20. 𝑚𝑎𝑡𝑡𝑒𝑜

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il problema non era sua sorella e quindi cercò di focalizzarsi su altro, per quanto poteva riuscirci almeno.

«come mai tua madre ti chiama wax? »
chiese lei di punto in bianco, cambiò così discorso spostandolo su wax.

«non lo fa sempre, sono più le volte che mi ci chiama però. l'abitudine, mi ci chiamano tutti così da anni»
alzò le spalle guardando micol.

«avete lo stesso sorriso»

«un sorriso bellissimo vorrai dire»
lei scosse il capo accennando ad una risata.

«tua madre ce l'ha più bello»

«perché hai pianto?»
chiese wax, era davvero così ovvio che lo aveva fatto?
«so riconoscere quando qualcuno piange e poi fa finta di niente, fin troppo bene»

«ci sono aspetti difficili della mia vita e ne ho dovuto affrontare uno, tutto qua»
in fondo era vero, era proprio quello che era successo.

wax distolse lo sguardo guardandosi le scarpe per qualche secondo, poi tornò a guardarla.

«non devi far finta che vada tutto bene micol, lo so che non va tutto bene. hai contattato me, me capisci? quello che non sopporti»
non riusciva a capire come lui facesse a saperlo, come lui riuscisse a farlo ma non era in grado di fidarsi per poter parlare dei suoi problemi con lui.

«ho sbagliato a venire»
si alzò e dato che in quel momento era veramente fragile, le emozioni presero il sopravvendo e riniziò a piangere.

wax ovviamente se ne accorse e quindi si alzò in piedi e fece appoggiata la testa di lei sul suo petto. le accarezzò il viso piano, mentre lei cercava di fermare quelle maledette lacrime. non si aspettava tutta quella empatia da parte sua e non si aspettava per niente quel gesto.
voleva dire molto per lei, tutto quello la stava tranquillizzando sorprendentemente.
poi wax le alzò il viso e le lasciò un bacio in fronte con gli occhi chiusi, le poi alzò di poco lo sguardo per poterlo guardare. il rosso mantenne il viso di lei con entrambe le mani.

«ehi, mic, andrà bene»
andrà bene. le uniche parole che voleva sentirsi dire e trovò assurdo che quelle parole le aveva dette lui.

micol guardò il ragazzo di fronte a lei, con uno sguardo quasi si supplica come a volergli dire non mi lasciare sola. lui non lo fece, anzi fece in modo che lei appoggiò di nuovo il viso sul suo petto e in silenzio rimasero così.
chiuse gli occhi godendosi quelle sensazioni tanto nuovo per lei. si sentiva come se ad un tratto tutti i suoi problemi svanissero, come se in qualche modo wax li avesse assorbiti per farla stare meglio. era la prima volta che si sentiva in quel modo, ed era la prima volta che si stava mostrando fragile ai suoi occhi.

non sapeva dell'esistenza di quel lato di wax, un lato piacevole, un lato che probabilmente teneva sempre nascosto e che faceva uscire rarissime volte. a lei piace, a lei piaceva quel lato.

«wax...»
sussurrò ad un certo punto lei, lui lasciò la sua testa facendo così in modo che lei potesse alzare il proprio sguardo.
«perché non mostri mai questo tuo lato?»

«non c'è nessun lato, sono sempre io»

«non è vero, sei...diverso, ed è piacevole»
il rosso più alto di lei scosse il capo e si allontanò di poco.

«se stai pensando che sono dolce e quelle cose lì, no non lo sono. rimango sempre il maranza cattivo»
non lo avrebbe ammesso mai ma lei lo sapeva ora che esisteva anche quel suo lato.

«ti va di parlare di quel che è successo?»
cambiò discorso, andandosi a sedere di nuovo, lei però rimase lì dove era.

«perché ti interessa tanto? te l'ho detto, ho dovuto affrontare uno di quei momenti difficili, tutto qua»
anche lei in fondo non lo avrebbe mai detto.

«perché sei venuta da me a piangere e io quando ho quei momenti ne parlo con pietro. te suppongo che lo fai con eleonora ma non c'è, quindi ho pensato che-»

«no, hai pensato male. tolgo il disturbo»
disse e poi con lo sguardo basso si avvicinò alla porta ma di nuovo fu lui a fermarla.

ora le sue mani le avevano preso i fianchi e lei si girò verso la sua direzione. sentì mancarle il respiro all'incontro dei loro sguardi. gli occhi di wax non avevano niente di particolare eppure a lei sembravano così ipnotici, come se ogni volta che li guardasse erano in grado che farle perdere la testa completamente. in qualche modo matteo era entrato dentro la sua testa fin dal primo momento, aveva provato a farlo uscire ma adesso la sua testa le diceva di smetterla di provarci. la sua testa le diceva di lasciar via tutti i pensieri e di non pensare più a niente.

quindi, quando wax le afferrò il viso con una mano, lei non si spostò, lo lasciò fare come se aspettasse da una vita quel momento, ed un po' era vero.
il pollice di lui accarezzava dolcemente la sua guancia e poi le sue labbra si avvicinarono, fino a quando non si toccarono. al primo contatto sobbalzò leggermente, sentendo una scintilla o una scintilla elettrica. erano come due corpi conduttori di diverso potenziale che non appena si toccavano causavano una scarica elettrica, talmente grande da essere vista da chiunque.

wax e micol erano quello, semplicemente due conduttore di diverso potenziale che si scontravano.

matteo la baciò, muovendo le labbra lentamente, come a volersi godere quel bacio in tutto e per tutto. era il loro primo, ma era come se si baciassero da tempo, perché le loro labbra era come se si cercassero da una vita.
l'altra mano di lui venne posata sul suo collo e poi fatta scendere giù, sfiorandole il corpo. quei contatti la fecero rabbrividire, ma non smise di baciarlo neanche per un istante.
una mano di lei era su uno dei due bracci muscolosi di matteo, l'accarezzava, mentre l'altra era sul suo petto, non volendo smettere di mantenere un contatto pelle a pelle con il ragazzo.
poi ad un certo punto wax si staccò dalle sue labbra ma mantenne la vicinanza e sussurrò a lei, una delle frasi che non aveva mai sentito pronunciare prima d'ora.

«resta, ti prego»
potè sentirlo supplicarla dalla voce, proprio come lo sguardo di lei prima, che era riuscito a parlare.

micol annuì e subito dopo matteo riavvicinò di nuovo il suo viso al proprio, annullando quella piccola distanza che si era creata e la baciò ancora. quando due calamite si toccano, è difficile poi dividerle.

non sa come ma alla fine si era addormentata lì, nel letto di wax insieme a lui e i due dormivano abbracciati.
o meglio, wax aveva le braccia intorno al suo corpo e lei una delle due mani su quelle braccia, come a non volerlo farlo scappare.
ecco perché quando pietro entrò nella stanza, come se nulla fosse, matteo sobbalzò, facendo svegliare anche lei, ma il rosso non aveva intenzione di togliere le braccia intorno al corpo della ragazza.

«wax te non puoi capire ieri-micol?»
videro entrambi lo guardo di pietro sorpreso nel vedere micol sul letto del fratello minore.
«ma che cazzo...no ora mi spiegate cosa ci fate entrambi sul letto abbracciati»

«eh bro è successo»
disse wax ancora intontito dal sonno.
pietro aveva ancora quella faccia non capendoci molto.

«è successo?? ma da quando, come e perché... cioè fino a ieri vi odiavate»

«è meglio che vada, i miei sicuramente mi staranno cercando»
disse micol e fece per liberarsi dalla presa di wax ma il ragazzo non la mollò e i loro sguardi si incontrarono ancora.

nei suoi occhi leggeva ti prego non andare, ma doveva andare, quella situazione era già abbastanza strana di suo.

«no, te ne non vai da nessuna parte fino a quando non mi dite che è successo»

«ma te quando sei rientrato? non ti abbiamo sentito, dovevo dirti che mamma è andata con papà a Napoli»
eccolo lì, che cambiava discorso.
in quel momento lo adorava.

«mi ha mandato un messaggio. a caso poi mi ha scritto un messaggio strano tipo stai vicino a tuo fratello. cosa che non avevo capito, ma non è questo il punto! ieri pensavo che dormissi e invece scopro che facevi chissà che con micol»

«oddio ma veramente ti ha detto così?»
di nuovo che cambiava discorso, le stava facendo come una partita di tennis, guardava pietro e poi tornava a guardare wax.

«cosa le hai detto ieri?»

uragano || waxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora