Capitolo 23 Oppressi e tiranni

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Capitolo 23

Oppressi e tiranni

<<Siete degli idioti!>>urlò Rosemary, per l'ennesima volta.

<<Ma... >>disse Molnar, debolmente. <<Noi credere che tu avessi bisogno di nostro aiuto!>>.

<<Ah, sì?>>Rosemary sferrò un calcio al tavolo. <<Allora siete doppiamente idioti e sapete perché? PERCHE' AVETE ROVINATO TUTTO!>>.

<<Noi abbiamo rovinato tutto?>>Il signor Pennington la guardava in preda a un tic e sembrava quasi che, da un minuto all'altro, avesse potuto vomitare scintille di fuoco.

<<Signor Pennington, per favore>>Padre McKnell sollevò con aria supplicante il bicchiere dove aveva sciolto l'aspirina per il mal di testa. A quanto pare, i fatti dell'altra sera, oltre ad averlo sconvolto, lo avevano confuso e il risultato era stata l'emicrania. <<Adesso non ricominciate!>>.

Erano nella biblioteca di casa Van Helsing. Le dieci del mattino erano già passate da un pezzo. Erano passate diverse ore, ormai, da quando avevano ritrovato il cadavere della signora Thompson riverso in una pozza di sangue, a casa sua. Avevano lasciato al commissario Houghtouns il compito di bruciare il suo cadavere: di restare lì a contemplare i risultati dei loro errori non se la sentivano proprio. E, poiché, ormai, era chiaro che i Karnstein avevano indotto la Thompson a farli entrare, avevano deciso che tanto valeva tornare alla loro vecchia casa.

<<Intanto, Rosemary>>le disse Padre McKnell, volgendo il viso verso Rosemary, ma con gli occhi ostinatamente chiusi. <<Vorrei farti presente che sei andata di sopra senza dirci niente... >>

<<Lo so, mi dispiace, ma non c'era tempo di avvertirvi... >>

<<Aha!>>Il signor Pennington le puntò contro un dito. <<Allora ammetti di averlo rifatto! Dopo tutto quello che c'è stato, dopo tutto quello che avevamo convenuto ieri, sei di nuovo sgattaiolata via senza dire niente!>>.

<<Si calmi, signor Pennington>>Padre McKnell gli si rivolse in tono paziente. <<Le cose non sono andate proprio così... >>

<<Certo che non sono andate così!>>riprese Rosemary, furente. <<L'altra volta avevo organizzato preliminarmente un piano senza mettervene al corrente... questa volta, non avevo idea che Boris sarebbe venuto! E, soprattutto... non vi ho mentito riguardo niente!>>.

Sparviero, appoggiato come al solito allo stipite della porta, la guardava senza batter ciglio, appoggiato alla balestra, che aveva la punta piantata a terra. <<Quando dici che non avevi preparato preliminarmente un piano>>asserì, senza cambiare espressione<<implica che tu avessi comunque un piano da attuare, in quella soffitta>>Aveva assunto un tono leggermente più severo. Alla ragazza non sfuggì l'accusa, nella sua voce, quando le si rivolse nuovamente:<<Ne hai inventato uno sul momento?>>

Rosemary stava per rispondere, ma le parole le morirono prima di affiorarle alle labbra. Sospirò.

<<Vorremmo saperlo anche noi, Rosemary>>Il signor Pennington incrociò le braccia e la guardò, acido. <<Che stavi combinando lassù?>>.

<<Perché doveva essere qualcosa di molto importante... visto che noi non ci potevamo immischiare>>concluse Sparviero, granitico.

Quattro paia di occhi si appuntarono sui suoi. La ragazza sbuffò e mise le mani sui fianchi, quasi in un tentativo di farsi forza. Come se quel gesto potesse suggerirle le parole giuste. Alla fine, rinunciò:<<Niente>>disse in un soffio. <<Niente... Solo un altro tentativo di... studiare le sue reazioni>>.

Operazione Terrore 3-La maledizione dei KarnsteinWhere stories live. Discover now