❀Capitolo 7

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Min-jee era sveglia da un po', la sera prima, subito dopo che Haru se ne fosse andata, era arrivata una compagna di stanza, una vecchietta un po' lamentosa

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Min-jee era sveglia da un po', la sera prima, subito dopo che Haru se ne fosse andata, era arrivata una compagna di stanza, una vecchietta un po' lamentosa. Si lamentava per tutto, ed era appena arrivata. Prima si è lamentata per la scomodità del lettino, poi del cuscino e subito dopo della luce. La brunetta, poverina, non poteva nemmeno muoversi dal letto e quindi era costretta a subire il carattere di quella anziana signora.

Quando poi la vecchietta si era addormentata era troppo tardi, a Min-jee era passato il sonno ed era rimasta solo una pesante stanchezza che le faceva bruciare gli occhi e sbadigliare di continuo.

Alle sei e mezza precise un'infermiera, accompagnata da un arzillo Jimin, entrarono nella stanza annunciandosi con calmo «Buongiorno!» la brunetta girò la testa verso di loro e con voce bassa e strascicata ricambiò.

Mentre l'infermiera prendeva i valori all'anziana compagna di stanza, Jimin si avvicinò a Min-jee dandole la prima pasticca di quella giornata «Tieni, la protezione per lo stomaco...Ti vedo stanca, è tutto ok?»

«Sono stanca Jimin...non ho dormito molto, quella signora è una lamentela continua» bisbigliò la minore subito dopo aver preso il medicinale. Il ragazzo lanciò una veloce occhiata alla nuova ospite e poi riportò il suo sguardo sulla più piccola, sorridendo divertito «Sembra che le potresti sbraitare contro da un momento all'altro»

«Piantala...troverò un modo per sopportarla, come faccio con te» Jimin fece una faccia sorpresa e poi sghignazzò.

«Mi sopporti? Ma se mi adori» la ragazza sollevò un sopracciglio e lo squadrò, ma non disse nulla perché l'infermiera si era avvicinata per prenderle la pressione e la saturazione e doveva stare calma. Come al solito, quando il bracciale della macchinetta si gonfiò attorno al suo braccio, cercò di distrarsi da quella stretta dolorosa e fastidiosa guardando la mano di Jimin che le accarezzava con un dito l'avambraccio.

«Perfetta, Jimin controlla i liquidi e cambia la sacca, alla signora ho già fatto io»

Jimin annuì e andò a recuperare una sacca vuota, una volta tornato vicino a Min-jee la scoprì un po' e la fece girare lentamente sul fianco, in modo da liberare il tubo del catetere e riuscire a cambiare la sacca piena con quella vuota. «Sono mille e otto» disse all'infermiera che subito se lo segno sul suo quaderno.

Il ragazzo prima di uscire si rivolse un'ultima volta alla ragazza «Ora devo andare ad aiutare con gli altri pazienti, ma tranquilla oggi c'è anche Haru noona, è solo un po' rintronata» aggiunse ridacchiando l'ultima parte, provocando un'espressione confusa sul volto di Min-jee. Il bel tirocinante, però, non disse nient'altro. Uscì tranquillo dalla stanza sghignazzando tra sé e sé.

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Haru si sedette, buttandosi a peso morto, su una delle sedie della sala infermieri e poggiò, sfinita, il capo sulla scrivania soffiando fuori un sospiro stanco. Jimin entrò nella sala dopo qualche istante, aveva finito il giro mattutino, e ne approfittò per burlarsi un po' della sua noona.

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