Capitolo trentasette

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Mi fermai a fissarlo, a fissare i suoi lineamenti cosí particolari.
Erano le cinque del mattino, fuori si stava scatenando un temporale.
I nostri corpi nudi erano coperti da un leggero lenzuolo bianco.
Mi lasció un bacio su uno zigomo.
"A cosa stai pensando?", mi chiese morbido.
Sospirai e mi misi sull'altro fianco, dandogli le spalle.
Mi accarezzó la schiena scoperta.
"È tutto sbagliato", dissi con un filo di voce.
Si scostó lentamente da me, mettendosi a pancia in su.
Mi avvicinai e iniziai a muovere le mie dita sul suo petto.
Gli diedi un bacio su una spalla.
"Ci stiamo solo facendo del male", continuai con un nodo in gola.
Prese le mie mani e le osservó.
"Purtroppo non possiamo essere una certezza l'uno per l'altra", disse pensieroso.
Si alzó dal letto, lo raggiunsi.
Penetrai i suo occhi verdi con il mio sguardo.
Ci fu un lungo silenzio, iniziai involontariamente a tremare.
"Emma", disse con voce rotta,"Grazie."
Avvolse il mio corpo nudo con le sue braccia.
Provai una sensazione difficile da spiegare.
Sentii il suo cuore battere sul mio petto e il suo respiro sul mio stomaco.
Non fu un abbraccio come tutti gli altri.
Fu come se in quel preciso momento, il suo cuore avesse incontrato veramente il mio.
Quando i corpi di due persone si stringono, senza addosso vestiti, il calore si espande piú velocemente e in modo piú intenso.
La reazione provocata da questo gesto è irripetibile e vera, quasi devastante.
Si scatenó in me un sentimento, che si fece spazio tra i miei mille pensieri, mettendoli a tacere.
Un sentimento che andó dritto al mio petto, come un pugnale.
Nascosi il viso nell'incavo del suo collo, il mio volto si ricoprí di lacrime.
A volte è cosí difficile amare.


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