Art. 160 del manuale delle regole:
Non sono ammesse sveglie.
Alle tre e venti Trentacinque si mise all'opera, ormai sicuro che Pietro e Melissa fossero a lezione. Doveva fare in fretta.
Si avvicinò all'intelaiatura della finestra, batté su uno degli angoli in basso e la afferrò mentre si staccava. Era molto più pesante di quanto l'avevano fatta sembrare Pietro e Melissa, tanto che trovava difficile tenerla sollevata. Con uno sforzo la appoggiò su un letto, facendo attenzione a non romperla.
Il muro, prima nascosto dall'intelaiatura, rivelò un centinaio di minuscole crepe, ciascuna delle quali contenente un piccolo foglietto arrotolato; attorno alle crepe c'erano dei segni scuri, forse delle parole, forse delle indicazioni. Trentacinque avvicinò il viso alla parete, ma quelle linee vorticanti non presero una forma o un significato: rimasero sfuocati segni su un muro.
A Trentacinque sprofondò il cuore nel petto: senza i suoi occhiali non poteva leggere ciò che c'era scritto, anzi non riusciva nemmeno a stabilire se quei segni scuri fossero parole o solo linee casuali, magari sporcizia accumulata negli anni.
Le mani gli corsero alle tasche della felpa in automatico, forse speravano in un qualche miracolo che non avvenne. Il suo corpo venne scosso da brividi: non poteva leggere. Tutta la libertà che gli avevano donato gli occhiali negli ultimi anni, e che aveva dato per scontata, era svanita in un istante, rubata dai Sorveglianti. Lacrime calde scesero lungo il suo volto, le sue spalle erano scosse dai singhiozzi. Non doveva pensarci, raddrizzò la testa, non era quello il momento di crollare: doveva rimanere concentrato e non lasciarsi sopraffare dalle emozioni del momento, scacciare le lacrime che gli rendevano la vista ancora più appannata del solito.
Sospirò e passò le dita su uno di quei segni scuri sulla parete, cercando di capire se si trattasse di sporcizia o di parole scritte a penna. Nulla sembrò rimanergli appicciato ai polpastrelli anzi, il muro sembrava particolarmente pulito, non appiccicoso come le altre pareti della stanza. Purtroppo, questo non escludeva che fossero delle macchie secche o dei graffi.
Se invece quelle linee formavano delle parole, di certo non potevano essere del creatore dei foglietti, ragionò Trentacinque, altrimenti Melissa le avrebbe sicuramente notate quando li aveva trovati la prima volta. Magari aveva aggiunto lei delle indicazioni sul loro utilizzo? Ma sembrava una mossa particolarmente imprudente da parte sua: quei segni erano troppi e troppo evidenti e se i Sorveglianti - o qualcun altro - avesse fatto cadere l'intelaiatura sarebbero subito stati scoperti. Potevano anche essere solo dei disegnini o delle linee casuali fatte a penna, non poteva saperlo.
Trentacinque provò a ripassarci ancora sopra le dita, sperando in qualche modo di riuscire a capirci qualcosa. Questa volta noto che c'erano dei piccoli pallini che fuoriuscivano dal muro e gli solleticavano le dita. Provò a schiacciarli, ma non successe niente.
Toccandoli con più attenzione notò che sembravano formare delle linee; con il polpastrello cercò di seguirne la scia: non portava a nulla. Forse facevano parte della struttura della finestra.
Trentacinque trattenne le lacrime, non poteva toccare i foglietti senza sapere in anticipo che cosa facessero: esisteva carta molto pericolosa, progettata per avvelenare chiunque la toccasse e condurlo a una morte rapida e dolorosa, carta che penetrava dentro al corpo e corrodeva le dita facendole staccare. Non poteva rischiare, Melissa sì era ancora viva, ma chissà quali foglietti aveva toccato e quanto tempo ci aveva impiegato a capirne il funzionamento.
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La Scuola dei Demeriti
Science Fiction| Wattys 2023 Shortlist | C'è chi Perfetto ci nasce e chi, invece, deve recarsi ogni settimana al Centro di Accompagnamento della propria città e ritirare le pillole che gli permetteranno di diventarlo. Le pillole sono una garanzia: chiunque sarà p...