23. Sibili

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Art. 610, comma 17 del manuale delle regole:

Ogni studente classificatosi fra i primi dieci nella classifica individuale ottiene tutti i diritti che possiedono i membri delle prime dieci stanze nella classifica delle stanze, indipendentemente dalla posizione della propria stanza in classifica.


Trentacinque non fece in tempo ad alzarsi dal letto che qualcuno, o qualcosa, bussò forte alla porta. Pietro era già in piedi, il libro che stava leggendo stretto nella mano sinistra, Melissa al suo fianco aveva un'espressione molto preoccupata e stava facendo segno di tacere.

Tic. Tic. Sentirono ancora. Sembrava che chiunque stesse bussando, stesse usando un bastone o comunque qualcosa con una punta sottile.

Poi il rumore smise, ci fu un silenzio rotto solo dai respiri dei tre ragazzi.

Passarono cinque secondi.

Sssss.

Un sibilo.

Il rumore di una grossa pagina che veniva voltata.

La maniglia si abbassò rapida.

E si risollevò veloce. Come se chi stesse tentando di afferrarla non avesse dita in grado di stringerla.

La maniglia si abbassò e si rialzò di nuovo, con una rapidità tale che era difficile seguirne il movimento con gli occhi, si sentì qualcosa di metallico sbattere contro il legno della porta. La maniglia si mosse e la porta si spalancò di scatto.

Trentacinque trattenne a stento un urlo. Una cosa verde era appena entrata nella loro stanza. Era... era una Piantina. Due delle lunghe radici che non impiegava per muoversi reggevano dei piatti pieni di pane fresco e caldo, alcuni pasticcini e delle brioche ripiene.

«Ci hai portato la colazione?» disse Melissa, le spalle le si erano rilassate e la sua bocca si era quasi istantaneamente piegata in un sorriso alla vista della Piantina. «Sei stata gentile.»

Il colore verde del Modulo si schiarì per un rapido istante, come se lui stesse arrossendo di imbarazzo.

«Non sai dove appoggiarli?» gli domandò Melissa. «Puoi lasciarli qui sul pavimento, in questo angolo, grazie.»

La Piantina eseguì goffamente, poi si inchinò in direzione della ragazza e uscì dalla porta diretta verso un carrellino pieno di piatti che aveva lasciato fuori.

Melissa ci sapeva proprio fare con i Moduli, notò Trentacinque; prima il Macc, poi le Piantine, sembravano tutti trattarla in modo diverso dagli altri, come se fosse speciale.

Pietro richiuse la porta. «Cavoli, ci è andata benissimo! Sarà la prima e unica volta che lo dico, ma adoro che oggi sia domenica! Guardate quante cose buone! Biscotti con gocce di cioccolato! Mirtilli e lamponi!»

Anche Melissa sorrise. «Dovremmo decidere se mangiarli adesso o tenerceli per dopo.» Gli occhi della ragazza seguivano tentati dei pasticcini di frutta. «Per la prima volta potremo apprezzare questa colazione.» Si morse il labbro. «Se solo sapessimo quando ci portano le pillole...»

«Non penso a breve» disse Pietro. «Soprattutto visto che hanno chiuso la farmacia. Io propongo di mangiare un po' di cibo adesso e di tenerne il restante da parte per dopo.­»

A Trentacinque l'odore del pane caldo stava facendo venire l'acquolina in bocca. «Approvo!» esclamò.

Melissa guardò l'orologio. «Mi sembra una buona idea! In fondo ormai sono quasi le undici e non penso ci porteranno anche il pranzo.»

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