Capitolo 17 Il passaggio dietro il camino

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Rosemary

Rosemary e Molnar ansimavano. Sapevano che Karnstein era ancora dietro di loro: il sibilo li raggiungeva anche quando sembrava loro di guadagnare terreno. Di tanto in tanto, si giravano e cercavano di scagliargli addosso un piolo dalla balestra di Rosemary o una scarica di proiettili di legno dalla mitra di Molnar, ma sembrava che Karnstein leggesse loro nel pensiero, anticipava tutti i loro movimenti e si sottraeva ad ogni paletto con estrema fluidità. <<Che corsa gli stiamo facendo fare!>>commentò Molnar, afferrando il polso di Rosemary per incitarla a non rallentare. Proprio in quell'istante, però, i due amici urtarono contro qualcosa che li fece ruzzolare a terra; era stata una botta così potente che, per un attimo, entrambi si ritrovarono con le gambe all'aria. Rosemary urlò; non potè farne a meno. Oltre alla possibile minaccia di un nuovo pericolo di fronte, quella caduta avrebbe accorciato la distanza tra loro e Karnstein. Poco dopo, però, due mani la tirarono su e un paio di voci familiari risuonarono sopra di lei:<<Ragazzina, tutto bene?>>.

<<Molnar, tutto apposto?>>

<<Cos'è successo? Perché correte così?>>.

<<Non esserci tempo per spiegare!>>strepitò Molnar e indicò col dito alle sue spalle. Tutti alzarono lo sguardo. Karnstein sembrava muoversi quasi al rallentatore, mentre attraversava il corridoio con le mani protese e gli occhi fiammeggianti. I denti affilati gli deturpavano grottescamente il viso e aveva le labbra talmente retratte che sembrava quasi stesse sorridendo; un sorriso folle e crudele.

In un attimo, Rosemary capì che non ce l'avrebbero fatta, a fermarlo. Sebbene sembrasse muoversi con la lentezza e la fluidità tipiche della Non- Vita, ormai, era a distanza ravvicinata e cercare di colpirlo sarebbe stato impossibile. <<Presto, qui dentro!>>urlò il signor Pennington. Subito dopo, sentirono il rumore di una maniglia girare e l'uomo aprì una porta alla loro sinistra. Tutti si fiondarono là dentro, finendo quasi uno sull'altro, correndo e incespicando finchè il signor Pennngton non la chiuse a chiave alle loro spalle.

<<Aiutatemi!>>urlò Rosemary. Aveva appena visto, infatti, che, in quella stanza, c'era un grande letto a baldacchino, simile a quello del generale ed era sfrecciata subito vicino alla testata. <<Presto!>>.

Dapprima, gli amici la guardarono afferrare la testata del letto, interrogativi; dopotutto, stavano ancora riprendendo fiato. Poi, Molnar si mise sul versante destro del letto, di fronte a lei, e cominciò a tirare la testata, spingendola lontano dalla parete. Uno dopo l'altro, i compagni si avvicinarono.

<<Fortuna che esserci questo bel lettone!>>biascicò Molnar, contraendo i muscoli e chiudendo gli occhi.

<<Non basterà quella a fermarlo, lo sai, ragazzina>>le fece notare il signor Pennington anche se lui e Padre McKnell avevano già cominciato a spingere l'estremità opposta del letto verso la porta. Sparviero, invece, lo teneva di lato. <<Ci vuole ben altro a fermare un vampiro>>.

<<Ma non possiamo neanche restare qui dentro in eterno!>>ribadì Rosemary, con gli occhi chiusi e le mascelle contratte, mentre faceva appello a tutte le sue forze pur di allontanare il letto dalla parete. <<Nel frattempo, vedete di farvi venire in mente qualche altro piano!>>.

<<Valere anche per te>>rimbeccò Molnar, tra uno sbuffo e l'altro. Ormai, il letto era al centro della stanza e i cinque compagni cominciarono a darsi da fare per rivoltarlo. Le gambe del letto strisciarono contro il pavimento mentre Rosemary e Molnar giravano la testata in direzione della porta e la spingevano contro la sua superficie. Una volta che ve l'ebbero appoggiata, tutti insieme, salirono sul materasso e cercarono di premersi contro la porta.

Operazione Terrore 3-La maledizione dei KarnsteinWhere stories live. Discover now