Capitolo 13

67 14 0
                                    

[Menzione di abusi sessuali]

"Ti stavo cercando, tesoro."

Quella voce.

Quella voce così sgradevolmente familiare.

Quella voce vile, disgustosa e ignobile.

Non porta solo suoni, ma anche gesti malvagi e i ricordi traumatici di un'infanzia strappata via.

Youngmi disprezzava quella voce, ma non aveva scampo.

"Ti prego, lasciami in pace, ho un lavoro da svolgere..." Il respiro di Youngmi si affanna, sentendo una scia di baci lungo la spalla. Ognuno di essi le provoca un brivido doloroso nel corpo, creando quella sensazione convulsa di voler vomitare.

"Non fare la bambina difficile."

Come sempre, lei si rilassa, nella speranza che lui provi un po' di pietà. Più resiste, più i lividi si disseminano sulla sua pelle. Non sa quando ha accettato che questa fosse la sua vita, ma in verità non aveva più molte energie per lottare.

Gli occhi si chiudevano, mentre le dita di lui si stringevano intorno alla sua vita, sollevandola dalla sedia. È premuta contro la scrivania, sentendo le labbra attaccate al collo. Questa era la sua normalità, undici anni di sofferenze, undici anni di paura, undici anni passati a nascondersi. La persona che doveva portare a sua madre un nuovo senso di felicità, la persona che doveva essere il suo nuovo padre, era proprio la persona che le aveva strappato ogni briciolo di purezza che aveva.

Si sentiva usata, spezzata.

Mentre le sue dita si muovevano più in basso, Youngmi non riusciva a controllarsi. Era stanca di tutto questo, doveva finire.

"Basta!" gridò, spingendo l'uomo indietro.

Lui sembrava scioccato, persino arrabbiato. "Pensavo che ne avessimo già parlato. Devi essere una brava ragazza per me, Youngmi."

"No, ho smesso di essere accondiscendente. Non ti appartengo, non puoi farmi quello che vuoi." Sentì l'adrenalina scorrerle nelle vene, dandole la forza di proteggersi.

Per proteggere quella bambina di otto anni che non poteva farlo.

"Sei mia, finché non dico che non lo sarai. L'unico modo per porre fine a questa storia è che tu ti trovi un marito rispettabile." disse, avvicinandosi a Youngmi. Lei sentì il suo alito caldo sfiorarle il viso, mentre lui le spostava alcune ciocche di capelli dietro l'orecchio. "Ma chi vorrebbe una persona disgustosa come te? Dovresti ritenerti fortunata che un uomo come me ti guardi."

Youngmi gli diede uno schiaffo, respingendolo nuovamente. "Ho un ragazzo, e viene da una delle famiglie più ricche della Corea del Sud. Ha status, ricchezza e fascino, non potresti trovare nessuno di più rispettabile."

"Non ci credo..."

"Non ho bisogno di te." Youngmi lo interruppe bruscamente. "Lo porterò a cena domani sera; potrai vederlo con i tuoi occhi. Ora, se vuoi scusarmi, ho un lavoro da fare."

__________

Una sola lacrima scese sulla sua pelle pallida, rapidamente asciugata dalla ragazza. Odiava pensare al passato e odiava pensare a quell'uomo. Erano passati anni; aveva trovato la sua salvezza, ma non era ancora libera. Al contrario, viveva nella menzogna, sfilando in giro per tutte quelle persone. Non era quello che voleva e sapeva di non essere l'unica.
Al rumore della porta, Youngmi girò la testa e guardò Taehyun entrare lentamente nella stanza. Si avvicinò al letto e si sedette accanto alla ragazza.
"Hai pianto?" chiese, notando gli occhi vitrei della donna.
"Un po'." mormorò Youngmi. "Stavo ripensando a quando ci siamo messi insieme la prima volta."
"Come mai?"
"Beh, guardaci ora Tae, guarda cosa stiamo facendo. Nessuno di noi due sarà mai veramente felice."

Taehyun emise un respiro profondo con il cuore a pezzi per le sue parole. Sapeva che era vero, per questo era così difficile da accettare. "Non mi pento di averti aiutato e non lo farò mai."
"Lo so, ma hai letteralmente passato quattro anni a proteggermi dalle stesse persone con cui ora lavorerai. Non saranno il mio patrigno ma, ai miei occhi, sono esattamente la stessa cosa."
"Mi dispiace." Non riuscì a dire altro.

"Non voglio che tu sia dispiaciuto, Tae, voglio tornare negli Stati Uniti. Voglio stare lontana da persone come quelle..." La sua voce si fece più debole, mentre le lacrime le scivolavano dagli occhi. "Mi avevi promesso due settimane, tutto qui. Non questo, Tae, non posso farlo."
Aveva ragione, ancora una volta. Per Taehyun era un dolore immenso vedere cosa stava facendo a Youngmi con questa decisione. Lei meritava di meglio, lo sapeva, ma era arrivato a un punto in cui non poteva più darglielo.

"Cosa vuoi fare allora?"
"Non lo so." mormorò Youngmi. "Che cosa posso fare? Annullare il fidanzamento è un'opzione? Non avrò più un posto dove andare."

"Non preoccuparti di queste cose, penserò a tutto io. Pensa solo a quello che vuoi." rispose Taehyun con dolcezza, posando la sua mano su quella di Youngmi. Accarezzò la sua pelle delicata, non solo per tranquillizzare lei, ma anche sé stesso. Era una situazione difficile per entrambi e, dopo quattro anni, non facevano altro che contare l'uno sull'altro per superare momenti come questo. "Vuoi rimanere qui? Dirò che sei malata o qualcosa del genere."
"No, va bene così. Mi prendo ancora qualche minuto e poi torno giù."
"Sei sicura?"
"Sì, lo sono."

Taehyun annuì, lanciando un ultimo sguardo a Youngmi prima di alzarsi e uscì dalla stanza con un senso di incertezza. Suo padre probabilmente lo avrebbe licenziato se avessero messo fine al fidanzamento, e lui cosa avrebbe fatto? Aveva appena lasciato l'altra posizione. Suo padre si lamentava del fatto che Taehyun portasse speranza all'azienda, e per una volta aveva la possibilità di renderlo orgoglioso.
Tuttavia, questo non avrebbe mai superato ciò che Youngmi significasse per lui. Se stare con Youngmi le causava più dolore che felicità, non poteva continuare a farla vivere in questo modo.

Anymore | TaeGyu [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora