Capitolo undici

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Gli accarezzai la faccia con entrambe le mani, il mio cuore stava esplodendo.
Lui non mi avrebbe mai fatto del male, me l'aveva assicurato.
Era da anni che non toglievo la mia armatura per paura di soffrire, ma con lui era impossibile non farlo.
Appoggiai la mia fronte sulla sua e chiusi gli occhi.
Mi girava la testa, mi succedeva sempre dopo aver pianto.
Mattia mi prese le mani.
"Stai tremando", mi disse con tono diverso.
Aveva percepito la mia debolezza fisica e mentale, si stava addolcendo.
Ci sedemmo sul divanetto della sala canto, ero stanchissima, era tardi.
Faticavo a sostenere la testa, cosí l'appoggiai sulla sua spalla.
Mise un braccio sulla mia schiena e inizió ad accarezzarmi i capelli.
Provavo qualcosa di forte, un sentimento tra l'amore e l'odio.
Allungai la mano e la portai sulla sua pancia. Scivoló fino al suo fianco per poi essere accolta dal suo braccio che, accarezzando la parte superiore del mio, arrivó fino alla mia spalla.
Il suo corpo era caldo, lo stavo abbracciando dolcemente.
Smisi di pensare all'accaduto e persi piano piano i sensi.
Mi addormentai in un sonno profondo al sicuro sotto le sue braccia, abbandonata completamente al suo calore.
L'ultima cosa che percepii furono le sue labbra sulle mie tempie.

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