1. 𝑝𝑢𝑟𝑜𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒

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non era mai stata ad un instore, non sapeva neanche perché, però non aveva mai avuto questo grande desiderio di andarci.
ecco perché quando sua sorella maggiore, l'aveva supplicata di accompagnarla ad un instore, non era stata per niente felice.

non conosceva neanche il cantante ma sua sorella non voleva andare da sola e quindi le aveva fatto questo favore, solo perché lei le aveva promesso che l'avrebbe accompagnata al concerto di Tedua, uno dei suoi cantanti preferiti.

«ele, io ti voglio bene, però non posso star ad aspettarti per un'altra ora, mi sono già rotta le palle. per la cronaca stiamo andando ad un instore, sicuramente manco si ricorderà di te dopo della foto.»
incrociò le braccia al petto alzandosi dal divano, ormai stufa anche di essere seduta.

«ma sei pazza mic?»
spuntò nel salone sua sorella, con una mano il mascara, micol alzò gli occhi al cielo.
«è un figo da paura, devo fare buona impressione»

«sei un caso perso.»
scosse il capo distogliendo lo sguardo da sua sorella.

«se a te non interessa avere un ragazzo non è un mio problema, a 23 anni è anche ora che io mi metta insieme a qualcuno»

come se senza un uomo non si possa vivere benissimo.

«mi piace divertirmi ma non avere relazioni, è un crimine?»
disse facendo segno a sua sorella di andare a finire di truccarsi, prima di perdere del tutto la pazienza.

la bionda si affrettò, tornando in bagno e lei ringraziò il signore.
perdeva troppo tempo ogni volta che dovevano uscire, le due avevano soltando due anni di differenza, eppure a volte quella più "matura" sembrava proprio micol, su molte cose.

«prima o poi ti innamorerai e poi mi darai ragione»
disse eleonora, finalmente pronta per poter uscire.

«si, nei tuoi sogni... sei pronta? passami le chiavi che sono li di fianco a te»
le prese le gliele lanciò, le afferrò a volo e poi finalmente uscirono di casa.

eleonora non aveva la macchina, mentre micol si, quindi si ritrovava a trasportarla ovunque, nonostante dovrebbe essere il contrario.
per fortuna la mondadori di Milano dove si svolgeva l'instore, non era troppo lontana da casa, almeno avrebbero incontrato meno traffico. parcheggiò velocemente e poi vide sua sorella scendere ed iniziare a correre.
la maledì mentalmente dato che dovette anche lei correre per starle dietro e potè già scorgere una lunga fila al di fuori.
per un momento iniziò a pensare cosa glielo avesse fatto fare di andare lì, poi pensò a tedua e fece un grosso sospiro. per lui.

sentiva la musica mentre le due passavano la fila per poter acquistare il cd e il pass, purtroppo le conosceva quelle canzoni per colpa di sua sorella che le metteva h24 in casa. così preso il cd e il pass si misero in fila, eleonora le cantava come una matta, mentre micol era del tutto spazientita volendo già tornarsene a casa.

«entri con me vero?»

«cosa? no, non si può se non ha il cd, ti aspetto qua fuori.»
disse posandosi al muretto lì di fianco.

«in due si può entrare, daaaaai, voglio un video e mi fido solo di te»
sai che culo.

«va bene ma io non mi faccio la foto, non so manco come si chiama sprax? boh»
vide ele fulminarla con lo sguardo.
ok non era quello il nome.

«wax mic, si chiama wax, anzi matteo lucido»

«ma che razza di nome è wax, sembra un nome di un virus»
vide alcune ragazze girarsi verso di lei e guardarla male, non le importava.

«glielo hanno dato a scuola, chiediglielo»

«no sto bene così... non so come tu faccia a vederti amici, sono tutti ragazzini eppure hai 23 anni»
avanzarono nella fila, e poi eleonora rispose.

«guarda che ha la tua età idiota e poi molti che sono usciti da amici sono diventati famosi, ne vale la pena»

«se lo dici tu nora...»
e per il resto del tempo rimasero in silenzio, o meglio eleonora cantava come una matta, mentre micol era in silenzio.

vedeva bambini e ragazze cantare quelle canzoni, carino che erano emozionati per il loro idolo ma proprio non faceva per lei.
micol preferiva i concerti, non cinque minuti di parlare, firmare e poi andarsene.
lo trovava veramente inutile.
per fortuna la fila scorreva velocemente, quindi voleva dire che la tortura stava per finire e infatti in men che non si dica si trovarono dentro, facevano entrare tot persone.

si misero in fila anche dentro ma adesso potevano vedere wax. micol lo guardò per un momento, in silenzio, mentre lui era intento a parlare con un bambino.
sorrideva, uno dei sorrisi più belli che aveva mai visto. si vedeva che era felice di tutto quello, si vedeva che ci teneva ma i maranza a lei proprio non piacevano, la maggior parte se la tiravano e se lui lo era, cosa ovvia, era proprio come tutti loro probabilmente.
«quanto è bello»
esclamò sua sorella quando mancava solo una persona per poter andare finalmente lei.
«non pensi che sia bello? cioè dai, è il tuo tipo poi»

«ma sei scema? non mi piacciono i maranza e sopratutto i rossi. mi hai mai vista con uno così? no»

«ti ho vista con molti ragazzi con le lentiggini però»
a stuzzicò sua sorella ma per fortuna era il suo turno.
salva.

«su muoviti nora»
disse prendendo il telefono per fare il video.

la prima cosa che fece sua sorella è abbracciarlo, lui ricambiò con un gran sorriso. poi iniziarono a parlare, non riusciva a sentire quel che si dicevano, però era felice del fatto che sua sorella lo fosse.
poi ad un certo punto vide che lei la indicò, micol stoppò il video ed alzò gli occhi al cielo.
wax incrociò lo sguardo con il suo e sentì mancarle il respiro per un secondo.
era come se un uragano si fosse smosso dentro di lei e le avrebbe mescolato tutto quello che aveva all'interno. non sapeva neanche perché quello sguardo le aveva procurato ciò, sapeva solo che fosse la prima volta a sentirsi in quel modo.

poi il ragazzo fece un gesto che mai si sarebbe aspettata, le fece segno di venire, lei titubante si avvicinò e si mise al fianco di sua sorella. non aveva smesso un secondo di guardarla.

«tua sorella mi diceva che volevi fare una foto ma eri troppo timida per venire»
lei guardò malissimo eleonora, poi tornò a guardare lui.

«no guarda, in verità sono venuta solo ad accompagnarla, prosegui pure»

«guarda che non ti mangio»
disse mettendole una mano sul braccio, a quel tocco rabbrividì un attimo, poi si ricompose e lo guardò dritto negli occhi.

«sprax, wax o come ti chiami, a me non può farmene niente di farmi una foto con te, quindi cortesemente mollami così se hai finito posso tornarmene a casa»

«micol!»
la richiamò sua sorella ma a lei poco importava.
vide wax ridere ma non tolse la mano dal suo braccio.

«carino il tatuaggio»
disse lui indicando con l'altra mano il tatuaggio che aveva ad altezza seno, vertigini, la canzone di tedua.

«guardi il seno a tutte?»
potè vedere sua sorella vergognarsi con la coda dell'occhio.

ma lei era così, micol diceva le cose in faccia, senza paura, era una capa tosta come si diceva a napoli.

«per la cronica mi sei davanti e no, solo a quelle stronze e carine.»
sorrise non spostandosi per un momento da dove stava, nemmeno la mano spostò.

«quindi sarei carina purosangue?»
continuò quel giochino tra loro, tanto non aveva niente da perdere, nemmeno la dignità.

uragano || waxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora