Scusate l'assenza <3
'Cause i'm in a field of dandelions, wishing on every one that you'll be mine - dandelions Ruth B.
Mi sveglio in un letto che non è mio da tempo, non so perché io sia qui, non vivo più in questa casa. E soprattutto, perché mio padre è qui? Lui è in carcere.
Mi alzo lentamente dal mio letto e mi infilo le pantofole, che a sentimento mi sembrano molto piccole; andando verso la porta mi soffermo sulla mia figura di fronte allo specchio; non sono io, o meglio lo sono, ma e come se fossi tornata indietro di cinque anni nel tempo. Questo è un sogno, e io ho dodici anni.
Le voce che sento è ovviamente di mio padre, mi chiama, vuole che io mi mostri <<dove sei Elisabeth? Lo sai che non è bello nascondersi dal proprio padre? Non vuoi uscire? Allora ti troverò io Elisabeth, a tuo rischio e pericolo>> ovviamente è ubriaco, ma questo non giustifica e non giustificherà mai i suoi gesti.
Sento i suoi passi sulle scale, sempre più vicini al porta della mia camera, consapevole che quando sarà qui per me sarà un incubo. La cosa peggiore è che non ho controllo di me stessa in questo sogno; vorrei scappare, aprire la finestra e correre vie, ma le mie gambe sono incollate al pavimento, e nonostante i miei sforzi non mi muovo.
L'unica cosa che faccio e nascondermi come sempre sotto il letto; lo facevo sempre nonostante fossi consapevole che mi avrebbe trovata, infatti fu così.
<<ecco dove ti eri cacciata>> la sua mano mi afferra con violenza la mia piccola gamba, e nonostante i miei sforzi e riuscito a tirarmi fuori da lì.<<perché ti nascondi da me? Hai paura?>> mi dice afferrandomi il volto con la sua grande mano.
<<s-sei ubriaco>> cerco di dire nonostante io sia terrorizzata.
<<non vuol dire niente, te l'ho detto.. se fai la brava non ti accadrà nulla>> mi sposta una ciocca di capelli dietro all'orecchio <<alzati>> mi ordina.
Mi alzo a stento visto il tremore delle mie gambe, mi reggo in piedi non so come e cerco di mantenere lo sguardo fisso su di lui, nonostante il modo in cui mi guarda con quegli occhi spenti mi mette un inquietudine in immaginabile.
Pian piano comincia ad avvicinarsi a me io indietreggio e indietreggio fin quando non sbatto su una superficie dura, per scoprire successivamente che è il muro bianco della mia stanza.
<<e ora dimmi Elisabeth, come mai non preparato la cena per tuo padre stasera?>> era ad un palmo dal mio viso, per paura cerco di scappare ma lui mi ferma subito, mi mette un braccio sul petto per tenermi salda al muro.È il triplo di me come posso pensare di scappare o fare qualsiasi cosa senza che lui mi fermi?
<<h-ho dovuto lavorare per i Cameron fino a tardi, sono tornata da poco>> balbetto, ma questo sembra che lo faccia incazzare ancora di più <<stronzate, non ricordi? Devi svolgere i tuoi compiti se vuoi stare tranquilla>> un colpo a fianco a me mi fa sussultare, a sbattuto la sua mano chiusa a pugno contro la superficie dura, se il suo intento era farmi paura ci è riuscito alla grande <<per tua sfortuna ora sono arrabbiato>>
Neanche il tempo di muovermi che lui mi aveva già preceduta, in pochi secondi mi ritrovo sul suolo della camera, la testa mi gira probabilmente ho preso un colpo nell'impatto <<dovresti imparare ad ascoltarmi>> la sua mano si avvicina al mio viso e un attimo dopo il mio zigomo comincia a bruciare.
<<spero che questo ti serva di lezione>> avvicina di nuovo la mano al mio viso ma questa volta il suo obbiettivo è il mio naso, che in pochi secondi comincia a sanguinare.
Non so con quale forza e coraggio, ma riesco a sferragli un calcio nei genitali abbastanza forte da farlo accasciare per terra e darmi il tempo di uscire dalla stanza.
Vedo subito le scale che mi sembrano lontane chilometri, ma non mi do per vinta e comincio a correre, a correre e correre ancora; dopo minuti interminabili arrivo finalmente alla soglia delle scali, quando sto per mettere il piede sul primo gradino mi sento mancare il suolo sotto i piedi, mi sembra di star cadendo nel vuoto, e qualche attimo dopo..
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Finally Yours || JJ Maybank
Fanfic> mi domanda > rispondo acida > ---------------------------- Elisabeth Dane, una 17enne con un padre violento e senza una figura materna; nonostante tutto continuo ad andare avanti a testa alta anche se il suo cuore si frantuma ogni giorno di più...