<<Dov'è tua sorella?>>. Da qualche momento, Stelian Karnstein misurava a grandi passi la sua stanza, facendo scorrere le dita sui soprammobili e sulle pareti, mentre nei suoi occhi si alternavano un inequivocabile piacere nel trovarsi di nuovo lì e la confusione che ciò, di certo, gli procurava. A quel punto, però, si girò verso Rufus, mentre l'orlo del mantello gli roteava intorno e gli ricadeva di nuovo addosso. Il vampiro aveva bevuto un po' del sangue umano che i suoi figli e i loro nuovi servitori gli avevano portato. Lentamente, come se tutti i movimenti gli risultassero nuovi e sconosciuti, il vampiro aveva preso il grosso calice tra le mani e aveva cominciato a bere, prima a piccole sorsate, poi a sorrisi sempre più lunghi e avidi. Quando l'aveva vuotato, aveva allargato per un attimo le braccia e aveva assaporato quel dolce sapore del quale, in tutti quegli anni di sonno mortifero, si era quasi dimenticato, ringhiando soddisfatto, mentre il sorriso gli scopriva i canini dai quali gocciolava un rivolo di sangue che gocciolò giù, scorrendo all'angolo della bocca. In seguito, lo avevano aiutato ad indossare la sua veste prediletta: si trattava della divisa che era solito indossare in battaglia. Una veste argentata e con il collo alto, con la custodia vuota della spada che pendeva a un fianco. Ancora una volta, Rufus chinò il capo in maniera ossequiosa.
<<Mi dispiace, Padre... Victoria non è più fra noi>>.
Rufus chinò ancor di più il capo mentre un urlo straziante si levava da quell'essere. Un grido stridulo, come un animale mentre viene macellato. Persino gli zingari si strinsero impercettibilmente l'uno all'altro.
<<Chi è stato?>>gridò.
<<Lasciatemi spiegare, Padre>>Rufus fece un paio di piccoli passi avanti<< Sono dolente di riferirvi che, oltre ad avere nuovi alleati, abbiamo anche dei nuovi nemici. Nemici che costituiscono una minaccia tanto per noi quanto per voi>>.
<<La casata dei Karnstein non conosce la paura>>tuonò minacciosamente il mostro. <<Nessun nemico è abbastanza pericoloso, per noi>>.
<<Avete frainteso, Padre>>C'era qualcosa di molto strano nell'atteggiamento timorato e ossequioso di Rufus. Sembrava quasi in contrasto con i suoi canini, i suoi occhi rossi e tutte le caratteristiche che lor rendevano simile ad una creatura della notte. E faceva quasi impressione. <<Non intendevo insinuare che questi nostri comuni nemici potessero farvi paura. Dico solo che è il caso di adottare una certa cautela ed essere molto prudenti. Ricordate quella vecchia associazione che aveva sede nel Vaticano, il cui scopo era opporsi all'avanzata delle tenebre sulla terra? Be', gli uomini di cui vi parlo ne sono, in un certo senso, gli ultimi aderenti. Una di loro, in particolare, discende da una famiglia che le ha tramandato la conoscenza del soprannaturale e l'arte di combattere ...>>
<<SILENZIO!>>Il mostro ebbe un gesto d'impazienza. Rufus tacque; gli zingari si guardarono timorosi. <<Tutto questo non mi riguarda! Non mi importa sapere da quanto tempo combattono contro i vampiri o il loro livello di preparazione! Chiunque osi sfidarmi dev'essere punito... e dev'essere punito in maniera esemplare!>>Scrutò severamente il figlio più giovane. <<Mi meraviglio di te, Rufus. Quando ti lasciai, eri in uomo. Ora, sembra quasi di sentir parlare una pavida donnicciola. Portare il peso di tutti questi anni sulle spalle deve averti infiacchito, figlio mio>>.
Rufus chiuse gli occhi, mortificato. <<Chiedo scusa, Padre>>.
Il generale Stelian lo fissò ancora per un attimo. Poi si guardò intorno. <<Dov'è tuo fratello?>>.
<<Boris non ha potuto rivolgervi un saluto adeguato, Padre>>rispose, parlando in fretta ma scegliendo le parole con cura. Sembrava ansioso di tornare a parlare col suo genitore ma, allo stesso tempo, prestava grande attenzione al modo di formulare le frasi, cercando di farlo nella maniera al generale più gradita. <<Aveva una faccenda da sistemare... >>
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Operazione Terrore 3-La maledizione dei Karnstein
FantasyDopo la pericolosa avventura che si è appena lasciata alle spalle, Rosemary Plymouth è, ormai, approdata ad un punto di non ritorno; la dolorosa svolta che ha dovuto affrontare l'ha lasciata più sola e confusa che mai. Ora che si ritrova a capo dell...