Capitolo trenta

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Ero rimasta a metá, cosí, all'improvviso.
Senza nessuna spiegazione, senza baciarlo per un'ultima volta, senza un ultimo suo sorriso.
Non riuscivo a non pensare al suo volto cupo e ai suoi occhi troppo gelidi rispetto al solito.
"Non c'è spazio per una terza ferita su questo cuscino", avevo pensato prima che tutto cominciasse.
Mattia era stato la mia rinascita, la mia rivincita, la mia sfida e il mio vero amore.
Non riuscivo ad accettare che se ne fosse veramente andato.
Non riuscivo a credere che per tutto quel tempo, mi avesse soltanto presa in giro.

17:30, Domenica 7 giugno
"Ciao amore,
è da due notti che non chiudo occhio.
Non immagini quanto sia difficile continuare a sorridere in questi giorni.
Quando sono a casa da sola mi sdraio e rimango immobile a fissare il soffitto.
Penso a te, a noi, a tutto ció che siamo stati.
Ho continuamente un dolore nel petto che mi distrugge.
Scusa se non sono stata abbastanza, se non ti ho dato ció di cui avevi bisogno.
Sono passati solo due giorni da quando siamo distanti, ma sembrano una vita intera.
Ieri ho incontrato Fabio, siamo andati ad un battesimo.
Abbiamo ricominciato a stare bene insieme, anche se non riuscirá mai a prendere il tuo posto, te lo assicuro.
Ho visto le foto con Ludovica.
Spero solo tu sia felice.", scrissi su un pezzo di carta.

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