggio, della tua forza di ribellarti, della tua potenza, delle tue capacità.
Sono stato così con te perché ero e sono fottutamente insicuro di me stesso."
Mattheo, zoppicando, riuscì ad alzarsi e riprese a parlare.
"Non ti rovinerò più la vita, Tom.
Non la rovinerò più a nessuno di voi.
Ti meriti tutto questo, ti meriti Chloe.
Sparirò per sempre."

Quella fu l'ultima volta che vidi Mattheo.

~spazio autrice~
11/05/2023.
Questo era il penultimo capitolo.
Sabato il prossimo e poi inizierò la storia su Draco.
<3

when everything changed | Tom RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora