Epilogo

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Epilogo

Si scoprì che Zoltan e Drusilla erano scappati. Alla fine, Viruna era riuscita ad avere la meglio su Drusilla ma, se quella donna diabolica, non era così forte a livello fisico, compensava la sua debolezza con la versatilità nelle arti magiche. Dopo che Ciprian era stato costretto a scaraventare la testa dell'alleato tedesco dei vampiri a cui tanto strenuamente avevano dato la caccia contro una stalagmite, provocandogli una commozione cerebrale che, in breve, ne aveva causato la morte, ponendo una fine inaspettata al loro combattimento, lui ed Emilian erano risusciti a immobilizzare Zoltan. Insieme, l'avevano condotto verso l'uscita, mentre Viruna faceva lo stesso con Drusilla. Sembrava, però, che la strega avesse nuovamente usato il trucchetto della loro immagine incorporea, cosicchè i rumeni avevano creduto di trascinare via gli zingari, quando, in realtà, fra le braccia non avevano proprio nessuno. Gli zingari, intanto, erano sgusciati via, mentre i loro nemici erano convinti di spingere verso l'uscita alleati inesistenti. E, poiché tutto ciò era successo dopo la morte di Antonescu e Karnstein, era probabile che gli zingari avessero ritenuto più saggio tagliare la corda. Ora che i loro padroni non c'erano, dopotutto, era normale che si sentissero alquanto spaesati. D'altronde, dopo aver bruciato i loro cadaveri, anche a loro non era rimasto molto altro da fare. Era stato un colpo abbastanza duro da digerire, soprattutto per il signor Pennington. Si sentì intollerabilmente in colpa al pensiero che, probabilmente, se non avesse ritenuto meglio portare gli zingari con loro, ciò non sarebbe successo. In effetti, sarebbe stato molto più difficile, per loro, riuscire a scappare, restando bloccati sulla nave di Cabonis a Roma. Ma sarebbe stato il minimo problema, visto che, ormai, erano giunti in possesso delle tre mappe. Rosemary pensò, ad un tratto, che la cosa avrebbe dovuto rallegrarla ma, chissà perché, non riusciva a consolarsi. Guardava ripetutamente le cartine, in cerca di qualcosa che potesse aiutarla. Con una punta di sollievo, infine, si era resa conto che, dopo qualche tempo, aveva sfondato quel muro di suoni e immagini caotiche e aveva scorto qualcosa che avesse un briciolo di senso. Nel guardare le cartine che avevano trovato nel Duomo di Colonia e Sant'Eustorgio, aveva visto delle immagini più nitide, aveva distinto die luoghi e aveva persino ricostruito qualche frase sulla base dei trafiletti che qualcuno aveva tracciato da tempo immemore su quelle pergamene. Se ne rendeva conto anche adesso, mentre se le rigirava tra le mani, seduta sull'aereo che li avrebbe condotti tutti a Roma. Ma, per quanto riguarda la mappa datale da Ciprian... non se lo sapeva ancora spiegare, ma la sua mente restava vuota. Era come andare a sbattere contro un muro. La fissò, interrogativa. Forse, doveva solo prendere dimestichezza. Forse, per motivi che stentava a immaginare e a comprendere, quella mappa era più complessa delle altre da leggere. Fatto sta che ancora non aveva trovato una soluzione. <<Tutto ok?>>le chiese Pennington a un tratto. <<Sì>>rispose lei, adagiando le pergamene sulle sue ginocchia. Ci avrebbe riflettuto una volta arrivati.

<<Ci siamo quasi>>sentenziò Padre Calvin, quando furono in vista del Vaticano. Rosemary guardò per un po' quella cupola bianca, che sembrava quasi rosata contro il tramonto. Era pensierosa. Il capo della Fratellanza aveva comunicato a Padre Calvin che ci sarebbe stato un loro funzionario al presidio e che gli avrebbero dovuto dire una precisa parola d'ordine. Parve che la cosa funzionasse perché, per un po', non trovarono intoppi. L'uomo che li fece entrare era sulla trentina. Rosemary l'aveva immaginato più vecchio, ma fu comunque sollevata nel vedere che il piano filava liscio e che non li avessero abbandonati. O, quantomeno, così sembrava. Padre Von Hartog, il capo, doveva avere, invece, circa l'età di suo zio. I capelli erano bianchi, con delle sfumature grigiastre e non aveva un aspetto conciliante. Si capiva subito che doveva trattarsi di un uomo freddo e distaccato, nonostante avesse rivolto a tutti un cordiale saluto al loro arrivo e li avesse pregati di accomodarsi nella sala nella quale si tenevano le riunioni. Assomigliava un po' a quelle sale dove, nei film, si tiene il conclave per eleggere il Papa ma, anche se a lei sembrava immensa, Rosemary sapeva che, in realtà, quella doveva essere molto più piccola. Ad ogni modo, l'uomo esibì fin da subito un carattere molto autoritario, evidenziando come lui fosse uno con cui non si doveva scherzare. Sembrava esprimerlo anche mediante il solo tono della voce mentre elaborava un bel discorsetto generale sul 'chi erano' e 'cosa facevano' per coloro che, come Rosemary e i suoi amici, non avevano mai partecipato strettamente a quel tipo di riunioni. Con loro, i frati e gli alleati rumeni, c'erano anche il capitano Cabonis- che aveva pensato di partecipare poiché, un tempo, anche lui e alcuni suoi parenti facevano parte dell'associazione- il commissario Houghtouns e Lianda, che aveva accompagnato il marito e i figli. Nonostante li avesse già rimproverati aspramente per averle disobbedito e rischiato di farla morire di spavento e dopo averli puniti con il divieto di guardare la televisione e leggere i fumetti per una settimana, la donna non aveva potuto dissimulare quanto, in realtà, fosse orgogliosa di loro. Dopodichè, si lanciò in una tirata in cui illustrava il ruolo avuto dai cosiddetti 'membri dell'Operazione Terrore' da un anno a quella parte, soffermandosi sui particolari di quella loro ultima missione, non ancora completata. La ragazza si sorprese a sbuffare un paio di volte, senza quasi rendersene conto. Forse, avrebbe dovuto rimproverarsi, ma le sembrava tutto talmente ridicolo che, successivamente, si rese conto di ricordare molto poco di quello che avevano detto in quell'insolito conclave. Almeno, fino a quando non fu chiamata in causa.

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⏰ Last updated: Dec 20, 2023 ⏰

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Operazione Terrore 3-La maledizione dei KarnsteinWhere stories live. Discover now