AVRIL'S POV
Tutti accettammo, e così Bill andò a recuperare delle vecchie cassette tra cui potevamo scegliere che film guardare.
Alla fine optammo per Annabelle.
Georg propose di andare in cantina a guardare l'horror, così che facesse più effetto, tanto una vecchia tv giù c'era. Poi preparammo degli snack; patatine, pop corn, bibite, dolci, e finalmente scendemmo.C'era una stanza ampia arredata come fosse un salotto, anche se non era molto illuminata. Ma non era importante, perchè avevam già deciso di guardare il film al buio totale.
La giusta atmosfera.Inutile dire che praticamente persi la voce mentre lo guardavo.
E non perchè urlavo (anche per quello) ma perchè mi veniva da ridere come un'esaurita.Tra un po' facevo più paura io del film.
Dopo il film rimanemmo svegli fino all'1 circa, poi ognuno andó nella propria camera a dormire.
Io e Tom però non avevamo per niente sonno.
Non sapevamo che fare."Potrei darti lezioni di chitarra se ne uscì fuori lui all'improvviso.
E visto che non avevo altre idee accettai."Non faremo un po' casino?" chiesi.
"E quindi? Chissene" rispose rilassato.
Poi incominciammo a suonare la chitarra assieme, letteralmente, perchè la chitarra era una sola.
Le nostre braccia spesso si incastravano, non eravamo molto coordinati, ma lui ebbe la pazienza di aiutarmi e finalmente riuscimmo a suonare un intera canzone senza intoppi. Volevamo provare a farne un'altra quando Bill spalancò la porta, in pigiama, spettinato, struccato e assonnato, che ci sgridò.
"Avete rotto i coglioni, io voglio dormire, capito teste di cazzo?""Bill, se ti si fanno le occhiaie risparmi soldi sugli ombretti" lo scherzò Tom.
Ma il fratello era particolarmente irascibile ora che aveva sonno e gli urlò contro i peggio insulti.
Poi se ne uscì a passi pesanti."Che si fa?"
"Si continua a suonare" fece Tom, e continuammo nonostante le lamentele di Bill.
Poi finalmente decidemmo di addormentarci.Il mattino dopo mi svegliai tardi.
Andai in cucina e vidi che una parte della colazione era stata laeciata da parte.
Sentivo della musica provenire dalla taverna, probabilmente stavano provando.
Anch'io avrei dovuto fare delle prove per la mia nuova canzone, e magari pensare già alla prossima.
Ma ora no, dai.
Mangiai di gusto e poi andai a vestirmi e pettinarmi.
Quando tornai in salotto vidi che la band era tornata su.
Appena mi vide Tom mi si avvicinò e mi propose: "Ti va di fare un giro? Così conosci un po' la città. Possiamo andare sullo skate, se vuoi"
"Sai usare lo skate??" chiesi stupita.
"Ovvio. Anche se magari non sono bravissimo" rispose."Vorrà dire che ti insegnerò" dissi "così ti ricambio il favore per ieri sera"
"Non vi ho ancora perdonati per il casinò che avete fatto" brontolò Bill.
"Che noioso" commentò il fratello.
"Muto"
"Forza andiamo" risi io strattonando Tom con me. Il mio skate era lì fuori dall'ingresso, il suo era dietro la casa. Risbucò con uno skate-board tutto decorato e un po' malridotto.
"Non sembra male, un po' da principiante, e tenuto malaccio" giudicai a occhio libero.
"Interessante" disse Tom sarcastico.
"Andiamo e basta" sospirai, e lui partì.
Lo seguii."Ti inclini troppo, poi è ovvio che finisci in mezzo alla strada" lo sgridai alla terza volta che rischiava di finire sotto un auto.
"È sta tavola, che si curva!"
"No, sei tu che non sai gestirla" brontolai "Copia la mia postura" lui ci tentò ma sembrava una statuetta sproporzionata di gesso "e non essere così rigido!"
"Non credevo di essere così pessimo" sospirò Tom seguendo le mie indicazioni.
"Ti manca solo un po' di allenamento" cercai di consolarlo "comunque, dove andiamo?"
"In uno di quei parchi per gli skate, che dici?"
"Ci sta" accettai "Ma sei sicuro di saper fare le acrobazie?"
"Ma si, che sarà mai" disse superficiale.
"Vedremo"
Mentre andavamo, però, notammo una figura familiare
"Ma quella è Addison?" mi chiese Tom in cerca di una conferma."Mi sa di sì"
"Facciamo l'altra strada, così la evitiamo"
"In realtà, vorrei parlarci" ammisi
"Ne sei sicura?"
"Abbastanza" e mi avvicinai a lei.
Afferrai lo skate e la guardai negli occhi. Lei si tolse le cuffiette e spense la musica, poi ricambiò lo sguardo in modo ostile.
"Che vuoi?"
"Vorrei chiarire" dissi "secondo me c'è stato un malinteso"
"E ci pensi solo ora?" continuò sprezzante.
"Perché hai detto a mio padre di venire a casa di Tom?Per non parlare di tutte le informazioni che gli hai dato senza consultarmi"
"Credevo che sbloccarti un po' ti avrebbe aiutata, tutto qui" borbottò "sei tu che hai capito male e non ci hai nemmeno provato".
Beh, la sua iniziativa non mi piaceva molto, però il pensiero che c'era dietro era positivo.. Forse era davvero colpa mia, che avevo frainteso tutto.
"Allora scusami" dissi un po' a stento "se vuoi che più tardi ci incontriamo e ne riparliamo, hai il mio numero"
Mi faceva un po' strano scusarmi così facilmente, non era molto da me, ma ad Addison mi ero legata e non volevo perderla per un fraintendimento di cui son colpevole.
Addison rimase un po' stupita, poi mi fece un sorriso timido e ci abbracciò entrambi.
"Scusate pure me, se sono stata un po' stronza ieri sera" disse
"Perdonata" commentai
"Allora, questo pomeriggio magari ci sentiamo, ok?" accettò.
"Ok!"
Una volta che io e Tom ci fummo allontanati da lei, lui ammise: "Secondo me non la conta giusta, non mi convince""Io.. Voglio fidarmi"
"Fa' pure, però per me è un po' strana. Quei suoi cambi di personalità, le sue 'spiegazioni' insolite... Nah, non mi convincerà mai" borbottò
"Lo so. Non pensiamoci ora. Andiamo al parco e basta"Il parco in cui mi portò era piccolo e tenuto male, cioè sporco e peno di graffiti.
"Waw, proprio un bel parco" mi lamentai.
"È l'unico qui vicino" si difese Tom
"Vabbe dai, non sembra troppo male" dissi speranzosa.
Notai due alte rampe abbastanza vicine da poter fare diversi tipi di salto, sia piccoli e facili, che alti e comessi, e per di più non c'era quasi nessuno.
"Direi di iniziare da quelle rampe là" dissi a Tom, che mi seguì.
"Per fare un normale salto, cerca di mantenere l'ecquilibrio e stai in una postura tipo questa" spiegai. Lui provò a copiare ma rovinò a terra.
"Tutto bene?"
"Insomma" commentò mentre si rialzava.
"Vedi, non è facile"
"Ora lo so"
"Alzati, su"risi mente gli allungavo la mano.
"Stronza, non c'è nulla da ridere" bofonchiò lui.
"Vuoi riprovarci o ti arrendi?" chiesi prima di sentire le ruote di skate o il rumore di passi che si avvicinavano.
Non mi preoccupai, era normale sentire quei rumori in una pista; mi preoccupai quando sentii che venivano scattate delle foto. Mi voltai e vidi una folla di paparazzi che ci fissava e scattava foto.
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YOU KNOW ME -tom kaulitz
RomanceLa storia parla di Avril,una giovane cantante dei 2000 che per cercare di avere più popolarità cercherà "l'aiuto" di una band tedesca ,i tokio hotel,i quali verranno convinti dal chitarrista,Tom Kaulitz,ad aiutarla. Il ragazzo inizierà ad affeziona...