IV

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AVRIL'S POV
Una volta finito il concerto, vidi il pubblico assaltare (letteralmente) il palco. Praticamente tutte le ragazze si lanciarono a vicenda sul palco per afferrare i piedi dei membri della band.
I quattro indietreggiavano come per fuggire ma i fan erano sempre più voraci. Mi avvicinai pure io, e vidi quanto tom fosse in crisi. E capii solo allora perchè i palchi fossero sempre così rialzati da suolo. Mi venne un nervoso improvviso, senza motivo, nel vedere quelle vacche buttarsi e struscuarsi ai piedi di Tom. Vidi una rossa più truccata di una modella (anche se non lo sarebbe mai stata) farsi tirare su dalla mora accanto a lei (una nanetta occhialuta) per raggiungere il bordo dei pantaloni di Tarzan. Lui però era già impegnato a cercare di scacciar giù una cinese e una bionda cenere che gli avevano afferrato la chitarra, e non ci badò.
Qualcosa dentro di me scattò.Incazzata  nera, mi misi sulle spalle di una ragazza in carne coi capelli scuri e poi saltai sulla schiena di una riccia che era aggrappata al bordo del palco. Finalmente ci salii sopra. Lanciai uno sguardo pieno di odio alla coppia emo e sghemba di Merida che aveva ormai afferrato il bordo dei pantaloni di Tom. Alzai un piede e le pestai fortissimo la mano. Lei la ritrasse con un urlo (acuto e fastidiosissimo) ma io l'afferrai e continuai a pestare quella manina piena di anelli tarocchi.

Nonostante vivessi in una periferia sporca e piena di attività illegali giornaliere, non mi era mai piaciuta la violenza e non ne avevo mai fatto ricorso

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Nonostante vivessi in una periferia sporca e piena di attività illegali giornaliere, non mi era mai piaciuta la violenza e non ne avevo mai fatto ricorso. Invece, in quel momento, vai a capire per quale motivo, un odio nei confronti di quella ragazza mi accecava e mi faceva venire goduria nel spaccarle  la mano. Ma durò pochi secondi, nei quali misi a segno forti pedate, prima che qualcuno da dietro mi afferrasse e mi trascinasse via. Nell'allontanarmi, vidi Merida stringere la mano dolorante, da cui (notai con immensa gioia) colava del sangue. "Ma sei fuori??" mi urlò una voce. Ero di nuovo nelle quinte, e Tarzan mi fissava coi sui occhi marroni, che sembravano delle braci pronte a incendiarmi seduta stante. Lo fissai a mia volta. "No, sono impazzita senza motivo... Cioè, per colpa di quella cretina" avrei voluto rispondere, ma non era momento di scherzare. Lo capii da quello sguardo, che non era più quello che mi rivolgeva nel camerino, prima dell'inizio del concerto. Ebbi un fremito di paura. "Perfetto, ora mi odierà" pensai. Ma la cosa è reciproca, e lo sarà per sempre, mi dissi. Sto impazzendo. Per colpa di'sto idiota. E in tutto ciò, lui mi fissava ancora, convinto. In quel momento arrivò anche l'Emo. "La ragazza è ancora di là che frigna ma dopo le bende e il disinfettante e il ghiaccio, la sua mano sembra stare meglio"Aspetta... In che senso 'di là'? Tarzan sembrò leggermi nel pensiero, e pose la stessa domanda. E fu così che capii che l'Emo si chiama Bill. "Ho dovuto accompagnarla nelle quinte per forza, dovevo aiutarla o avrebbe benissimo potuto denunciarci" rispose lui "Tra l'altro, è proprio cotta di te: continuava a ripetere 'Tommy, dov'è Tommy?? Voglio lui, Billy; È mio, dammeloo!!'. Mio dio, insopportabile". Concordavo. Già mi stava sui coglioni prima. Pensavo che Tarzan l'avrebbe pensata così, con una faccia disgustata, e invece fece un sorrivo che un serial killer-maniaco non avrebbe potuto mai imitare. "È pure carina" continuò Bill "Peccato abbia la voce e il carattere di una capretta in calore. Beh, potresti comunque fartela. È una bella Carotina". "Sta scherzando, vero?" mi dissi, scioccata "Ma si, sta solo scherzando". "Mmh, ma non ne ho voglia. Manco mi piace..-" brontolò Tom. Lo fissai, ancora più scioccata. "Ma dai, giusto per farla contenta. È pur sempre una fan" disse Bill con uno sguardo ironico. O almeno speravo. "Scemo. Guarda che io ho degli standard. E lei non rientra" sbottò quel pervertito. "Già, pure per tutte quelle altre ragazze avevi 'degli standard'?" lo perculò l'Emo. Il mio sguardo volava da uno all'altro, cercando di capire quale fosse ironia e quale no.

Alla fine mi rassegnai, e li ascoltai fare delle altre battutacce fra loro. Poi Bill uscì, e Tarzan si riconcentrò completamente su di me. Rivedere il suo sguardo dopo aver sentito quella coversazione mi fece arrossire, ma passò subito quando mi resi conto quante ne aveva guardate con quello sguardo, nude o vestite. Schifo. Orrore. "Allora che t'è preso?" "Zitto, maniaco, non volevo semplicemente che tutti ti vedessero in mutande" sbottai acida. Mi innervosiva, non solo lui, ma il sapere di non aver ferito Merida per quel motivo, ma per gelosia. Gelosia. Per quel tipo?? Mi vergognavo da morire dentro di me. "Già, che m'è preso??" mi chiesi. "Perchè? Non credo che alle ragazze sarebbe dispiaciuto~" sussurrò lui, avvicinando il muso al mio volto. Lo fissai, disgustata. Non lo sopportavo più. Perchè avevo deciso di andare a quello stupido concerto?? Ah già, era iniziato tutto da Steve. "Giuro che appena lo becco, lo faccio fuori-" pensai, incazzata. "A che pensi, biondina?" chiese Tarzan, con un tono seducente. Ora basta. Gli sputai in faccia. L'avevo preso alla sprovvista. Lui mi guardò, schifato, stupito e arrabbiato, tutto allo stesso tempo. Prima che potesse fare qualsiasi cosa, sbottai: "Va a scoparti la Pel-di-Carota, va'. Non vorrai mica sottrarre tempo prezioso al letto e alla rossa, giusto?". Mi scrutò, oltraggiato. Poi,senza dire o farmi nulla, se ne andò davvero. Restai lì da sola.

TOM'S POV

Camminai a passi veloci e pesanti nel corridoio. Con il bordo della t-shirt mi pulivo la saliva di lei dal mio bellissimo viso (non dopo di averne leccata un po', lo ammetto) cercando il camerino dove Bill aveva messo la Rossa. "Ma chi si crede quella?? Le ho pure regalato l'entrata gratis! Come si è permessa-" ma io non mi aspettavo nulla in cambio della mia gentilezza, se non un po' del suo cuore. Arrossii nel pensarlo. Imbarazzante. Presto arrivai al camerino. Entrai, e vidi Pel-di-Carota sdraiata sulle gambe di Bill. Lo fissai, interrogativo. E dal suo sguardo capii che era stato l'unico modo di farla stare zitta. Anche lui poi mi fissò interrogativo. Dovevo avere il viso paonazzo. "Lascia stare" dicevano i miei occhi, e lui non si fece altre domande. Improvvisamente, la Rossa si alzò di scatto e mi gettò le braccia al collo. Avvicinò le labbra alle mie. Profumava di frutti di bosco.

YOU KNOW ME -tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora