XXV

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AVRIL'S POV
Avanzai lentamente dentro la stanza, magari dormiva e onestamente sarei stata contenta di tornare indietro senza effettivamente parlarle.
Per mia sfortuna non dormiva.
Era sveglia; stava fissando il soffitto senza battere ciglio.

Era coperta di bende, pure il suo bel volto da cui sbirciavano solo occhi e bocca. Il corpo era collegato a flebo e altri strani tubicini e cavi.
Dalla postazione in cui stavo lei non poteva vedermi, al contrario di me.
Presi un respiro e mi avvicinai al letto, senza proferire parola.
Attesi che posasse lo sguardo su di me, confuso.
"Ehy, avril" mormorò.

Non mi aspettavo che avesse continuato a fingere con me. Poi mi ricordai di ciò che mi aveva detto Bill, ovvero che di quella sera non ricordava un accidenti.
"Emh, ciao, Addison" salutai, con un rancore e tristezza a malapena percettibile.

"Tu sai qualcosa di quel che mi è successo..?" mi domandò speranzonsa.
"No.., mi dispiace" mentii spudoratamente.

"E Tom? Gustav? Georg?"
"No, nessuno.."

" 'Fanculo" la sentii borbottare più a bassa voce.
Pensavo fosse riferito a me, e stavo per ribattere, con già la rabbia a mille, quando aggiunse: "Giuro che appena scopro il bastardo che mi ha fatto questo, lo decapito con le mie stesse mani"

"Se scopre che son stata io, sono messa male" pensai tesa.
"Comunque, come va a te? A me molto male come puoi vedere"
"Boh, si bene"
"Buon per te"
Si voltò dall'altra parte e guardò una tipa accanto al suo lettino.

Aveva perso buona parte della gamba, era così magra da sembrare uno scheletro, e di un pallidume inquietante. La pelle era gonfia e rossastra.
"Alla fine, tra tutti quelli che son qua con me, sono quella messa meglio" commentò.

Mi guardai intorno e mi resi conto che era vero.
Era decisamente stata "fortunata", rispetto ad alcuni pazienti.
"Non mi sarei mai aspettata di finire così"

Ero silenziosa, non sapevo come risponderle o continuare la conversazione.

"Mi chiedo perchè sia successo proprio a me" riflettè.

"Ho paura dei discorsi poetici che potrebbe tirar fuori" ammisi nel pensiero.
Iniziò a parlare di alcuni pensieri che si era fatta da quando si trovava lì e non aveva sostanzialmente nulla da fare per passare il tempo.
Erano allo stesso livello delle teorie del complotto.
E fortuna che era lì da solo un giorno, se fosse stato di più a 'sto punto mi avrebbe raccontato una teoria più lunga della divina commedia.
"Secondo me potrebbe essere andata così...oppure-"
"Scusa, ma ora io dovrei andare" la interruppi.

Non ce la facevo più a star lì.
Per l'atmosfera, per lei, per tutto.
Mi voltai.
Addison allungò una mano e mi afferrò il polso. "Tornerai?"
"Mh-Mh" annui alla svelta.

Uscii e sbattei la porta dietro di me.
Resitetti all'impulso di correre, ma camminai a passo veloce, per quanto fosse possibile.
Quando arrivai nell'atrio, non resistevo più, stavo in sostanza ormai correndo.
Finalmente mi ritrovai all'aria aperta.
Mi tolsi letteralmente un peso enorme dalle spalle e mi calmai.
Afferrai lo skate e ripartii verso la casa dei Tokio Hotel.

"Avril, guarda! Finalmente ti hanno accettata per continuare l'anno nella mia scuola, ora puoi ricominciare a studiare" esclamò Tom non appena rientrai.

Continuava a far svolazzare davanti al mio viso una lettera.
"Che è tutta questa eccitazione? Non sei depresso perchè mo tocca pure a noi tornare in quella fottuta prigione?" brontolò Bill, che era mezzo stravaccato sul divano.

"Beh, si, solo ero contento per Avril-"
"Come se lei fosse contenta" borbottò Bill.

Si voltò verso di me "Non avere buone aspettative, la nostra scuola fa cagare. Tanto. E poi giuro che quella puttana di tedesco non la sopportò più"
"Bill è un mood" pensai.

"Ce l'hai ancora con lei per quella nota che ti ha messo ancora in prima?" chiese Tom esasperato.
"Ma magari fossi arrabbiato solo per questo, è una stronza punto e stop"
"Nel dubbio son d'accordo con te" ammisi. Bill mi sorrise, complice.

- il giorno dopo -

Mi alzai presto sentendo la sveglia.
Ovviamente io ieri notte ero andata a dormire tardi, quindi ora ero già tanto se mi reggevo in piedi.

In cucina, Bill era già sveglio; aveva fatto i pancake.
Li mangiai assieme ai frutti di bosco, lo sciroppo e il succo.

Tom arrivò poco dopo.
Mangiammo e poi io andai a cambiarmi.
Onestamente non avevo voglia di truccarmi, quindi mi misi solo un po' di gloss.
Presi la cartella e corsi in soggiorno.

Tutta la band mi aspettava davanti alla porta.
Prendemmo un taxi privato per arrivare a scuola. In realtà non era molto lontana, avrei potuto fare la strada senza problemi col mio skate, ma non lo feci notare.
L'autista ci lasciò sul retro della scuola.
Feci uno sguardo interrogativo.
"Noi siamo famosi, Biondina, mica possiamo passare in mezzo ai nostri compagni come niente fosse, hai presente il casino che combineremmo?"

Ripensai alle tipe nella mia scuola a Cardiff e ai paparazzi nel parchetto, e capii subito cosa intendeva.

"In che classe sarò?"
"Nella mia" disse "Ho praticamente costretto la preside a metterti con me, dopo avreglielo chiesto e richiesto più volte. Fortunatamente sua figlia è una mia fan, ed era dalla mia parte. Una leccaculo, onestamente, ma è stata utile"

Non commentai e lo seguii in classe.
Pure Gustav venne con noi, visto che era nella nostra stessa classe, mentre Georg e Bill andarono da un'altra.
La scuola non era male, forse perchè era un istituto privato ed era tenuto meglio, non lo sapevo, però era sicuramente più moderno della mia scuola a Cardiff.

Entrai in classe.
Un prof mi presentò frettolosamente (meglio così) poi mi indicò un posto lasciato libero per me, in un angolo remoto.
Davanti avevo Tom, e Gustav era lì accanto a lui.
"Scusami tanto Avril se ti ho introdotta così velocemente e con trascuratezza, ma ho una cosa abbastanza importante da riferire a tutta la classe, e pure a te, ovvio" mi disse il prof, che supponevo fosse di spagnolo, a giudicare dalle scritte sulla lavagna dietro di lui.

"Credo abbiate saputo tutti di ciò che è successo a Addison Brown" iniziò.
Mi si strinse lo stomaco. Quella ragazza mi perseguitava ovunque.

"Anche se non è in questa classe, avrete sentito parlare dell'aggressione che ha subito in discoteca una sera come tutte. Purtroppo lei non ricorda nulla per colpa di una piccola commozione celebrale, ma se voi sapete qualcosa, parlate subito"
Un senso di nausea causato dall'ansia mi otturò la gola.

"Che vi sia di insegnamento anche ciò che le è capitato e può capitare pure a voi in certe occasioni, ovvio" aggiunse "Spero vivamente che voi non centriate nulla,ma da delle riprese delle telecamere sembra che siano stati dei ragazzi della vostra età, ed essendo che Addison veniva in questa scuola, di sospetta di voi tutti. Purtroppo non abbiamo capito più di così, dalle riprese non si capiva un granchè"
Poi, improvvisamente,si voltò verso di me.

"Avril, tu per caso conosci Addison? Sai qualcosa?"

𝙨𝙥𝙖𝙯𝙞𝙤 𝙖𝙪𝙩𝙧𝙞𝙘𝙚
eii,come state??

In questo periodo non ho molte idee🥲se avreste qualche idea da consigliarmi mi fareste un grande piacere!

detto questo buona notte🫶🏻

detto questo buona notte🫶🏻

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