❀Capitolo 3

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Dopo l'ultimo esame saltato, Min-jee, sotto consiglio dei suoi genitori e di suo fratello, era rimasta a casa a riposo

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Dopo l'ultimo esame saltato, Min-jee, sotto consiglio dei suoi genitori e di suo fratello, era rimasta a casa a riposo.

Sarang aveva aggiornamenti sulla sua salute solo attraverso messaggi e chiamate, troppo impegnata con lo studio e l'università.

All'inizio, dopo appena tre giorni di riposo, Min-jee sembrava essere sulla strada giusta per riprendersi totalmente, poi non si capì più niente. Cominciò una settimana ardua, sia per Min-jee che per i suoi familiari.

Min-jee cominciò a stare male seriamente, non riusciva a mangiare nemmeno un boccone di riso che subito dopo lo vomitava, beveva acqua a sorsi e non riusciva a terminare nemmeno una bottiglietta da mezzo litro. Il suo corpo si faceva sempre più debole e i piccoli spostamenti diventavano enormi scalate da fare.

Jungkook, la mattina che non era impegnato col lavoro – lavora in un bar la sera – si occupava della sua amata sorellina, mentre dal pomeriggio fino al giorno dopo c'erano i loro genitori, che una volta rientrati dal lavoro si dedicavano esclusivamente alla piccola della casa.

Ogni giorno che passava, Min-jee, sembrava stare sempre peggio. La signora Jeon si mise subito in contatto con il medico, che però gli disse che era normale essendo periodo di gastroenterite. Le prescrisse solo qualche integratore per fermare il vomito e rimetterla in forze.

Poi arrivò il fine settimana, precisamente il sabato, febbraio era iniziato da qualche giorno e proprio il quel momento la situazione cominciò a peggiorare. La sua vescica non si svuotava più e un campanello d'allarme risuonò nella testa della signora Jeon.

«Mamma, non preoccuparti... sicuramente è perché non sto bevendo molta acqua, se fosse qualcosa di grave starei malissimo no?»

Quelle furono le ultime parole famose di Min-jee. Il giorno dopo un dolore lancinante al basso ventre la bloccò sul divano, incapace di trovare una posizione comoda per avere un po' di sollievo, a nulla servì l'antidolorifico che prese. La fortuna volle che quel giorno sua madre era rimasta a casa e dopo aver chiamato il marito per avvertirlo, assieme al figlio maggiore, portarono Min-jee al pronto soccorso.

Al pronto soccorso passarono degli attimi infernali, dopo l'attesa di quasi un'ora per il loro turno e dopo le prime analisi di routine fatte a Min-jee, con annesse domande sulla sua storia clinica, iniziò il via vai con gli infermieri.

Min-jee veniva sballottolata, su un lettino ospedaliero, da una stanza ad un'altra per fare varie visite. Prima una tac, poi i raggi, altre piccole analisi, urodinamica e prelievi di sangue. E dopo un'altra ora arrivò un dottore con dei fogli tra le mani, la diagnosi.

Il dottore, un ragazzo di circa trentacinque anni, alto, spalle larghe e volto dai tratti mozzafiato, si girò in direzione di Min-jee con un piccolo sorriso serio «Min-jee, giusto?» la minore annuì debolmente, i dolori che finalmente stavano cessando un po' per volta «Hai la creatinina a venti...hai un blocco renale, dovrai iniziare a fare la dialisi»

My Amygdala ||Min Yoongi||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora