Colonia, Renania
I loro passi scivolavano sul selciato. La Chiesa dei Santi Pietro e Maria, da lì, sembrava irraggiungibile. Un'enorme, slanciato insieme di torri campanarie bianco e ramato che incombeva su di loro. Ormai, era giorno fatto; l'alba di quel 30 dicembre era sorta da un po', rendendo l'atmosfera un po' più calda, anche se il freddo persisteva all'interno dei loro vestiti e nelle nuvolette che si condensavano al suono dei loro respiri. Prima che prendessero il treno che, da Magonza li aveva portati a Colonia, lo scenario aspro e montagnoso aveva già lasciato il posto a quello rumoroso, frenetico e costellato di edifici della città. Anche adesso, durante le prime ore dell'alba, mentre avanzavano tra le case dai tetti spioventi sullo sfondo di colline lontane, erano circondati da ogni lato macchine che sfrecciavano a tutta velocità e gente che saliva su autobus e metropolitane. Dopotutto, quello era proprio l'orario in cui molti cominciavano a lavorare. Prima di rendersene conto, Rosemary si ritrovò come sempre a pensare all'ultima volta che aveva visto Boris. Lui, naturalmente, non era potuto venire con loro al Duomo; l'alba era ormai vicina e gli sarebbe stato praticamente impossibile camminare alla luce del giorno, senza contare che avrebbero dovuto entrare in un edificio consacrato, dove non era in grado di mettere piede. Così, appioppando a Padre Calvin e ai suoi frati la scusa di volersi assicurare delle condizioni del commissario Houghtouns e, magari, avere la possibilità di assisterlo era rimasto a Magonza, nella città in cui la nave aveva attraccato. Prima che Rosemary proseguisse, le aveva assicurato che si sarebbe occupato lui del cadavere di Schroeder, sistemandolo nella bara che aveva ospitato Rufus e, magari, chiedendo a Cabonis di abbandonarla in mare, dove avrebbe seguito la corrente, fino a raggiungere la sua prossima, sconosciuta meta: glielo doveva, dopo che, quell'uomo, si era sacrificato per lui. Quanto al fratello, avevano già provveduto a bruciarne i resti. Rosemary sperò quantomeno che Boris fosse al sicuro dentro la sua bara e che il capitano Cabonis, che, di sicuro aveva capito la vera ragione del suo ritorno, non avesse dimenticato la conversazione fra lui e Rosemary e non decidesse di giocargli qualche brutto scherzetto mentre Boris riposava ignaro il sonno dei Non-Morti.
<<Presto, dobbiamo sbrigarci!>>L'esclamazione di Padre Calvin li fece sobbalzare, mentre uno stormo di colombe si sollevavano in volo, spaventate dai loro frettolosi passi, mentre attraversavano la grande piazza nella quale risiedeva il Duomo di Colonia. Le grandi mattonelle bianche brillavano innaturalmente di un candore che faceva quasi lacrimare i loro occhi alla luce del sole, mentre avanzavano tra file di case dai cornicioni tondeggianti. Man mano che si avvicinavano, Rosemary fu colpita dalla somiglianza di quella costruzione con la cattedrale di Notre Dame: i due enormi pinnacoli incombevano su di loro mentre una struttura lievemente più piccola, ma sormontata anch'essa di piccoli coni appuntiti che si stagliavano verso l'alto, vi era attaccata al lato, come una sorta di arto aggiuntivo. <<Va bene>>sentenziò Padre Calvin, quando ebbero salito i gradini che li portarono davanti la facciata. <<Allora, il piano è chiaro, mi auguro>>Li guardò. <<A quest'ora, è ancora presto e Padre Harald sarà sicuramente solo. Io e un paio di miei colleghi>> e battè una mano sulla spalla di Peleg<<entreremo e lo distrarremo. Intanto, ognuno di voi>>e guardò i membri dell'Operazione Terrore<<entrerà e si disporrà nelle relative posizioni che abbiamo convenuto. Gli altri rimarranno qui>>e guardò i restanti frati<<gli auricolari che abbiamo all'orecchio vi permetteranno di intervenire, se succede qualcosa di grave. Voi tenetevi pronti>>.
<<Senz'altro, Padre Calvin>>replicò un frate. Le loro espressioni erano molto variegate, si passava dagli sguardi più decisi e dagli occhi più determinati agli sguardi più incerti e alle espressioni maggiormente preoccupate, ma tutti annuirono, incoraggianti.
<<Molto bene>>concluse Padre Calvin, guardandoli solennemente. <<Allora, buona fortuna a tutti>>.
Mentre varcavano la soglia, Molnar si accostò a Rosemary. <<Io non potere fare a meno di pensare all'ultima volta che noi esserci trovati in situazione del genere>>.
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Operazione Terrore 3-La maledizione dei Karnstein
FantasyDopo la pericolosa avventura che si è appena lasciata alle spalle, Rosemary Plymouth è, ormai, approdata ad un punto di non ritorno; la dolorosa svolta che ha dovuto affrontare l'ha lasciata più sola e confusa che mai. Ora che si ritrova a capo dell...