Capitolo 2

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Le ruote della valigia scorrevano senza problemi sul cemento, proprio come erano state progettate. Nessuno sborsa migliaia di euro per far cigolare le proprie valigie di lusso.
Taehyun trascinava entrambe le valigie, una per lato, mentre si dirigeva verso quei familiari cancelli di ferro. Così alti, così imponenti.
I ricordi tornarono a galla, i momenti di ribellione; quella recinzione significava il controllo che i suoi genitori avevano su di lui.
Si fermò davanti a quei cancelli, fissando ogni singolo dettaglio. Erano gli stessi di sempre, ma Taehyun non lo era affatto.
Erano passati cinque anni e le cose erano cambiate.

"Possiamo entrare? Fa freddo qui fuori." Mormorò Youngmi, rannicchiandosi vicino al suo fidanzato.
Taehyun si voltò verso la ragazza che tremava, il suo viso pallido era arrossato a causa del freddo. "Certo che possiamo."
Avanzando, Taehyun inserì il codice a sei cifre, sbloccando i cancelli. Continuò a trascinare le valigie fino alla porta d'ingresso, dove un membro del personale lo stava aspettando.
"Giovane maestro Kang, posso prenderle io." Disse l'impiegato, prendendo in mano entrambe le valigie. "I suoi genitori la stanno aspettando in salotto."
"Ok, grazie." Rispose Taehyun. Sentì una mano afferrare la sua e intrecciarne le dita, Youngmi gli stava sorridendo. A sua volta Taehyun ricambiò il gesto.

Le loro scarpe batterono contro il marmo, facendo risuonare un ticchettio nel grande atrio. La coppia superò la doppia scalinata e si diresse verso il salone.
Era uno spazio così ampio e rinfrescante. Soffitti alti e mobili chiari. Era sempre un bel posto in cui stare, se solo le persone fossero state altrettanto gentili.
"Taehyun!" La signora Kang si avvicinò al figlio e lo abbracciò leggermente. La sua attenzione si rivolse subito alla ragazza accanto a lui, che abbracciò molto più a lungo. "Youngmi È così bello incontrarti finalmente di persona. Le videochiamate non ti rendono giustizia, sei così bella."
"Ah grazie, anch'io sono felice di conoscerti finalmente. Taehyun è sempre impegnato con il lavoro, era praticamente impossibile venire prima." Rispose Youngmi, appoggiando le mani delicatamente davanti a sé.
"Conosco fin troppo bene i mariti che lavorano sodo. Talvolta può essere una vera sofferenza, ma le scarpe Louis Vuitton ne valgono la pena." Entrambe le donne ridacchiarono.

"Dov'è papà?" Chiese Taehyun, dando un'occhiata alla stanza. Era leggermente sollevato dal fatto che suo padre non fosse presente e sperava che la situazione rimanesse tale.
"Si è presentata un'emergenza in ufficio, quindi è dovuto andare via." La signora Kang parlò in modo rapido e preciso a Taehyun, mentre fu molto più calorosa con Youngmi. Afferrò le mani della ragazza e le sorrise radiosamente. "Non preoccuparti di questo, prima o poi lo incontrerai. Comunque, voglio portare via Youngmi. Sono sicura che troverai un modo per divertirti." Si rivolse al figlio nell'ultima parte.
Youngmi guardò Taehyun, un po' confusa. Era appena arrivata e ora la sua futura suocera voleva già passare del tempo in privato con lei.
"Tra una settimana faremo una festa di fidanzamento a sorpresa." Affermò la signora Kang, intuendo l'esitazione di Youngmi. "Non avresti dovuto saperlo, ma devo procurarti qualcosa di favoloso da indossare."
"Oh wow, è fantastico, grazie."
"Non c'è di che, tesoro. Ti abituerai a essere trattata come se fossi mia figlia."

Taehyun sospirò mentre guardava sua madre andarsene con Youngmi. Il suo non era un disappunto, ma un vero e proprio sollievo. Suo padre era occupato e sua madre era fuori dai piedi. Non c'era più nulla di cui preoccuparsi.
Un dolore improvviso e acuto colpì la nuca di Taehyun. Il ragazzo si strinse la mano sul punto dolente.
"Puttana! Non sapevo che saresti tornato!"
Il blu risplendeva negli occhi di Taehyun, che guardava il suo vecchio amico. Soobin non aveva un aspetto diverso da quello di cinque anni prima e Taehyun lo invidiava. I pantaloni neri larghi, la camicia a quadri, la maglietta nera oversize. Gli orecchini ben visibili alle orecchie, gli anfibi grossi e pesanti. Uno stile molto diverso dalla sua attuale camicia bianca aderente, pantaloni neri attillati e scarpe eleganti.
"Di cosa stai parlando? Ti ho letteralmente mandato un messaggio."
Soobin aggrottò le sopracciglia, poi improvvisamente allargò gli occhi. Si poté notare quel secondo di realizzazione. "Oh merda, il mio telefono si è rotto qualche settimana fa."

"Qualche settimana fa?! Soobin, questa è una seria procrastinazione." Disse Taehyun, lasciandosi sfuggire una risata incredula.
"Non è questo, è solo che non posso permettermelo. Tuo padre ha tagliato lo stipendio a tutto lo staff, quindi sto dando la priorità al pagamento di cose più importanti."
Era una follia, perché mai suo padre avrebbe tagliato lo stipendio dello staff? Taehyun stentò a credere a quello che stava sentendo. Stavano parlando di suo padre, un uomo che si muoveva con i soldi. Prima che Taehyun potesse chiedere spiegazioni, Soobin cambiò completamente argomento.
"Devo andare." Disse Soobin, guardando il suo orologio da polso. "Ci vediamo..."
"Posso venire?" Lo interruppe Taehyun. "Non ho altro da fare."
"Certo, ma non puoi andare così, e dobbiamo fare in fretta." Soobin afferrò il polso di Taehyun e lo trascinò fuori dall'edificio principale. Attraversarono l'ampio giardino fino alla casa del custode, il luogo in cui vivevano Soobin e suo padre.

Il sole cominciava a tramontare e l'illuminazione naturale si affievoliva pian piano.
Soobin accese la luce della sua camera da letto e si diresse frettolosamente verso il suo armadio. Frugò per qualche minuto e tirò fuori il capo d'abbigliamento adatto all'occasione, e lo lanciò immediatamente verso Taehyun. "Spero che ti vadano ancora bene."
Il cambiamento era piuttosto insolito, dato che Taehyun non si vestiva così da più di cinque anni. Era grato di avere un amico così bravo, Soobin aveva salvato alcuni dei suoi vecchi vestiti, quando erano destinati alla spazzatura. Sapeva che Taehyun sarebbe tornato e avrebbe voluto i suoi vecchi vestiti, anche se l'attesa fu molto più lunga di quanto si aspettasse.
Un giubbotto cargo nero copriva la camicia a rete nera. Entrambi infilarono i pantaloni cargo neri e li bloccarono con una cintura di cuoio. Portava una collana intorno al collo, delle catene erano attaccate ai pantaloni. Gli stivali con la zeppa lo sollevavano di qualche centimetro e dall'orecchio gli pendeva un unico orecchino a forma di croce.

"Porca puttana! Sei davvero uno schianto!" Esclamò Soobin, guardando Taehyun che entrava con disinvoltura nella sua stanza. "Questo è il vecchio Taehyun che conosco."
"Mi mancava proprio questa sensazione." La libertà di esprimersi.
Era da molto tempo che non lo faceva. Gli sembrava un'idea completamente nuova in quei giorni, visto che era così abituato a essere ciò che gli altri volevano che fosse.

"Sei pronto ad andare?"
"Lo sono, ma ti dispiace dirmi dove stiamo andando?"
Un dolce sorriso increspò le labbra di Soobin, che si lasciò sfuggire una piccola risatina. "Non te lo avevo accennato? Oh, beh... Andiamo a vedere la band del mio ragazzo."

Anymore | TaeGyu [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora