37. 𝑎𝑙𝑖𝑐𝑒 𝑒 𝑖𝑙 𝑐𝑎𝑝𝑝𝑒𝑙𝑙𝑎𝑖𝑜

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questo capitolo avrà delle scene spinte, se non volete leggerle potete saltarlo. se non saltate, godetevi il tutto.

micol fece spazio a wax senza pensarci due volte e così il ragazzo entrò all'interno nella stanza. nonostante le stanze fossero uguali per tutto l'hotel, matteo si era guardato lo stesso intorno, prima di tornare a guardare lei.
è in difficoltà?

«pensavo che volessi riposare»
disse ad un certo punto micol, c'era del grande imbarazzo tra i due e non sapeva proprio come risolvere la cosa.

«io pensavo che lo volessi tu, però poi ho agito di impulso, ed eccomi qua»
si eccolo qua, peccato che non sapeva esattamente cosa volesse in particolare.

non lo faceva mai, soltanto in situazioni alquanto nervose, ma micol iniziò a prendere una ciocca di capelli tra le dita e l'iniziò a intorcigliare, fece questo molto velocemente più volte. guardò il rosso davanti a lei che stava in silenzio, quel silenzio assordante la stava mandando fuori di testa.

«allora...»

«mi spiace scusa, non avrei dovuto»
disse wax, interrompendola e subito dopo, senza pensarci due volte, fece per andare via.

stava facendo come lei quando era andata a casa del rosso e si sentiva di aver sbagliato ad andare. proprio come lui però, micol voleva fermarlo, perché lo voleva lì con lei.
si avvicinò quindi a lui, afferrandogli la mano e così lo fermò, facendolo girare verso la sua direzione.
in qualche modo loro due finivano sempre a pochi centimetri di distanza, in fin dei conti non esisteva la luna senza le stelle, il bianco senza il nero, il giorno senza la notte. l'unica differenza era che loro erano due lune, due neri e due notti e come si viveva avendo tutte cose duplicate? era quasi impossibile vivevere senza la parte che serviva per completare, eppure loro in qualche modo ce la stavano facendo.

«resta.»
disse la bionda guardandolo dritto negli occhi, due marroni dell'autunno che si scontravano per l'ennesima volta.

scintille. tempeste. uragani.

«sei sicura?»
domandò lui, quasi come un sussurro, non sapeva se fosse per la paura della domanda o per la vicinanza.

fatto sta che nonostante la domanda, matteo non si mosse di un solo centimetro.
in verità voleva restare anche lui.
micol quindi a quel punto annuì, molto lentamente e quel gesto fece scoccare l'impulso di wax. il rosso infatti, subito dopo, non fancendola più, le afferrò il viso e la baciò. non era un bacio qualunque, ma un bacio fin dal primo momento passionale. ogni volta era come se le loro labbra avessero bisogno di toccarsi, ancora una volta il pensiero fu che ormai le labbra di wax erano una droga.

alice e il cappellaio, si sono condivisi tra di loro la loro parte segreta e preziosa, dove consentono di far entrare pochissime fidate persone. se una persona ha il potere di farti cambiare umore, allora è veramente importante. ed era così che un po' si sentiva micol. sapeva che quando era con wax riusciva a essere più serena e non pensare a nient'altro. era diventata l'alice del suo cappellaio, due mondi matti che si erano incontrati e nonostante fossero per molte volte separati, in qualche modo erano comunque uniti.

pochi secondi dopo, micol si ritrovò ad indietreggiare e con la schiena posata sul materasso. il rosso sopra di lei, non smetteva di baciarla. i fili rossi non si separano mai, no?
la ragazza posò le mani sulla sua schiena, che prese ad accarezzare mentre ancora una volta le loro lingue si incontravano e wax teneva ancora le mani sul suo viso.
non sapeva se fosse un gesto spontaneo ma il rosso mosse il bacino sopra di lei, provocandole un piccolo versetto, che fece in modo di far staccare le labbra di matteo dalle sue.

«cazzo»
disse solamente lui e per l'ennesima volta lo vide in difficoltà.

non capiva perché si facesse tutti quei problemi ma forse anche lui aveva paura proprio come lei.

uragano || waxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora