Capitolo 5 La giornata delle sorprese

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 Padre Calvin spinse sul piattino la sua tazza di tè e sorrise attraverso il fumo che si levava dall'orlo. <<Molto buono>>commentò. <<Mi ricorda i vecchi tempi. Era davvero confortante sederci a prendere il tè, quando si mettevano a punto i piani di tuo zio. E che piani>>. I suoi occhi brillarono, mentre il prete si perdeva nei ricordi. <<Sì, il tuo prozio era una mente brillante. Certe volte, non avremo potuto fare a meno del suo aiuto. Anche se gli argomenti soprannaturali, anche quando ne si discute davanti ad un allegro fuoco e sorseggiando il tè, non sono esattamente una materia gradevole da trattare>>.

<<È per questo, quindi, che avete sciolto l'Ordine dei Crociferi?>>domandò improvvisamente Rosemary, incapace di trattenersi. Per un attimo, credette di aver esagerato. Forse, era stata un po' troppo brusca. Ma quel damerino in tonaca nera la stava portando un po' troppo per le lunghe, secondo lei. Gli altri frati erano un po' come la sua ombra; non avevano pronunciato neanche una parola, a parte un saluto e un cenno del capo, e se ne stavano seduti accanto a Padre Calvin, con espressione attenta e guardinga. Alle parole di Rosemary, però ebbero uno scatto. Anche Padre Calvin alzò un sopracciglio ma, quando parlò, la sua voce era neutra. <<Esattamente, cara Rosemary. Vedi, quando l'Associazione si sciolse, nonostante il mondo non fosse ancora al corrente di fatti magici e soprannaturali, il male non era mai stato così potente...>>

<<Allora qualcuno avrebbe detto che fosse il caso di cercare nuove risorse piuttosto che gettare la spugna>>lo interruppe Rosemary. Il suo tono non aveva nulla di pungente; era calmo e contenuto, ma la ragazza era consapevole di quanto le sue parole sembrassero decisamente accusatorie. Ma soprattutto non sapeva da dove nascesse tanta freddezza. Non era neanche tanto sicura di essere arrabbiata con Padre Calvin o con uno qualsiasi degli altri sconosciuti nella stanza. Forse, in realtà, non era affatto in collera. Ma tutta quella situazione cominciava a pesarle. La gente che cercava un tipo di protezione che lei non poteva offrire, l'ispettore che le proponeva un appoggio quando lei non sapeva di potersi fidare di lui, l'enigma lasciatole da suo zio... e ora, questo gruppo di frati della vecchia confraternita che le si presentavano in casa, come se, improvvisamente, avessero deciso di ricompattare l'Associazione che, ormai, non esisteva da anni. Avevano scelto davvero un bel momento per tornare alla ribalta: Rosemary e i suoi pards sapevano che, da qualche parte, c'era ancora qualche membro superstite della vecchia Associazione disseminato per il mondo, ma nessuno di loro si era mai fatto sentire, neanche durante il periodo in cui il mondo ricopriva lei e suo zio di calunnia o quando l'ondata di vampirismo aveva cominciato a manifestarsi e, come se non bastasse, nemmeno in quello immediatamente successivo alla morte del professorre. E, ancora una volta, doveva decidere se valesse la pena ascoltare i suoi interlocutori, se valesse la pena concedere loro la propria fiducia. Quelle continue incognite, quel costante "non sapere" manteneva tutti loro in uno stato di tensione dal quale sarebbe stato molto difficile uscire. Una tensione che, ormai, la stava decisamente stremando.

<<Ne sono convinto, Rosemary>>replicò Padre Calvin, in tono composto ma leggermente pressante e la ragazza colse nella sua espressione un lampo d'impazienza. <<E avremmo combattuto ma, se mi lasci terminare, capirai certamente da te che le condizioni per farlo non erano delle più favorevoli. Come ti ho già accennato, un nuovo pericolo era alle porte. Ma l'Associazione non poteva farvi fronte, perché, questa volta, non sarebbe bastato il suo operato. Serviva altra gente e, dato che, all'epoca, quasi nessuno credeva nel paranormale, coinvolgere qualcun altro nella nostra lotta era quasi impossibile. E, anche se avessimo convinto qualcuno, persuaderlo a scendere in campo insieme a noi sarebbe stato tutto un altro paio di maniche>>.

<<Perché?>>chiese improvvisamente il signor Penninngton.

<<Perché i nostri nemici non erano gente contro i quali la maggior parte delle persone avrebbe voluto combattere>>rispose Calvin<<Tutt'altro: erano gente dalla quale, in genere, si cercano di ottenere favoritismi>>.

Operazione Terrore 3-La maledizione dei KarnsteinWhere stories live. Discover now