Capitolo 20 La storia di Boris

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<<Ti ricordi>>cominciò Rosemary, tirandosi le gambe davanti al petto. <<Com'era essere umano? Cioè... com'eri prima della trasformazione?>>.

Lei e Boris erano di nuovo seduti l'uno di fronte all'altra. Lei era sul davanzale e lui all'interno della stanza, la cui finestra era stata nuovamente bloccata dalla ragazza, con la croce di legno. Forse, però, quella protezione era inutile. Con l'Acqua Santa che Rosemary aveva buttato intorno al davanzale, Boris, probabilmente, non si sarebbe avvicinato lo stesso. Ma meglio non correre rischi.

L'aveva trovato più pallido del solito, stremato, le occhiaie così profondo e il viso così tirato da sembrare quasi uno scheletro. Rosemary si era domandata se avesse quell'aspetto, quando l'avevano seppellito. La ragazza aveva con sé due siringhe vuote, che ieri sera aveva rinvenuto a casa sua. Ricordava che le avevano date a lei e ad Henry l'ultima volta che avevano visitato Elizabeth, all'ospedale. Poi aveva praticato un taglio sul polso, stando, però, ben attenta a non ledere nessuna vena vitale, aveva lasciato gocciolare quel sangue all'interno della prima siringa. Anche se, alla fine, non ne aveva raccolto tanto da riempirla tutta (l'importante era che fosse sufficiente a tenere Boris in vita), il contenitore era decisamente più pesante nella sua mano. Dopodichè, si era avviata nella stanza accanto alla sua ed era uscita sul davanzale. Chiusa la finestra alle sue spalle, aveva fatto un balzo per raggiungere il suo davanzale. Mentre cercava di rimanere in equilibrio, però, ebbe un breve capogiro. Forse, dopotutto, avrebbe potuto ridurre la dose di sangue. Raggiunta la finestra, l'aveva aperta di scatto, premurandosi di infilarci sotto il crocifisso e, come prima cosa, aveva scaricato entrambe le siringhe (quasi piene) sul davanzale della finestra. <<Bevi>>gli aveva ringhiato contro. L'unica cosa che vedeva di lui adesso, nella penombra della stanza, erano i suoi occhi rossi. Boris si era avvicinato, incuriosito. <<Dove hai preso questo sangue?>>.

<<Che t'importa?>>Rosemary si era tolta la balestra dalla schiena e si era seduta, appoggiandosela in grembo. Boris fissava il liquido di un rosso trasparente all'interno dei contenitori oblunghi e si leccò le labbra. I suoi occhi erano talmente bramosi da sembrare fissi e gli angoli della bocca si ritrassero, come se stesse preparandosi ad assaporare il sangue. I suoi occhi si chiusero mentre cominciava a succhiare, prima lentamente, come un gatto che lecca il latte, con una serie di rumori brevi ed umidi. Poi le sue mani si serrarono e sollevarono il corpo di vetro della siringa e il vampiro emise una specie di ansimare: a quel punto, sembrava più un leone, che rosicchiava le ossa della preda, dopo averla sbranata. A poco a poco, fece lo stesso con la secopnda siringa, lento ma vorace. Stava ancora ripulendo i bordi del beccuccio insanguinato con la lingua, quando, di nuovo, guardò Rosemary. <<È il tuo, non è vero?>>.

Rosemary appoggiò il gomito al davanzale e chiuse gli occhi, per un attimo. Annuì lentamente, aprendoli subito. Non era prudente evitare di tenere gli occhi ben aperti, quando si era davanti ad un nemico. Boris aveva ancora gli occhi accesi per la sete eppure, adesso, la stava scrutando quasi con occhio critico.

<<È abbastanza corposo>>osservò. Tacque un momento e inclinò leggermente il viso per scrutarla. <<Tuo zio non ti ha mai spiegato come fare una trasfusione?>>.

<<Non mi ricordo.... >>biascicò Rosemary, che cominciava a sentirsi venir meno. Macchie nere cominciarono a ballarle davanti agli occhi e la ragazza si aggrappò al davanzale: aveva paura che, se disgraziatamente, fosse svenuta proprio in quel momento, sarebbe caduta di sotto e, a quel punto, il suo interlocutore avrebbe potuto liberarsi più facilmente e avrebbe avuto anche di che banchettare. <<Comunque, non cercare di distrarmi: adesso, sto bene>>.

<<Non sembrerebbe>>ribattè lui, appoggiandole una mano sulla fronte. <<Non mi toccare!>>abbaiò Rosemary, sottraendosi a quel contatto, mentre un rivolo freddo le scendeva lungo la schiena: Boris, come sempre, aveva le mani gelate. Ma quel movimento fu troppo e, per un attimo, il mondo divenne talmente sfocato che Rosemary non riuscì a distinguere più il confine tra cielo e terra.

Operazione Terrore 3-La maledizione dei KarnsteinWhere stories live. Discover now