La storia parla di Avril,una giovane cantante dei 2000 che per cercare di avere più popolarità cercherà "l'aiuto" di una band tedesca ,i tokio hotel,i quali verranno convinti dal chitarrista,Tom Kaulitz,ad aiutarla.
Il ragazzo inizierà ad affeziona...
AVRIL'S POV Rimasi sola in quell'appartamento, più sola di sempre. "Cazzo, ti stai affezionando pure tu!" mi sgridai. "Ma in effetti, che c'è di male? Alla fine non mi ha fatto nulla, siamo pure simili.." Beh, non avevo tempo per una relazione. E lui mi serviva e basta. Dovevo pensare solo a me stessa, non potevo preoccuparmi degli altri che mi circondano. Andai in camera e presi carta, penna e chitarra, poi mi sedetti sul divano e mi concentrai. Cercai di suonare alcune note, battendo il piede e cercando un ritmo a cui afferrarmi (io avevo sempre iniziato così a scrivere musica) ma non mi veniva in mente nulla. E poi, a che "argomento" dovevo trarre ispirazione? Non posso scrivere versi a caso, non mi piace.
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"Pensa alle emozioni che provi.. Cosa potresti scrivere?" mi chiesi. Iniziai a riflettere, ma proprio non ce la facevo. "Si, mi serve decisamente una mano da Tom " brontolai. "Mi converrebbe pensare alla festa di stasera... Non mi ha detto un tema, quindi direi che posso vestirmi come mi pare" sperai. Anche perchè soldi per comprarmi vestiti da festa, non ne avevo. "Un outfit elegante ma semplice" pensai "che sia comunque comodo e nel mio stile.. Vabbè, combinerò qualcosa e ce la farò". mi dissi. "Oh no, dovrò fare la 'fidanzatina perfetta' di Tom!" Che qualcuno mi uccida. Ma che mi era preso??. "Colpa sua. Ti fai influenzare" avrebbe detto mia madre. E avrebbe avuto ragione. "Lascia stare, vado a scegliere un vestito, e poi ritento" cercai di autoconvincermi. Aprii l'armadio e tirai fuori solo i vestiti. Poi eliminai quelli meno adatti e che non mi piacevano. Ne rimanevano pochi. Li esaminai uno a uno. Alla fine scelsi un abito nero semplice con le frange sulla gonna. Speravo andasse bene. Poi pensai a un trucco. Matita nera un po' sfumata attorno all'occhio, un lucida labbra e il gioco è fatto.
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Ed erano solo le 18. Beh certo, mentre preparavo tutto era passato del tempo, però le 22 sembravano non arrivare mai. "Potresti fare i compiti, invece di non fare un cazzo" mi disse la mia coscienza, ma come al solito non l'ascoltai. Mi avvicinai al frigo, presi della pasta confezionata e la misi nel microonde, poi cenai e guardai la tv, attendendo l'ora della festa.
<qualche ora dopo>
"Ah finalmente è sera!" In poco tempo mi vestii e pettinai. Perchè? Andavo a trovare Tarzan. Non sapevo neanch'io il perchè in realtà, semplicemente mi andava. Non era ancora ora della festa, però volevo andare lá ora. Questa mia enfasi venne interrotta dal campanello che suonava. "Forse è Tom, che l'ha pensata come me" pensai, e aprii senza pensarci. Non era Tom. "Tesoro, ci credi, mi hanno lasciata andare prima!!" esclamò mia madre. Era alta e bionda, con gli occhi scuri. Era praticamente il mio spirito guida, per il carattere, le sue capacità, la sia resistenza, e tanto altro. "Emh, ciao, mamma, non ti aspettavo a casa così presto-"dissi. Mia madre lavorava in un centro sanitario, ma non uno di quelli di volontariato, era uno più serio, dove venivi pagato meno ma preso in considerazione come un dottor*/infermier*. Essendo che aveva fatto medicina, un po' se ne intendeva, ma non ai livelli di una dottoressa in un ospedale serio. Le avevo sempre consigliato di continuare gli studi, ma lei aveva detto che non le serviva. Finalmente posso trascorrere un weekend decente con mia figlia!!" continuò, tutta felice. Cavolo, non mi aspettavo tornasse a quest'ora. E nemmeno sapeva che dovevo andare a una festa più tardi. "Beh, si sarebbe bellissimo-" dissi nervosa. "Perchè hai detto 'sarebbe'?" chiese confusa. Non le sfugge mai nulla, è sempre stata sveglia e attenta. "Ma aspetta, da quanto hai questi amici? Mi avevi detto che avevi vinto un biglietto gratis per un concerto, e adesso salti fuori con degli amici che ti invitano a una festa" riflettè ad alta voce "Ora, mi racconti tutto. Voglio i gossip." Spesso mi chiedevo perchè in realtà non facesse la detective. Alla fine, potevo scordarmelo di andare da Tarzan. Le raccontai tutto per filo e per segno , mentre lei ascoltava senza giudicare. Per questo amavo raccontarle tutto. Non mi faceva sentire a disagio, e eravamo entrambe felici. "Cioe, ti ha abbracciato e baciato sulla guancia? Ma sicuri che siete amici?" "Più o meno.." risposi. In realtà eravamo più vicini e allo stesso tempo lontani di quanto avessi raccontato a mia mamma. Ad ogni modo ben presto arrivarono le 22. "Ma' io parto, non so quando finisce ma ti prometto che domani starò tutto il tempo con te" dissi cercando di sembrare carina. "Non penserai di andare a piedi?? Ti porto io in macchina, seguimi" esclamò con dolcezza. Scendemmo nel pargheggio fuori dal nostro condominio e mi sedetti davanti. Poi accesi la radio per ascoltare della musica. "Legati, mi raccomando" disse attenta mia madre passandomi la cintura. Mi allacciai e poi lei partì. Le indicai io la strada e nel frattempo lei mi raccontò come andava al lavoro. "Ieri è morta per una malattia terminale una bambina che viveva con la nonna, quando gliel'ho riferito, non puoi immaginare la tristezza di quella povera signora." mormorò con infelicità, e più o meno le cose che raccontava erano queste.
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Finalmente arrivammo all'appartamento dei Tokio Hotel. Si sentiva una forte musica e luci da discoteca che lampeggiavano e illuminavano tutto intorno. Io ero un sacco emozionata di partecipare finalmente a una festa come quelle! Speravo di essermi preparata correttamente. "E poi, dovrò stare tutta la serata con Tom.." mi ricordai, esasperata. Dai, poteva andarmi decisamente peggio. Suonai al campanello e aspettai. Fu Tom ad aprirmi. Appena mi vide, il suo sguardo cambiò: era affascinato, mi guardava dalla testa ai piedi ed era pure leggermente rosso. Poi fece il suo solito sorriso con gli occhi socchiusi e mi mise una mano in vita. Mi irrigidii leggermente. "Pronta? Attenta a come appari e ti comporti stasera Biondina" mi sussurrò nell'orecchio mentre entravamo nella casa.
Era piena di gente che si scatenava, la musica era alta e le luci creavano un clima da festa in discoteca. C'erano dei tavoli lunghi pieni di stuzzichini, bibite e dolci. In poco tempo mi sentii super gasata, e iniziai a scatenarmi anch'io ma sempre abbastanza vicina a Tom. Non mi accorsi di avere praticamente gli occhi di tutti puntati addosso, ero troppo eccitata per accorgermi di loro. Mi si avvicinò Tom all'improvviso, che mi prese per la spalla e mi girò verso di sè. "Ora calmati un attimo, che tutti ti fissano" mi bisbigliò stringendomi "Probabilmente vogliono parlarti"e si guardò intorno. "Mi raccomando, mantieni una buona postura e un buon atteggiamento, che sembri una scaricatrice di porto" "E perchè scusa?? Non ti vado bene così come sono??" esclamai, un po' incazzata. "A me si, ma a loro probabilmente no. Saranno pronti a giudicarti per qualsiasi cosa, stai pronta" spiegò. "Okok ho capito, però non taroccherò completamente il mio carattere, ok?" sbottai nervosa. "Perfetto; ora muoviti, incomincia a socializzare con loro" mi disse indicandomi un trio di ragazze eleganti e con dei fisici stupendi. Mi spinse verso di loro senza che potessi ribattere e per poco non caddi. Finsi una camminata elegante, anche se ero sgraziata come un'elefantessa su quei tacchi, e mi avvicinai a loro. Da lontano non me n'ero accorta, ma nell'avvicinarmi mi resi conto che si trattava del trio di oche che negli ultimi giorni perseguitava me e Tom. Mi voltai verso di lui e gli lanciai uno sguardo che rappresentava la morte, ma lui mi rispose con un ghigno. Volevo tornare indietro ma ormai le ragazze mi avevano notate, e mi fissavano dall'alto in basso. "Ste troie. Non le sopporto" pensai scorbutica, mentre mi mettevo davanti a loro e fingevo un sorriso. "Ma ciao, ragazze! Sono contenta che siate state invitate!" recitai con una voce un po' troppo acuta. "E da Tom in persona, sai?" esclamò la mulatta per farmi ingelosire. "Che ne pensate della festa??" chiesi ignorandola "Bellissima, specialmente perchè c'è Tom!!" ridacchiò la e-girl. "Siete stupende stasera, divine!" le complimentai, e in effetti sotto-sotto lo pensavo davvero, e ciò mi faceva ingelosire. "Uguale, cara" mi disse la terza, addirittura mi abbracciò. Forse mi stavano credendo, stavo recitando bene! O almeno speravo. Le 3 iniziarono a chiacchierare con me in modo particolarmente estroverso, complimentandomi, finchè a un certo punto salutai volendomene andare. Mi voltai e feci per andarmene, quando il mio occhio cadde su Tom. Era in un corridoio di fronte a dove mi trovavo ora, appoggiato faccia-a-faccia contro il muro. Mi spostai per vedere meglio. E fu allora che vidi che non era appoggiato al muro, ma a una persona. Maddie. Erano schiacciati l'uno contro l'altro, i volti appiccicati, e Tom scorreva le mani sul corpo di lei e viceversa. Mi sentii mancare. Avevo un vuoto dentro.