XVIII

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AVRIL'S POV
Mi riaffiorarono ricordi di lui.
Era fin troppo tempo che non lo vedevo.
Ora che era invecchiato aveva la barba, si vestiva in modo un po' più sobrio e si era tolto gli orecchini.
Sembrava diverso pure di carattere.
Speravo non mi riconoscesse, o avrei possibilmente fatto un'altra figuraccia. Anzi, avremmo.
Dovevo assolutamente parlarne con Addison.
O forse era meglio di no?
Non importa, mi serviva parlarne con qualcuno.
La zia di Addison era molto gentile e disponibile, e mi offrì di mangiare con loro.
Accettai solo perchè non avevo molta altra scelta.
Per tutto il pranzo cercai di rimanere a testa bassa a non farmi notare.

Poi aiutai a riordinare e finalmente riuscii a sussurrare ad Addison.
"Ti devo parlare" le dissi tenendomela vicina.
Evidentemente capì che volevo stare sola con lei e disse alla zia che andavamo in camera sua.
Così le spiegai ciò che pensavo.
"Quindi, mi stai dicendo che mia zia si è fidanzata con tuo padre??" ricapitolò, un po' sconvolta.
"Si, ma.. Abbassa la voce!"
"Certo, scusa" mormorò "Quindi, anche se non abbiamo un legame di sangue, siamo tipo-"
"Preferisco non pensarci" dissi subito, mi faceva troppo strano.
"È stato un colpo di fortuna conoscerci in aereo".

"Non voglio farmi riconoscere da lui, devo assolutamente andarmene con Tom" pensai.
"Che stupida, avrei dovuto dargli il mio numero" mi maledissi.
"Quindi che vuoi fare? Parlargli?" mi chiese.
"Tutto tranne quello" borbottai "Non voglio che mi riconosca."
"Oh... Allora ti conviene uscire da 'sta casa prima che capisca chi sei" disse.
"Se ti chiede di me, cambiami nome e provenienza"
"Certo" esclamò, complice.
"Andiamo insieme da qualche parte? Sennò io qua mi perdo"
Lei annui e dopo aver avvisato sua zia tornammo in piazza.
"Dove vuoi andare?"
"Non so, fai te"
Mi portò in un negozio di scarpe lì vicino.

I soldi che avevo erano già stati spesi per il maglione, perciò guardai le scarpe e basta.
Dopo un po' mi arrivò una chiamata.

"Huh? Chi è?" chiese Addison confusa.
"Non lo so, è un numero sconosciuto" e risposi alla chiamata.
"Avril? Dove cazzo sei finita??" esclamò una voce che riconobbi subito.
Era Tom. Come avesse il mio numero era un mistero, ma non ci badai.
"Sono in piazza e-"
"Aspetta, io quella voce la conosco" sbottò Addison fissando il telefono.
"Avril, con chi sei? E in piazza dove??" continuò lui.
"L'ho già sentita!" riflettè lei "Parla di nuovo"
"Non sto capendo-" brontolò Tom.
"Non badarci, To-...mmmaso" il mio desiderio di non farle capire che conoscevo Tom si stava frantumando.
"Tommaso? Avril sicura di star bene? E chi minchia è Tommaso?"
"Tommaso... Aspe', questa è la voce di Tom Kaulitz!" esclamò Addison.
Mi fissò sconvolta, poi urlò al telefono: "Sei Tom Kaulitz??"
"Beh si" sbottò lui.
"Perfetto" pensai.

"Ma avevi detto di non conoscere i Tokio Hotel" disse, e mi guardò strana.
"Senti Tom, passami l'indirizzo in fretta" sbottai, e me lo segnai sotto il numero di telefono di Addison. Poi chiusi la chiamata.
Mi voltai verso di lei.
"Senti, non volevo dirtelo perchè dopo avresti voluto conoscerli e magari avresti parlato di loro in giro e potevamo creare un gran casino" cercai di spiegare.
"In effetti conoscerli non mi dispiacerebbe" ammise "ma se non vuoi, va bene comunque. Almeno raccontami di come li conosci"
Ci sedemmo su una panchina e raccontai dell'incontro, del fatto che stavamo assieme, e lei ascoltava a occhi aperti.
"Lo fai sembrare come se fosse una cosa da tutti i giorni" sbottò appena finii.
"So che non lo è, però ormai mi sembra la normalità" .

"Quindi andrai a casa di Tom?" domandò
"Beh si"
"Allora torno pure io a casa" sembrava un po' delusa.
"Se vuoi, li puoi incontrare, ma non parlarne con nessuno" concessi.
La mia amica sorrise felice e ci incamminammo, mentre mi mostrava la strada.

TOM'S POV
"Quindi, che fine ha fatto Avril?" mi chiese Bill.
"Boh, non l'ho capito, stava in piazza con una ragazza, ma ha detto che tra poco arriva" dissi.
"Le hai detto l'indirizzo per telefono? Sei stato imprudente, altra gente poteva sentire" mi rimproverò.
Tanto per cambiare.
"Ma si, non preoccuparti" borbottai.
Sentimmo suonare al campanello dopo un po'.
"Sarà Avril" pensai, e corsi ad aprire la porta.
"Ehy, Biondina-" poi vidi anche l'altra ragazza, probabilmente quella che avevo sentito al telefono e mi aveva riconosciuto.
Alta, castana, occhi scuri: bella, ma non il mio tipo.
E, scoprii dopo, era anche molto sociale ed estroversa.
Lei non era una fan, ma iniziò comunque a fare amicizia un po' con tutti emozionata.
In particolare con Bill. Sembravano andare parecchio d'accordo.

Intanto io rimasi con la Biondina e le mostrai la casa.
"È davvero enorme!" esclamò estasiata
"Nah, sei te che sei abituata a vivere in un buco" la scherzai io.
"Ma io dove dormirò?" chiese alla fine del tour.
"Tu dormi con me"
"Ah"
"Non dirmi che vuoi lamentarti e che non ti va bene" brontolai.
"Non ho altra scelta" sbottò lei.
"Strano che non hai fatto drammi"
"Ormai sono quasi abituata a dormire con te"

"Ah comunque, per quanto riguarda la tua canzone, che piani hai?" chiesi
"Mmh non ne ho. So solo che mi serve il tuo aiuto"
"Ciò che ti serve è soprattutto l'hype. Ma non pensiamoci ora. Torniamo da Bill e Addison" dissi.

Erano in salotto che ridevano, sembravano due esauriti.

Appena ci videro si calmarono.
"Io e Addison avevamo pensato stasera di restare tutti assieme e magari pure dormire qui, se siete d'accordo" spiegò Bill.

AVRIL'S POV

"Per me va bene" dissi, e mi voltai verso Tom. Lui annuì.
"Perfetto!" esclamò Addison, entusiasta "io e Bill pensavamo di ordinare le pizze, se vi va bene"
"Quante in tutto?" chiese Tom.
"Aspe', ma Georg e Gustav dove sono?" domandai confusa.
"Oh, stasera sono fuori, solo loro 2" mi rispose Bill. "4 pizze, direi"
"E le patatine, ovvio" aggiunse Addison.
Elencammo come volevamo le pizze e poi Tom le ordinò.
"Arrivano tra 30 minuti"
"Intanto, che si fa?" chiesi.
"Huh, io ho un'idea!' esclamò Addison.
Recuperò qualcosa da un cestino della spazzatura e lo sciacquò. Poi ve lo mostrò.
Si trattava di una bottiglietta di vetro.
"Potremmo giocare al gioco della bottiglia!" propose.

YOU KNOW ME -tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora