Capitolo nove

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Era mezzanotte.
L'incontro con Fabio mi aveva intimorita, avevo paura, non volevo stare a casa da sola.
Avevo bisogno di Mattia e di protezione.
Chiamai subito Maria e le dissi che avevo dimenticato il secondo mazzo di chiavi in sala quattro e che quindi non sarei potuta entrare in casa.
Fu comprensiva e mi diede il permesso di entrare negli studi.
Era notte e probabilmente lui si sarebbe alterato se l'avessi svegliato, ma non sarei riuscita a dormire senza sentire la sua voce che in qualche modo sarebbe riuscita a rassicurarmi.
Senza fare rumore aprii la porta del giardino della casetta.
Mattia era sdraiato sul prato e guardava il cielo.
Appena mi vide si alzó in piedi.
"Emma", disse stupito.
"Perchè sei ancora sveglio?", domandai incredula.
"Non riuscivo a dormire, vieni qua"
Avevo gli occhi colmi di lacrime e faticavo a parlare.
Rimasi immobile, non sapevo se volessi veramente farmi vedere cosí debole davanti a lui.
Mi si avvicinó e soffocó i miei pensieri in un istante.
Avvolse il mio corpo con le sue grandi braccia, lo strinsi a me.
Dopo pochi secondi scoppiai a piangere, non riuscii a trattenermi.
Strinsi il dietro della sua maglietta, lui continuó a lasciarmi dolci baci sui capelli.
"Ho bisogno di te", dissi con un filo di voce.
Non mi rispose, ma mi strinse ancora piú forte, accarezzandomi la testa.
Mi resi conto che non potevamo rimanere in giardino, le telecamere di notte erano spente, ma qualcuno sarebbe potuto uscire dalla casetta.
L'ultima cosa che volevo era dare spiegazioni su me e Mattia, anche perchè non riuscivo a darle nemmeno io.
Controvoglia alzai la testa e gli dissi di seguirmi, saremmo andati in sala quattro.

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