Capitolo 21 Incursione a Windy Creek

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Il signor Pennington

<<Di qua!>>Houghtouns aveva steso le mani dritto verso l'alto, impugnando una delle sue pistole. <<Di qua, non spingete!>>urlò di nuovo, cercando di sovrastare la generale baraonda. <<Cercate di fare in fretta, ma mantenete un certo ordine! Fate come vi dico, se non volete che i vostri bambini restino schiacciati! Vi ripeto, non spingete!>>.

Altri due agenti stavano già snodando il nastro che serviva per chiudere l'area intorno alla piazza. Nonostante gli ordini del commissario, la gente si riversava al di fuori del cerchio che le macchine della polizia avevano formato, chi con un bambino in braccio, chi con le mani protese in avanti, gridando tutto il suo terrore, chi lasciando cadere le borse con gli acquisti, si precipitava dentro il negozio.

Arrossendo di collera, Houghtouns si voltò verso l'angolo opposto della piazza. <<Pennington!>>urlò. <<Vedete niente?>>.

<<Non vediamo a un palmo di naso!>>gridò di rimando il signor Pennington, che si trovava al centro del suo gruppo, mentre la gente scemava dietro di loro. Si erano disposti in un punto dove i fuggitivi non potessero travolgerli. E avevano fatto bene, perché sembrava che la gente non avesse ancora iniziato a gestire il panico. Non avevano perso tempo: appena avevano sentito gridare, avevano intuito che si trattasse di vampiri e si erano precipitati lì con le armi protese. Uno di quei vampiri –che aveva l'aspetto di un uomo anziano, a giudicare dalle descrizioni- era riuscito a infilarsi in un negozio (in genere, sopra i negozi c'erano delle case e, quindi, la regola vigeva anche lì), chiedendo alla commessa se fosse permesso entrare. La donna era rimasta sorpresa dall'ingresso di quell'uomo curiosamente vestito, che sembrava uscito da un ritratto di seicento anni prima. Ma, presa com'era dal suo lavoro, la cosa non l'aveva insospettita. Al che, l'uomo si era avvicinato al bancone con la scusa di farle esaminare da vicino della merce e un attimo dopo si era scatenato il finimondo: la donna aveva urlato, attirando in quella direzione praticamente tutti i presenti e, quando Pennington e i suoi amici erano entrati, l'avevano trovata distesa a terra, con due fori insanguinati al lato del collo. Non avevano, però, visto in faccia il vampiro: avevano avuto solo il tempo di cogliere il turbinio di una veste che girava su sé stessa, un battito d'ali e un grosso pipistrello era volato fuori da una finestra. <<È inutile cercare di beccarlo da qui!>>aveva detto Sparviero a Molnar, che aveva sollevato la mitra e, un attimo dopo, il pipistrello era sparito. Il signor Pennington non aveva perso tempo. <<Bruciate il cadavere>>aveva ordinato ad una donna, che si era inginocchiata, in lacrime, accanto alla commessa. <<Ragazzi, con me!>>. E si era lanciato fuori, dove le grida si erano fatte più intense all'angolo sinistro della piazza. Qualcuno scappava da quella direzione, qualcuno era in ginocchio e invocava un aiuto da parte di chiunque potesse ascoltarlo, altri cadevano e si rialzavano. In quel punto della piazza, la neve era striata di sangue e un uomo giaceva supino, il volto bianco grigiastro solo leggermente più scuro della distesa bianca sotto di lui. Quando il non-morto sollevò lo sguardo verso di loro, non stentarono a riconoscerlo: come se l'averli riconosciuti avesse acceso il suo desiderio di ucciderli, Rufus Karnstein aveva assottigliato lo sguardo, mentre i canini sembravano protendersi oltre gli angoli delle labbra e gocce di sangue colavano dalle estremità sugli indumenti della vittima e sulla neve tutt'intorno. Le nervature viola erano diventate così nitide da riempire quasi tutti gli occhi. Poi il vampiro si era alzato. Senza indugiare oltre, il signor Pennington gli aveva sparato contro. Rufus si era scansato appena in tempo, ma i compagni videro la striscia rossa che il proiettile aveva aperto nella sua spalla, il sangue schizzare tutt'intorno. Il vampiro aveva ululato e barcollato di lato. Gli amici si erano lanciati contro di lui. <<Presto, non lasciatelo scappare!>>li incitò Pennington, mentre lui e Molnar cercavano di afferrargli le braccia e Sparviero, di fronte a loro, si preparava a usare la balestra. Ma dovevano aver sopravvalutato la ferita di Rufus; probabilmente, non l'avevano stretto abbastanza forte, perché il vampiro torse loro i polsi, facendo fare ai due amici una sorta di capriola a mezz'aria. Disperato, Sparviero scagliò uno dei pioli ma la creatura lo scansò prontamente, mentre cominciava a roteare su sé stesso, avvolgendosi il mantello intorno. Il suo profilo nero e frastagliato divenne sempre più piccolo finchè, al suo posto, non apparve un pipistrello dagli occhi insanguinati che si allontanò sbattendo le ali. Mentre il signor Pennnington e Molnar si alzavano a fatica, un grido disumano era esploso poco lontano. Ancora una volta, i quattro amici si precipitarono in quel punto e videro qualcosa che fece gelare loro il sangue: una serie di cadaveri erano riversi a terra, in una serie di posizioni scomposte, mentre il vampiro sopra di loro aveva il volto chino sul collo di una ragazza che gli si era accasciata contro il petto. Aveva il braccio destro stretto intorno ad altre due ragazze che urlavano e si divincolavano terrorizzate, mentre il braccio sinistro era serrato intorno a un signore di mezza età; ai suoi piedi, c'era il cadavere di un ragazzo... o, meglio, quello che aveva tutta l'aria di essere un cadavere. I suoi occhi freddi e spalancati, la bocca aperta e contratta e l'enorme foro insanguinato al lato del collo al posto dei consueti buchi - segno che, in preda alla sua centenaria fama, il vampiro si era lasciato trapsortare dal suo stesso impeto- lasciavano intendere che fosse morto ma il ragazzo si muoveva ancora: le ginocchia e le punte dei piedi, di tanto in tanto, avevano degli scatti all'insù, come fossero percorsi da corrente elettrica in preda a un corto circuito. Le altre tre vittime che il generale stringeva erano tutte lievemente sollevate da terra e il non-morto sembrava reggerle senza sforzo. Attoniti, i compagni lo fissarono, per un attimo impotenti, mentre l'essere attaccava la seconda vittima, il ragazzo avvinto al braccio sinistro. Quella creatura sembrava prediligere soprattutto il sangue giovane. <<È lui... >>mormorò Molnar. I movimenti enfatici del vampiro, infatti, avevano permesso loro di vedere meglio la divisa cinquecentesca che indossava. Lo stemma in cui campeggiava un ragno con intorno due ali da pipistrello era inequivocabile. Stelian Karnstein era davanti a loro.

Operazione Terrore 3-La maledizione dei KarnsteinWhere stories live. Discover now