Art. 137, comma 3 del manuale delle regole:
Ogni studente deve recarsi in farmacia la domenica in un orario compreso fra le 5:00 e le 11:00.
Le ore da quel momento passarono lente e inesorabili. Pietro leggeva le pile di libri che gli avevano assegnato al corso di etica, Melissa fissava la finestra e a intervalli regolari usciva furtiva dalla camera e andava a controllare se fossero comparse nuove comunicazioni. Trentacinque si era raggomitolato sotto le lenzuola nel tentativo di ottenere un po' di privacy e non faceva nulla se non pensare. Aveva bisogno di isolarsi dalle persone per un po' e chiarire quella tempesta di pensieri che gli annebbiava la mente. Nel suo cuore rullava ancora l'incontro della mattina con Aurelia, avrebbe tanto voluto poterle parlare delle sue ipotesi, sapere cosa ne avrebbe pensato lei.
Si sentiva confuso, le intuizioni che sfuggivano e si spezzavano come bolle di sapone nella sua mente. Le pillole che gli avevano somministrato le Piantine Ombra lo avevano lasciato più scosso e turbato della domenica precedente, complice la paura di avere la stessa reazione del ragazzo della stanza 80 e lo shock della notte insonne, terrorizzato all'idea che Sara avrebbe potuto ucciderlo. I bordi degli oggetti gli sembravano più sfuocati del solito, si sentiva stordito, col corpo troppo pesante per muoversi. La pelle madida di sudore gli dava l'impressione che si sarebbe potuto sciogliere sul materasso da un momento all'altro e scomparire per sempre, libero da tutti quei misteri.
Le pillole lo avevano riempito fino a scoppiare di terrore misto a senso di colpa. La sua mente gli giocava brutti scherzi, oscillava fra gli occhi acuti e curiosi di Aurelia e il dolore al petto quando si rendeva conto di stare pian piano dimenticandosi della madre adottiva. Sentiva che i ricordi di lei stavano sbiadendo, quelli visivi soprattutto. Aveva realizzato che non sapeva se lei avesse le dita sottili o le mani grandi, la sua altezza era avvolta in una nebbia scura, anche il colore dei suoi occhi era scomparso dalla sua memoria. Ed era proprio quest'ultima informazione a tormentarlo maggiormente. "Non sai nemmeno il colore degli occhi di tua madre" si ripeteva. "Sei un pessimo figlio, non le hai mai veramente voluto bene, altrimenti ti ricorderesti benissimo il suo aspetto."
Ogni tanto Trentacinque ritornava un po' in sé, anche se gli effetti delle pillole continuavano a tormentarlo come onde che inesorabilmente si infrangono a intervalli regolari sulla banchina. Doveva rimanere concentrato, ricordare il suo obiettivo principale: fuggire. E sopravvivere. Non doveva farsi coinvolgere troppo dalle persone di quella scuola, doveva smettere di pensare alla strana dinamica fra Pietro e Melissa, ad Aurelia, a Sara, a Ginevra, alle lezioni, al numero di demeriti. Ciò che contava era che, se aveva ragione e uno studente stava tentando la fuga dalla scuola, avrebbe potuto emularlo, cercare di capire come aveva fatto. E se la fuga di quello studente fosse fallita e i Sorveglianti lo avessero preso, avrebbe comunque potuto imparare dai suoi errori, in modo da non ripeterli e avrebbe anche saputo cosa accadeva a chi tentava di scappare senza riuscirci.
In fin dei conti, quella della fuga era l'unica spiegazione possibile a quanto successo: quella mattina i Sorveglianti erano entrati in farmacia tutti agitati perché avevano appena scoperto che uno studente mancava all'appello, forse era scappato proprio passando dalla mensa o prendendo qualcosa da lì. Per questo motivo all'inizio avevano deciso solo di chiudere la mensa, convinti che l'avrebbero ripreso in poco tempo. La farmacia invece l'avevano chiusa per la sua posizione: era troppo vicina e sarebbe stato complicato nascondere quanto stava accadendo ai tanti studenti curiosi. In seguito, i Sorveglianti si erano resi conto che stava passando troppo tempo e del ragazzo o della ragazza fuggitiva non c'era ancora traccia, così disperati avevano mandato un messaggio e avevano intimato gli studenti di rimanere in camera in modo da facilitare le ricerche. Le Piantine Ombra erano state impiegate per pattugliare la scuola, proprio perché veloci, non eccessivamente grandi e abbastanza forti da immobilizzare il fuggitivo se l'avessero trovato. Erano anche dotate di tecnologie in grado di riconoscere gli studenti, erano perfette per quel compito. Tutti i pezzi combaciavano. Forse la persona che era fuggita aveva deciso di farlo proprio la seconda domenica del mese per sfruttare l'agitazione generale che l'omicidio di Ginevra avrebbe provocato. Quella persona sapeva che i Sorveglianti e una parte del personale scolastico sarebbero stati più distratti del solito, e aveva approfittato dell'occasione. Tutto tornava.
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La Scuola dei Demeriti
Science Fiction| Wattys 2023 Shortlist | C'è chi Perfetto ci nasce e chi, invece, deve recarsi ogni settimana al Centro di Accompagnamento della propria città e ritirare le pillole che gli permetteranno di diventarlo. Le pillole sono una garanzia: chiunque sarà p...