Capitolo 7

69 11 2
                                    

Un brivido percorse il suo corpo. Taehyun camminava lungo il sentiero, sotto il cielo scuro. Mani in tasca, cappuccio alzato, la pioggia battente della notte. Camminava lungo il fiume, il modo più veloce per tornare a casa.

Non gli era mai piaciuta la pioggia.

Proseguì a passo spedito lungo il sentiero. La sua mente vagava, pensando agli esami, al consiglio scolastico, a quel ragazzo.

Quel ragazzo dal taglio scuro da lupo, dallo stile retrò, dai lineamenti morbidi che si scontravano con l'aspetto rozzo. Taehyun conosceva solo una persona così, eppure Soobin era molto diverso da quel ragazzo.

Questo ragazzo faceva cose brutte, viveva una vita spericolata, non vedeva un futuro per sé. Tutto questo Taehyun lo aveva dedotto dalle poche volte che si erano incrociati. Sapeva così tanto e così poco al contempo.

Anche se quello che voleva sapere di più...

Uno schiamazzo improvviso attirò l'attenzione di Taehyun.

"Ehi ragazzo ricco, vuoi un passaggio?" 

era come facevano a incontrarsi sempre così.

Taehyun rimase in silenzio, fissando il ragazzo.

"Il gatto ti ha mangiato la lingua?" Non pensava che avesse una bicicletta.

"Quando hai preso una bicicletta?"

"Oggi. Ora sali, non vedi che sta piovendo a dirotto?"

Taehyun annuì, salendo lentamente sul retro della bicicletta di Beomgyu. Lo conosceva appena, ma si fidava di lui. Non c'era un motivo; alcune cose non hanno bisogno di essere spiegate.

Il viaggio fu molto più veloce con Beomgyu che pedalava lungo il fiume.

"Giù le mani." ordinò Beomgyu, togliendo a Taehyun la presa sul sellino della bicicletta.

Il ragazzo si sbilanciò e gridò. "Fermati! Cadrò!" Le sue mani tornarono immediatamente sul sellino.

"No, smettila di essere così glaciale." Beomgyu si tirò lentamente indietro, strappando delicatamente la presa di Taehyun.

"Fidati di me, Tae."

Taehyun lasciò libere le mani e smise di opporre resistenza.

"Allarga le braccia."

Il suo corpo tremò per la paura, seguendo gli ordini del ragazzo. Le sue braccia si distesero verso l'esterno, mentre il vento si abbatteva sul suo corpo.

Non era una brutta sensazione.

Taehyun inspirò profondamente e chiuse gli occhi. Sentiva il vento che soffiava intorno al suo corpo , reclinò la testa all'indietro, senza curarsi delle gocce di pioggia che cadevano.

È questa la sensazione di libertà?

Senza preavviso, Beomgyu accelerò la pedalata, riportando Taehyun alla realtà. Sobbalzò in avanti, aggrappandosi al ragazzo, nel disperato tentativo di non cadere.

"Dove vivi?"

"Puoi lasciarmi vicino al..."

"Pensi che verrò a derubarti o qualcosa del genere?" scherzò Beomgyu.

Non era così, sebbene Taehyun non lo escludesse. Se suo padre lo avesse visto con il ragazzo, sarebbe stato in guai seri.

"Dove vuoi che ti lasci?"

"Vicino al palazzo del consiglio comunale."

Beomgyu canticchiava, dirigendosi verso il palazzo del consiglio comunale. Non dubitava che Taehyun vivesse lì vicino, tutte le persone più ricche vivevano lì. Doveva essere bello per loro, vivere senza problemi.

"Come mai sei in questa zona?" chiese Taehyun.

Non era comune vedere persone come Beomgyu da queste parti.

"Avevo bisogno di una bicicletta."

Gli occhi di Taehyun sgranarono. "Hai rubato questa bicicletta?!"

"Wow, questa è la prima cosa che ipotizzi." Beomgyu ridacchiò, rivolgendo uno sguardo a Taehyun. "Ma hai ragione."

"Fammi scendere."

Taehyun abbassò bruscamente le gambe, con le scarpe che sfregavano sul cemento. Usò le mani per spingere contro il sellino e saltò giù dalla bici che si fermava lentamente.

"Non andrò su una bici rubata." dichiarò, scendendo come una furia sul marciapiede.

Sentiva lo stridio delle ruote e lo scricchiolio dei pedali dietro di lui. Prima di rendersene conto, Beomgyu era di nuovo al suo fianco.

"Veniamo da due mondi diversi. Pensa male di me quanto vuoi, non cambierà la persona che sono."

__________

Il marciapiede luccicava al chiaro di luna, le nuvole lasciavano scendere gocce di pioggia, conferendogli lucentezza.
Un ombrello nero nascondeva un ragazzo su cui pesava il senso di colpa. Vestito sempre accuratamente, con una camicia bianca e un paio di pantaloni eleganti, Taehyun si fece strada in questa zona familiare. Il luogo a cui apparteneva e non apparteneva allo stesso tempo.
Ma questo gli bastava, galleggiare nel mezzo.
La musica usciva dai locali, mentre la gente vi entrava. Taehyun non aveva alcun interesse a frequentarli, né a bere un solo drink. Voleva semplicemente liberare la mente dai dubbi, fare i conti con le sue scelte. Non c'era bisogno di evitare i problemi, la chiave era l'accettazione.
Incrociò molte persone, tutte barcollanti per le strade. Ubriachi, forse strafatti. I soliti luoghi di ritrovo per una notte come quella.

Taehyun spiccava come elemento distintivo, anche se non era l'unico.
Poteva confondersi tra la folla, ma Taehyun lo avrebbe scorto sempre. In piedi accanto a uno dei club, un piccolo pacchetto scivolò dalle sue dita a quelle dell'altro.
Indossava la sua maglietta grafica oversize, le calze a rete e gli stivali militari, con la sua giacca nera imbottita che lo proteggeva dalla pioggia. Taehyun si aspettava di più da lui?
Sapeva che stava spacciando di nuovo.
Doveva aspettarsi di più da lui? Sapeva che sarebbe stato lì per quel motivo.

Voleva solo vederlo.

La figura prese i suoi soldi e si intrufolò nel club accanto a Beomgyu. Senza alcuna distrazione, i ragazzi si guardarono negli occhi, tenendoli per un tempo più lungo di quello consentito.
Taehyun prese l'iniziativa di interrompere il contatto, continuando a camminare per strada. Non aveva il diritto di parlargli, non c'era nulla da dire.
Tuttavia, Beomgyu sembrava pensarla diversamente.

"Ehi! Non fissarmi per poi andartene!"
"Hai qualche problema?"
Vedendo il maschio arrabbiato, Taehyun lo punzecchiò.
"Sì, in effetti sì." si lamentò Beomgyu, incrociando le braccia al petto. "Non ho bisogno che tu mi giudichi."
"Non ho detto nulla." rispose Taehyun.

Beomgyu sgranò gli occhi. "Beh, so a cosa stai pensando e, per tua informazione, non mi interessa. Sono una persona indipendente, posso fare quello che voglio."
"Questo non lo rende giusto."
Taehyun si chiedeva davvero se quella battaglia ne valesse la pena. Certo, l'aveva vinta cinque anni prima ma, era proprio così, cinque anni prima.

"Sì, lo so, cazzo." sbottò Beomgyu. "Ora ho un vero lavoro da fare, quindi..."
Il suo corpo si bloccò, avvertendo qualcosa che gli veniva premuto nel palmo della mano. Le sue dita si strinsero attorno all'oggetto, mentre la pioggia svanì all'improvviso.
Taehyun fece un passo indietro, con le gocce di pioggia che si infilarono immediatamente nella sua camicia bianca.
"Non prendere freddo."

Anymore | TaeGyu [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora