11. 𝑝𝑎𝑙𝑒𝑟𝑚𝑜

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si era fatta convincere da pietro ad andare a Palermo, ad un instore di wax. o meglio, lei, i suoi amici e il fratello l'avrebbero accompagnato ma non dovevano essere necessariamente lì presenti.

non avrebbe mai pensato di farlo, eppure quella sera era lì che stava prendendo un aereo insieme a loro, per la città siciliana. non ci era mai stata e quindi era anche curiosa di poterla vedere, anche se per un giorno.

quindi, arrivate nella città siciliana si affrettarono ad andare in hotel, per poter sistemare le proprie cose. ringraziò il cielo che aveva portato qualche outfit in più e non solo cose per il mare o non sarebbe proprio venuta.
alla fine la giornata in spiaggia del giorno precedente era finita normale, lei non aveva risposto a sua sorella per via dell'arrivo di wax e bacio, che avevano parlato tra di loro e wax sembrava decisamente più tranquillo.

il rosso aveva l'instore alle cinque e mezza, quindi aveva un po' di tempo per sistemarsi e quando lui bussò alla propria porta della camera rimase sorpresa.

«ciao, sono qui per chiederti di venire con me all'instore. lo so come la pensi ma giuro che nessuno dirà niente, ci vengono anche sempre i miei amici, non se ne accorgeranno»
cercò di rassicurarla in tutto i modi.

andare all'instore di wax voleva dire farsi mostrare da tutti e farsi mostrare da tutti voleva dire creare conclusioni di cui non voleva. non era nè sua amica, nè tanto meno la sua ragazza, che senso aveva andare?

«wax...»

«sembrerai una dello staff, lo giuro. micol, ci terrei tanto che tu venissi con me. averti con me fa essere più sicuro»

«sono sicura che ce la fai anche da solo, come hai fatto fino adesso»
rispose lei pentendosi poco dopo. non sapeva neanche perché facesse così.

«solo uno, prometto che poi non ti romperò più»
persisteva come pietro, forse era un tratto della loro famiglia.

fatto sta che acconsentì, il rosso nella foga le diede un bacio sulla guancia sorridendo e poi si se ne andò, lasciandola sulla soglia della porta del tutto spiazzata da quel gesto.
era la prima volta che le labbra del ragazzo andavano a contatto con la propria pelle, ed era una sensazione strana, quasi impossibile da descrivere.
rientrata dentro, dopo aver chiuso la porta, sua sorella era pronta con l'interrogatorio.

«chi era?»

«wax»
lei sorpresa continuò a guardarla con quello sguardo.

«e che voleva?»
sospirò prima di rispondere, poi prese una maglietta dalla borsa.

«che andassi con lui all'instore e dato che ha insistito così tanto, ci andrò»
vide sua sorella sorridere entusiasta. lo sapeva.
«qualsiasi cosa tu stia pensando, ancora mi sta antipatico»

«però ci passi del tempo insieme»
la stuzzicò lei, infastidendola soltanto.

«per favore stai zitta»
disse e subito dopo iniziò a cambiarsi.

le cinque arrivarono velocemente, dovevano partire prima per essere lì alle cinque e mezza, quindi partirono più i meno intorno alle cinque in quarto. pietro era rimasto lì in hotel, sua sorella anche, c'era lei, wax e qualche suo amico. la verità è che era un po' in ansia, certo era stata ad un instore ma prima non sapeva cosa aspettarsi, ora invece aveva per certo la situazione chiara. sapeva benissimo che le persone si facevano domande, sapeva benissimo che erano in tanti e prima o poi qualcuno si sarebbe accorta di lei.
nello stesso tempo confidò nel fatto di no.

arrivati, lei e gli amici di wax, entrarono per primi, cercò di tranquillizzarsi in tutti i modi per non vomitare. entrati dentro il centro commerciale una folla li accolse gridando, pensando che fosse wax, invece si ritrovarono loro che si posizionarono vicino al palco montato. milioni di occhi addosso a loro, mentre il rosso ancora non arrivava.
era più che sicura di poter sentire varie voci che dicevano sai chi è lei?

tutto quello durò poco perché quando wax entrò tutti si concentrarono su di lui che faceva il suo ingresso felice. il ragazzo prima di iniziare a cantare la guardò per un istante e lei a quel punto si tranquillizzò definitivamente. in quel momento aveva bisogno del suo sguardo, che per fortuna era arrivato.

lo videro cantare due delle sue canzoni turista per sempre ed anni 70, che lei conosceva solo perché sua sorella le metteva spesso. subito dopo iniziò l'instore e le persone andavano e venivano velocemente, proprio come quando lui fece l'instore lì a Milano.
durante gli incontri, il rosso ogni tanto volgeva lo sguardo verso di lei, come a vedere se andasse tutto apposto, come se lei stesse apposto. la stupì quel gesto ma nello stesso tempo ne era felice, perché voleva dire che lui ci teneva a lei.

era lì con la promessa che lui non l'avrebbe calcolata e nessun si sarebbe accorto di lei, ma si sa che le persone si accorgono di tutto, specialmente si sono fan di qualcuno.
quindi quando toccò ad una ragazza, dato che lei era abbastanza vicino al palco per riuscire ad ascoltare qualche conversazione, sentì quello che la ragazza chiese al rosso.

«la ragazza bionda con i tuoi amici chi è? oddio scusa se te lo chiedo, però ce lo chiedevamo tutti, anche su twitter»
come era possibile che già giravano le foto di quell'instore?

vide wax ridere e poi si volse per un momento verso di lei. micol lo pregò con lo sguardo, sperava che lui non facesse cazzate, perché sinceramente non voleva guai.

«un'amica, in realtà un'amica di mio fratello»
rispose lui tranquillo e lei tirò un sospiro di sollievo.

poi vide la ragazza chiedergli un'altra cosa ma non riuscì ad ascoltare, la vide solo attaccarsi al suo collo e baciarlo sulla guancia. certo più ragazza lo avevano fatto, però in un certo senso adesso riusciva a provare un po' di fastidio ma non sapeva se fosse per quel bacio o per il fatto che l'avesse descritta come un'amica.
non erano neanche amici, non aveva senso.

quando finì l'instore poco dopo, la prima cosa che volle fare era parlare con lui, mentre uscivano. si assicurò che le fan fossero finite lì fuori per avvicinarsi.

«amici?»
chiese lei guardandolo dal basso all'alto.

«avrei dovuto dire che sei una che non mi sopporta? se vuoi lo dico»

«non siamo amici, cioè potevi dire la parte di pietro e basta»

«ma l'ho detta, cosa cambia esattamente?»
incrociò le braccia al petto, lei però persisteva.

«cambia che non siamo amici e mai lo saremo»

«fa come ti pare»
rispose lui evidentemente infastidito.

micol sorpresa da quella risposta, dato che non lo aveva visto mai così arrabbiato, lo fermò ancora per poter parlare.

«cosa vuol dire?»

«non ho voglia di parlare, finisce male, vertigini»
era tornato al soprannome, non un bel segno, per niente.

«sono venuta qua per te, ti dico che hai sbagliato a dire una cosa e mi rispondi pure male ma fottiti purosangue»
alzò di più la voce all'ultima parola, lui la guardò più nervoso di più.

pensava che potesse finire al peggio quella conversazione. due teste calde che litigavano non prometteva niente di buono.
per altro quella conversazione non aveva neanche senso, non aveva senso che lei si fosse arrabbiata con lui e che lui si fosse arrabbiato con lei. se ci fosse stato pietro, i due avrebbero risolto tutto, perché conosceva wax e sapeva come frenare tutto ma per qualche strana ragione c'erano loro due che fermarono la situazione.

«bro, piaciuta la sorpresa?»
wax si girò verso un ragazzo alto e riccio, ed un altro più basso con gli occhi chiari.

si avvicinò ad entrambi e li abbracciò felice di vederli. peccato che micol non aveva idea di chi fossero.

uragano || waxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora