❀Capitolo 26

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«Quindi? State insieme?» chiese Jimin guardando la schiena di Yoongi

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«Quindi? State insieme?» chiese Jimin guardando la schiena di Yoongi. I due erano, casualmente, a casa contemporaneamente ad ora di pranzo e ne stavano approfittando per cucinare e mangiare assieme. O meglio, Yoongi cucinava e Jimin osservava seduto comodamente.

«No… effettivamente credo che sia stato già un miracolo che lei si sia lasciata andare nel bacio» Yoongi si girò verso il minore, appoggiandosi con la schiena al bancone della cucina, e incrociò le braccia al petto sospirando «È molto insicura su sé stessa, anche se non la definirei insicurezza… è complicato. Lei si accetta, accetta anche la sua situazione, ma non vuole essere un peso per gli altri e quindi non vuole relazioni»

Jimin non rispose subito e Yoongi, dopo qualche attimo di continuo silenzio, decise di riporre nuovamente le sue attenzioni ai fornelli «E tu che intenzioni hai? Farai qualcosa per farle cambiare idea? Si vede lontano un miglio che vi piacete, mi domando se ha davvero senso ignorare tutto»
Yoongi strinse le bacchette che stava usando per girare il soffritto di cipollotto che aveva preparato poco prima «Non lo so…arrivati ad un certo punto ci deve mettere del suo anche lei…»

La conversazione sembrò terminare lì, Yoongi continuò ad armeggiare coi fornelli, mentre Jimin lo guardava con sguardo un po’ assente, come se stesse pensando a qualcosa. Cosa molto probabile dato che quel pomeriggio aveva il turno in reparto.

«Oggi lei si ricovera…» disse improvvisamente rompendo nuovamente quel silenzio. Yoongi lo sapeva. Cercava sempre di sapere tutto quando riguardava Min-jee, per questo il giorno in cui erano stati assieme le aveva fatto più domande possibili, voleva esserci per qualunque cosa. Anche per un altro attacco d’ansia.

«Oh…io ho fisioterapia, ti accompagno in ospedale» Jimin capì subito il vero senso di quella risposta e sorridendo dolcemente disse solamente «Ok hyung, grazie»

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Jungkook stringeva nervoso il volante dell’auto e in attesa che il semaforo diventasse verde guardava con la coda dell’occhio sua sorella.

Min-jee era seduta tranquillamente sul lato del passeggero, stringeva delicatamente il suo cuscino che posava orizzontalmente sul suo busto, la testa rivolta verso il finestrino guardando con attenzione quello che c’era fuori.

Da quando erano partiti da soli si era messa a contare le finestre delle case che apparivano lungo tutta la corsa verso l’ospedale. Era una delle cose che faceva abitualmente quando era in macchina, a volte contava le finestre, altre i lampioni e altre ancora le macchine parcheggiate. La rilassava molto oltre al farle percepire di meno il mal d’auto che, dopo anni di lunghi tragitti percorsi per andare in ogni ospedale, era diventato un malessere sempre più presente.

Il verde scattò e dopo qualche secondo, Min-jee, si rese conto che erano ancora fermi. Si girò a guardare suo fratello e lo ritrovò che la stava guardando con sguardo perso, come se fosse bloccato nei suoi pensieri.

My Amygdala ||Min Yoongi||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora