9. 𝑒𝑛𝑡𝑟𝑎𝑚𝑏𝑖 𝑛𝑒𝑟𝑜

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wax si scansò per farla entrare dentro la stanza e lei a quel punto entrò guardandosi intorno. come si aspettava la stanza era in disordine ma era irrilevante dato che ora la cosa più rilevante era wax quasi nudo davanti.

il ragazzo si affrettò a trovare qualcosa da mettersi e lei lo guardò, guardò la sua schiena nuda mentre cercava qualcosa.
guardò le sue braccia muscolose. guardò i suoi tatuaggi. guardò tutto volendo quasi subito togliersi quei pensieri dalla testa.

ricordi? non lo sopporti, non può piacerti.
poi cosa ti piace di lui? si veste malissimo, con la tuta o i jeans o i pantaloni, le canotte, le maglie, i borselli... gli sta tutto tremendamente da dio. per non parlare dei cappelli, le bandane, il durag, stava bene con tutto...
no! non ti piace e sopratutto non ti piacciono i suoi ricci rossi e le sue lentiggini.

«scusa, non mi aspettavo visite»
disse il rosso ormai vestito, avevo messo una tuta con una canotta nera.
lei però pensava ancora al suo petto nudo che le aveva aperto la porta. pensava a quei maledetti tatuaggi che lo rendevano ancora più sexy. aveva quei pensieri che non voleva avere sopratutto su di lui.
«tutto bene?»

degludì a quella parola ed annuì velocemente, sedendosi su uno dei due letti poco dopo.
micol sveglia, stai facendo la figura dell'idiota.

«secondo te ci vorrà tanto? io volevo dormire»
disse lei togliendosi in definitiva dalla testa quell'immagine.
wax si sedette vicino a lei e sospirò.

«conoscendo pit, forse tutta la notte»

«spero che tu stia scherzando, perché io la notte in bianco non la passo»

«dormi qui»
si voltò a guardarlo stupita.

«non dormirò nel letto o tuo o di pietro, se entro un'ora non hanno fatto li caccio dalla camera»
disse sincera e wax scoppiò a ridere.
«cosa c'è da ridere?»

«fidati, è meglio che ti metti comoda, qui andrà per le lunghe»
maledì mentalmente quella serata, di sicuro sua sorella gliela avrebbe pagata per questa cosa.
«sai perché io e te non andiamo d'accordo? siamo due neri. di solito il bianco e nero trovano un punto di incontro perché si compensano a vicenda. due neri non potranno mai compensarci a vicenda.»

«e menomale che pit ha detto che non sei un tipo da parole»
commentò lei dandogli ragione comunque.
in effetti due neri non sarebbero mai compensati a vicenda.

«da quando te e pit parlate di me?»
chiese lui guardandola negli occhi.
di nuovo quegli occhi.

«non importa, non sei al centro delle nostre conversazioni se è questo che intendi»

«si, preferisco i fatti alle parole. non sono bravo con quelle»
disse continuando a guardarla, lei mantenne lo sguardo fisso su di lui.

«i fatti a volte dicono più di mille parole»
ne era consapevole lei stessa.

«si, concordo con te.»
poi il rosso si avvicinò con il viso diminuendo i centimetri tra di loro.

micol trattene il respiro a quell'avvicinamento. era vero che i fatti dicevano più di mille parole ma in quel caso anche solo una parola di wax ne valeva mille. in qualche modo, lui inconsapevolmente, dava un valore alle parole che lei mai avrebbe immaginato.
wax ad un certo punto afferrò il suo viso con una mano e si stava avvicinando ancora di più, quando lei lo fermò capendo il suo intento.
no, non l'avrebbe baciato, lo aveva detto.

«cosa stai facendo?»
chiese lei e poi si allontanò, lui scansò la mano e si allontanò di conseguenza.
potè vedere l'imbarazzo del ragazzo, perché non riusciva a guardarla.

«ma perché fai così? te lo giuro non mi è mai capitata una roba così e mi manda fuori di testa»
disse a quel punto alzandosi in piedi come una molla e poi iniziò a girare per la stanza innervosendosi.

non lo aveva mai visto così ed in realtà era colpa sua ma se lo avrebbe baciato, non sapeva lei stessa come avrebbe reagito.

«scusa, non è facile neanche per me»
la guardò serio, lei rimase lì seduta.

«a me sembra che per te sia facilissimo, hai sempre detto chiaro quello che volevi»
si, ossia niente. aveva sempre detto che non voleva niente. si può sempre sbagliare nella vita.

«te non sai niente di me wax. niente.»

«e allora fammi sapete te. fammi sapere le tue storie»
a quella parola abbassò il proprio sguardo.

poco dopo si mise in piedi, prese il telefono e mise il nuovo album di Tedua da spotify.
lei proprio come lui non amava le parole ma i fatti e quello era l'unico modo per far capire qualcosa si sè senza dover per forza parlare.

«le mie storie iniziano da qui»
si risedette sul letto, wax fece lo stesso e poi rimasero in silenzio per il resto della serata ad ascoltare quell'album.
tanto bello ma nello stesso tempo tanto importante forse per entrambi.

io e te siamo nella stessa direzione ma lontani
tra le disperate grida dei dannati
puoi andartene e fare finta di stare bene
perché ho come l'impressione che non passino le ore
tu rimani la mia soluzione
Vedo luce nei tuoi occhi chiari.

alla fine si era addormentata lì, la musica ancora presente ma lei sul letto sdraiata insieme a wax, mentre un braccio gli cingeva la vita e il braccio di lui l'abbracciava.
dormivano innocenti, come se dormire in quel modo fosse una cosa normale, come se avessero dormito in quel modo da sempre.
ad interrompere il sonno dei due fu pietro, che entrò nella stanza mettendosi ad urlare.

«sveglia piccionciniiii. siete sul mio letto e io devo cambiarmi»
disse ma i due non si mossero e quindi lui si avvicinò tirando wax per il braccio.

«bro basta ma cosa urli, che ore sono»

«le cinque del mattino, vi siete baciati finalmente»
lei a quella frase aprì gli occhi, si rese conto in che posizione fosse e si scansò, guardando pietro vicino al letto.

«ci siamo addormentati dato che qualcuno mi ha sequestrato la stanza»
ammise lei ma ovviamente pietro non era convinto.

«ma tanto lo so che vi siete baciati e vi è piaciuto anche»
wax si mise seduto guardando meglio sul fratello.

«bro basta, non iniziare. ci siamo addormentati ascoltando musica»

«ma sei sempre così fastidioso a prima mattina?»
disse lei mettendosi a sua volta seduta sul letto.

«è anche peggio»
ammise wax e poi pietro prese una maglia e la lanciò in faccio a wax.

«muoviti ad alzarti che devo cambiarmi, andiamo al mare»

«alle cinque?»
guardò il biondo ancora mezza intontita per il sonno ma era sicura di aver sentito bene.

«no ma voglio riaddormentarmi quindi dovete muovermi. ah e per la cronaca ieri è stato una bomba»
disse entusiasta, lei alzò gli occhi al cielo alzandosi in definitiva dal letto.
wax invece cadde a sacco di patata di nuovo sul letto, costringendo pietro a trascinarlo per il braccio, fino a quando non cadde a terra il rosso. micol scoppiò a ridere per la scena.
«ti ho già detto di muoverti, bro ho bisogno di dormire»

«ma c'è il mio letto»
borbottò wax alzandosi da terra, lei nel mentre si avvicinava alla porta.
«micol, aspetta»
disse sempre lui e poi si avvicinò velocemente prendendole il braccio.
lei si girò e si guardarono entrambi negli occhi per alcuni secondi, fino a quando il rosso non parlò di nuovo.
«non lo dico mai ma grazie»

quel grazie valeva più di mille gesti.

uragano || waxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora