Capitolo 6

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"Una notte di vendite sprecata! Che cazzo di problema ha Gyu? Di solito prende tutto sul serio."
"Calmati, è ovvio che sta passando qualcosa."
"Beh, è tuo figlio, cerca di capirlo per una volta."
"Dovrebbe arrivare presto, possiamo trovare una soluzione insieme."

Beomgyu sospirò, guardando attraverso la fessura della porta. Era uscito dal suo stato vegetativo solo poche ore prima, il che significava che ora doveva affrontare Yoongi e sua madre. Le stesse persone per cui si era incasinato andando in escandescenza la sera prima.
Cristo, odiava Kang Taehyun!
Non c'era alcun motivo per rimandare, tanto valeva far finire la ramanzina. Spingendo la porta, Beomgyu entrò nell'appartamento con un'accoglienza contrastante: Yoongi era furioso e poggiava il braccio sul televisore, mentre sua madre era piuttosto calma e gli faceva dolcemente cenno di sedersi accanto a lei sul divano.

"Spiega." fu tutto ciò che disse Yoongi.
Beomgyu si sedette accanto alla madre, sentendo una mano che gli massaggiava delicatamente la schiena. "Ero triste, così ho bevuto e preso dell'LSD."
"Sì, quella parte l'ho già capita." lo schernì Yoongi, scuotendo la testa. "Non ho problemi se ti sbronzi o ti fai. Sono d'accordo, ma devi essere responsabile. Sapevi di dover lavorare quella sera, quindi non devi fare queste cose."
"Lo so."
"Se non avessi fatto irruzione nel tuo appartamento, saresti annegato. Pensa a come si sarebbe sentita tua madre."
Sua madre fece un sorriso forzato, mentre Beomgyu la guardava. Era ovviamente preoccupata per lui, il che lo fece sentire veramente in colpa.
"Sei il mio miglior spacciatore, ho bisogno di te." affermò Yoongi, lanciando una borsa a Beomgyu. "Ti farai perdonare lavorando stasera. Non mi interessa cosa devi fare, voglio che tutto questo venga smaltito."

La borsa era pesante, più pesante del solito. Aprendo il borsone nero, notò che era quasi il doppio di quello che gli veniva dato solitamente. Non era possibile che riuscisse a sbarazzarsi di tutto in una sola notte.
"C'è troppa roba." mormorò, guardando Yoongi confuso.
All'uomo sfuggì una piccola risatina, mentre si dirigeva verso la porta. "È il tuo lotto di ieri sera, più la quantità assegnata a tua madre per stasera. I suoi spacciatori sono stati fortunati e hanno avuto la serata libera. Ora è meglio che ti muovi, i tempi stringono." E andò via, sbattendo la porta.

"Ti aiuto io, tesoro." disse sua madre, prendendo la borsa di Beomgyu. "È assurdo."
Beomgyu ansimò, riportando la borsa in grembo. Ignorò l'espressione confusa della madre, chiudendo la cerniera del borsone. "No, è colpa mia, ci penso io."
"Sei sicuro? Dovrebbe essere diviso fra cinque spacciatori."
Yoongi voleva solo che si assumesse la responsabilità.
"Sono sicuro."

__________

Ogni passo era pieno di disinvoltura, mentre Taehyun si dirigeva a passi decisi verso l'ufficio del padre.
Questo sarebbe stato il loro primo incontro, dopo cinque anni, di persona. E anche se Taehyun odiava l'idea, era qualcosa che non poteva evitare.
"Salve padre."
"Siediti."
Le pareti wainscoting in legno nero, la grande scrivania in mogano su misura, la sedia da ufficio chesterfield in pelle scura...Il suo ufficio non era cambiato di una virgola.

"Sono felice che tu sia tornato, tua madre ha sentito molto la tua mancanza."
"E tu? Cosa vuoi da me?"
Suo padre non era mai stato un padre premuroso come avrebbe dovuto essere, si preoccupava di Taehyun solo quando gli faceva comodo. Era più probabile che suo padre avesse un motivo per questo incontro e, in questo caso, Taehyun voleva saltare le chiacchiere.
"Sono certo che avrai sentito parlare delle accuse di cui sono state oggetto le nostre società di recente. Ho fatto del mio meglio per nasconderle nel dimenticatoio, ma i nostri sponsor hanno iniziato a ritirarsi." Suo padre sospirò, passandosi una mano tra i capelli corvini. "La nostra azienda è a rischio estremo. Se non facciamo qualcosa adesso, falliremo."
Ecco perché lo stipendio del personale era stato ridotto.

"Mio figlio, laureato in economia, ex presidente di una società di social media di successo, felicemente fidanzato. Dobbiamo mostrare al mondo un fronte unito, e tu sei una persona che la gente può facilmente appoggiare."
"Beh, non ex, sono ancora il presidente."
"Sì, lo so." brontolò il signor Kang. "Voglio che tu venga a lavorare per me, che mi aiuti a risollevare l'azienda. Possiamo sconfiggere queste accuse insieme."

Accuse...Taehyun si ritrovò ad alzare gli occhi al riguardo. Non si trattava certo di semplici accuse. Conosceva il tipo di persone con cui lavorava suo padre, perciò credeva alle vittime.

"Pensavo che non avessi bisogno di me."
Gli tornarono in mente tutti quegli anni in cui gli era stato detto che non era degno di entrare a far parte dell'azienda, e glielo avevano rinfacciato, come se fosse una cosa così gloriosa. Gli era stato detto che prima doveva dimostrare il suo valore. Oh...Come erano cambiate le cose.
"Non fare il difficile Taehyun, accetta e basta."
"Ho una vita in..."
"Non voglio ripetermi."
Taehyun non poteva esimersi dal fare le cose come voleva lui.

__________

Singhiozzi.
Si sentivano dei singhiozzi.
Taehyun si precipitò in camera da letto, scoprendo Youngmi rannicchiata sotto le coperte, che singhiozzava.
"Cosa c'è che non va?" Chiese con voce preoccupata.
"Non posso crederci." gridò, coprendosi ulteriormente. "Stai lontano da me."
Lui lo sapeva, certo che lo sapeva: era evidente che Youngmi avesse sentito il suo accordo con il padre ed era giustamente arrabbiata.

"Possiamo parlarne?"
"No! Vai via... per favore Tae."
Aveva sempre fatto soffrire qualcuno ma non avrebbe mai voluto che si trattasse di Youngmi.
Tuttavia, Taehyun non aveva molta scelta quando si trattava di suo padre. Più si adeguava, più la sua vita sarebbe stata facile.
Youngmi lo avrebbe capito, o almeno lo sperava.

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