Il signor Pennington
John Pennington si voltò e sollevò lo sguardo verso il pianerottolo del piano superiore. <<No>>disse Sparviero, traducendo i suoi pensieri. Alzò anche lui lo sguardo dalla mappa che stavano esaminando. <<Non sono ancora tornati>>.
I due erano soli nel salottino. Poco prima, infatti, Padre McKnell, in vista dell'approssimarsi dell'orario di partenza, era andato ad accertarsi che Rosemary fosse pronta. Molnar, invece, era andato nella stanza che occupava in genere a prendere Cagliostro; ora che la signora Thompson non c'era più e non aveva nessuno a cui lasciarlo, aveva deciso di portarlo con sé. Gli altri avevano tentato di dissuaderlo ma, come il rumeno aveva fatto notare loro, il cane si sarebbe agitato ancor di più non vedendolo, quindi, alla fine, avevano deciso di desistere. Solo che erano diversi minuti che Rosemary non si faceva viva...
<<Senti, Cornacchia>>disse, infine, Pennington, rivolto a Sparviero. <<A me tutta questa storia della ragazzina non piace>>.
<<Già>>Anche Sparviero lanciò un'occhiata ai piani superiori. <<Neanche a me. Sono sicuro che, prima di venire qui, è stata da Karnstein>>assottigliò lo sguardo. <<Dopotutto, la sera prima è stato così: ce l'ha detto lei, confermandoci che era stato proprio Karnstein ad affermare che se ne sarebbe andato stanotte. Inoltre, tutte le volte che spariva, abbiamo accertato che erano insieme>>.
<<E, per quel che riguarda me>>aggiunse Pennington, assumendo un cipiglio battagliero. <<Lasciare una sanguisuga in vita, non significa solo andare contro i nostri principi: significa letteralmente offendere la ragione>>.
Sparviero lo guardò a metà tra il sorpreso e il sospettoso. <<Stai pensando a quello che penso io?>>.
<<Ci scommetterei la testa>>replicò il signor Pennington. Spostò lo sguardo sui vetri delle finestre. <<Può anche darsi che Karnstein le abbia detto che se ne andrà entro stanotte, ma noi come facciamo a saperlo? E se avesse un piano di riserva? Magari, il suo scopo era solo estorcere alla ragazzina qualche informazione preziosa, che, a quest'ora, gli avrà sicuramente dato senza neanche accorgersene>>Tacque un secondo. Non poteva permettersi di pensare in quale modo gliel'avesse estorte. <<In ogni caso, anche se fosse vero che, a modo suo, preferisce agire in maniere indipendente da suo padre, sempre ammesso che di una sanguisuga ci si possa fidare, non possiamo lasciare un vampiro libero di scorrazzare come gli pare e piace>>.
<<Giusto>>approvò Sparviero, in tono fermo, poggiando entrambe le mani sul tavolo. <<Non l'abbiamo mai fatto finora>>.
<<E sarebbe un controsenso>>aggiunse Pennington<<Oltre che un suicidio>>.
Sparviero cominciò ad accarezzarsi la barba, sempre con quell'aria sovrappensiero. <<Cosa suggerisci di fare?>>gli domandò lentamente. <<Andare subito oppure...?>>.
<<Ma sei pazzo?>>sibilò Pennington, gesticolando freneticamente. <<Si accorgerebbero della nostra assenza e, di sicuro, tenterebbero di impedircelo! No, dobbiamo aspettare che arrivino gli altri e fingeremo di restare indietro. Solo così riusciremo a...>>
Din don! Il vecchio campanello trillò e quel suono ebbe quasi un che di minaccioso alle orecchie dei nostri eroi. <<Sono loro>>mormorò Sparviero, guardando con apprensione il corridoio che conduceva all'ingresso.
<<Tieniti pronto>>bisbigliò il signor Pennington ed andò ad aprire la porta.
<<Buonasera, signori>>li salutò Padre Calvin, entrando con aria solenne. La tonaca strascicava dietro di lui. Era preoccupato, si vedeva, ma questo non impedì di rivolgere loro un accenno di sorriso.
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Operazione Terrore 3-La maledizione dei Karnstein
FantasyDopo la pericolosa avventura che si è appena lasciata alle spalle, Rosemary Plymouth è, ormai, approdata ad un punto di non ritorno; la dolorosa svolta che ha dovuto affrontare l'ha lasciata più sola e confusa che mai. Ora che si ritrova a capo dell...