XII

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AVRIL'S POV
Spalancai gli occhi vedendo mia madre. Lei si accorse che l'avevo notata e si scostò subito dalla finestra, un po' rossa.
"Biondina, che hai-" mi chiese Tom, e praticamente lo ribaltai giù dalla sedia, senza pensarci su.
"Bill apri, c'è mia mamma fuori" dissi un po' in ansia, mentre Tom mi rivolgeva i peggio insulti. Ma quando elaborò ciò che avevo appena detto, si zittì e si alzó velocemente, sistemandosi la maglia spiegazzata. Pure Bill scattò in piedi, afferrò le chiavi appoggiate su un mobiletto vicino alla porta e la aprì frettolosamente. Poi si spostò e tutto sorridente salutò cordialmente mia madre, che entrò e si guardò intorno.
"Accidenti, che bel posticino!" commentò sorpresa.

"Si accomodi pure" Bill indicò il divano.
Mia mamma si sedette e io mi misi accanto a lei. Tom era un palo, se ne stava fermo in piedi, a debita distanza da entrambe.
"Se vuole, è avanzata un po' di colazione" disse Bill "Offro io"
E dopo quel poco tempo che bastò a convincerla, mia mamma accettò e si gustò una colazione tedesca, mentre io me ne stavo rigida vicino a lei.
Calò un silezio imbarazzante, interrotto solo da Bill che lavava i piatti e riordinava.
"E quindi," parlò dopo un po' mia madre "è questo il tuo fidanzato?".
Mi aspettavo una domanda del genere, ma non così diretta.
Arrossi e mi girai verso Tom, anche lui si era girato verso di me ed entrambi non sapevamo come rispondere.
Insomma, non era ancora "ufficiale", per così dire, e mi andava benissimo, era troppo presto per pensare di essere seriamente fidanzati. Avevamo solo limonato un pochetto la sera prima, e ci conoscevamo da poco, non aveva senso.
Però ora che ci poneva la domanda, serviva una risposta decisa.
Io e Tom ci scambiammo un ultimo sguardo di assenso prima di rispondere entrambi allo stesso tempo.
"No"
"Si"
Mia madre ci guardò confusa.
Fulminai tom con lo sguardo. Perchè aveva detto si?!
"Cioè, più o meno" esclamammo entrambi allo stesso tempo, cercando di spiegare.
Ci guardammo di nuovo. Ora eravamo più confusi noi di lei.
Ci salvò Bill.
"Hanno appena iniziato a frequentarsi, non c'è niente di ufficiale ancora, è solo una piccola relazione. Perdona mio fratello, è così cotto che si lascia trasportare e esagera. E Avril è solo un po' rigida, ma sono l'uno perso per l'altro, si fidi".
Iniziai a pensare che avesse capito più lui di come funzionava tra me e Tom che noi due che lo stiamo vivendo in prima persona.
"Il sottoscritto è d'accordo" commentò solo Tarzan, io rimasi in silenzio.
Mia madre sorrise a tutti e 3 amorevolmente

In quel momento scesero gustav e georg allo stesso tempo, mezzi assonnati.
Quando videro lì mia madre, si bloccarono.
"Ci siamo persi qualcosa?"
"No no tranquilli, ora io e Avril ce ne torniamo a casa" disse dolce, prima di prendermi il polso e accompagnarmi fuori dall' appartamento.
Appena fummo all'esterno, sospirò e mi fissò, stupita.
"Beh, non pensavo questo momento sarebbe mai arrivato, ma congratulazioni, hai rimorchiato!"
La fissai stranita.
"E non è niente male"continuò mentre raggiungeva la macchina "Ha uno stile particolare, ma resta comunque un bel ragazzo"
Si sedette al volante e prima di chiudere la portiera, disse "Sia chiaro che il tipo truccato e coi capelli ingellati è il mio preferito"
Salii accanto a lei e misi su della musica. Dovevo ammettere che ero un po' scioccata dalla sua reazione, però ero contenta che lo apprezzasse.
Tornammo a casa.
Mia mamma iniziò a cucinare il pranzo (aveva in mente di preparare qualcosa di speciale).
Io invece decisi di provare di nuovo a scrivere la mia prossima canzone.
Ieri non c'ero riuscita, però ora mi sentivo inspirata.

Iniziai a far vibrare alcune corde della chitarra mentre battevo il piede per creare un ritmo orecchiabile. Avevo un'idea fissa in testa, dovevo solo esprimerla a note e parole.

Cominciai ben presto a scribacchiare su un pentagramma, era solo una bozza, però mi avrebbe aiutata ad organizzarmi

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Cominciai ben presto a scribacchiare su un pentagramma, era solo una bozza, però mi avrebbe aiutata ad organizzarmi.
Cercai di abbinare a quel motivetto delle parole.
Mi ero concentrata così tanto da non accorgermi che era ora di pranzo. Di già. Me ne resi conto solo quando mia madre mi chiamò a tavola.
Aveva preparato l'arrosto e delle verdure. Di solito anche se era domenica noi mangiavamo un qualcosa di più facile e veloce da preparare; invece stavolta no.
"Buonissimo, mamma!" farfugliai mentre ingoiavo tutto.
"Mi fa piacere che ti piaccia, come sta andando con la canzone?" mi domandò
"Sono giusto alle prime bozze, però mi sento ispirata, ho delle ottime idee in testa, devo solo riuscire a unirle in una canzone" cercai di spiegare.
Mia mamma non era mai stata molto appassionata di musica, non la ascolta praticamente mai e non prova nulla, diciamo. Mio padre la ama invece; ho decisamente preso da lui in questo.
"Non capirò mai cosa intendi, però capisco che ti stai impegnando molto" ammise "ah, oggi pensavo di fare un po' di shopping: vieni pure tu oppure resti a lavorare alla canzone?"
"Resto a lavorare alla canzone" risposi. Mi dispiaceva un po' bidonarla così, ma il dovere chiama.
Entrambe riordinammo la cucina, poi lei se ne andò a far compere.
"Bene, ora posso continuare. Concentrati" mi dissi, mentre ripetevo il motivetto che mi serviva come base.
Pian piano lo specificai. Aggiunsi altre parole, che dopo un bel po' divennero delle brevi frasi. Decisi poi di concentrarmi su una bozza dell'intero testo. Nel frattempo mia madre tornò.
Stavo ancora cercando di perfezionarla quando mi accorsi che era ormai sera, mangiai degli avanzi mentre la mamma si preparava un'insalata. Poi mi misi nel letto e continuai (senza chitarra per non disturbare i vicini) fino a tarda notte.

-alcuni giorni dopo-

Ascoltai per l'ennesima volta la registrazione dell'intera canzone. Era ancora una bozza, ma ero ormai a buon punto. Dovevo sistemarla, certo, c'erano varie imperfezioni, ma era un perfetto esempio di come sarebbe uscito il prodotto finale.
Non vedevo l'ora di farla sentire a qualcuno. Non a mia madre, perchè era al lavoro.
"Magari a Tom, lui se ne intende" riflettei. In effetti, era da un po' che non andavo da lui. Ero così presa dal creare questa canzone che l'avevo un po' trascurato.
Mi dispiaceva. "Rimedierò andandolo a trovare ora, così mi dice che ne pensa".
Mi preparai ad uscire. Mi misi un semplice top e un pantalone, un po' di matita nera e mascara e potevo andare. Skate alla mano, svoltai tra le stradine della periferia con il testo sotto braccio e l'aggeggio che avevo usato per registrarmi nella tasca. Arrivai alla piazza e svoltai verso l'appartamento.
Appena fui davanti alla porta, suonai al campanello e attesi con impazienza che qualcuno aprisse. Sentii la serratura scattare e Gustav era davanti a me.
"Oh, ciao Avril, come va?"
"Bene, dov'è Tom?"
"Di sopra, in camera sua"
Lo superai di fretta e corsi su per le scale come una capra. Scattai nel corridoio e raggiunsi la porta della sua camera.
Aprii la porta senza pensarci su.
"Ehy, Tom, mi chiedev-" partii lanciata, ma mi bloccai non appena lo vidi.
Era in piedi accanto al letto, a petto nudo. Arrossii esageratamente. "Copriti, volevo mostrarti una cosa" sbuffai, afferrando una delle tante maglie appoggiate sulla sedia accanto a me e porgendogliela.
"Perchè, non ti piace?" scherzò aprendo le braccia.

"Perchè, non ti piace?" scherzò aprendo le braccia

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"Ritardato" borbottai. Gli lanciai la maglietta in faccia.
"Deficiente" me la rilanciò.
"Non sei divertente" gliela ripassai e mi sedetti sul letto.
Finalmente la indossò.
"Tieni e ascolta" gli accesi la mia registrazione e attesi, la sua faccia indecifrabile.
Fino a poco fa ero emozionatissima di farla sentire a qualcuno, ora invece mi sentivo un po' in imbarazzo, ma decisi di non farci caso.
Quando finì, Tom mi restituì l'oggetto.
"È solo una bozza-" dissi prevenuta.
"È davvero bella, quale sarà il titolo?"chiese impressionato
"Umh, penso sarà tipo... "Girlfriend", o qualcosa del genere" borbottai.
"La adoro, davvero" continuò
"Era... dedicata a te" ammisi.
"E quando e dove pensi di pubblicarla?" mi domandò; sembrava aver ignorato quel che gli avevo appena detto.
"Non c'ho ancora pensato" risposi, un po' fredda.
"Potresti pubblicarla quando andremo in Germania, e io ti aiuterò" disse "questa canzone merita, sono sicuro che otterrai risultati!"
Ero contenta che credesse in me, anche se non avevo alte aspettative. Per niente.
Improvvisamente mi arrivò un senso di consapevolezza
"Quando parti per la Germania??"
"Settimana prossima, in questo giorno, perchè?" chiese un po' confusi.
"Non l'ho ancora detto a mia madre.."

YOU KNOW ME -tom kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora