❀Capitolo 23

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Min-jee si trovava nell'aula studio della facoltà di lettere, era da un po' che non entrava in università e quel giorno avrebbe ritentato a parlare con il professor Kim

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Min-jee si trovava nell'aula studio della facoltà di lettere, era da un po' che non entrava in università e quel giorno avrebbe ritentato a parlare con il professor Kim. Questa volta non si trattava di richiedere un breve periodo di lezioni online, ma era a tempo indeterminato. Forse questa cosa avrebbe influito sulla decisione precedente, magari parlando di un tempo più lungo sarebbero stati più comprensivi.

E quindi quella mattina si era alzata presto con l'obbiettivo di arrivare alla soluzione che voleva, aveva inviato anche vari messaggi a Sarang per assicurarsi che la raggiungesse e la aiutasse nell'impresa. La bionda si prendeva facilmente più libertà di parola con il professore e sarebbe di sicuro stata un buon asso nella manica.

La stava aspettando già da un'oretta, la situazione le puzzava un po'. Solitamente la biondina visualizzava i suoi messaggi nell'arco di qualche minuto e le rispondeva alla velocità della luce, come se fosse l'incarnazione di flash. Questa volta però no. Aveva anche provato a chiamarla, ma il telefono risultava spento.

Il tutto era molto strano.

Prese per l'ennesima volta il suo cellulare in mano per controllarlo e fortuna volle che proprio in quel momento Sarang aveva deciso di farsi viva. Non le diede nemmeno il tempo di far suonare la suoneria del telefono che le rispose.

«Dove diamine sei finita!? Hai deciso di farmi morire? È da più di un'ora che cerco di contattarti!»

«Si ho visto poco fa... mi dispiace tanto Minnie, ti sto già raggiungendo»

Sarang aveva la voce strana, aveva un tono basso ma non risultava calma, non era una voce nemmeno agitata, era particolare come se stesse facendo le cose in fretta. «Stai bene? Sembri strana»

«Certo...tutto a meraviglia! Ora chiudo e corro da te» ora sembrava una voce isterica, era sicuramente successo qualcosa.

«D'accordo» la chiamata si interruppe così, la brunetta fissò lo schermo spento del suo telefono e ghignò «Non credere di esserti liberata di me così facilmente, so io quando attaccarti biondina. Non potrai tirarti indietro dal dirmi tutto» il suo piccolo monologo terminò con una sua risatina vittoriosa.

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Jimin la stava osservando mentre si muoveva di fretta, aveva appena terminato di parlare con Min-jee al telefono, era tutta in disordine con i capelli biondi arruffati in modo adorabile, le guance rosse per l'imbarazzo, le labbra rosse per i baci e i morsi della notte e gli occhi aperti di incredulità.

«Hai intenzione di fingere anche questa volta?» Sarang si bloccò all'istante, aveva un calzino in mano, già pronta a infilarlo e poi fuggire a gambe levate. Ovviamente la sua intenzione era proprio quella di fingere, anzi dimenticare e andare avanti come se non fosse successo nulla. Come se non avesse mai incontrato Jimin il pomeriggio prima, come se non avessero fatto nessuna passeggiata, nessuna discussione, nessun viaggio in macchina, nessun caffè a casa sua e nessun bacio, abbraccio, sfioramento, morso, respiro e unione.

My Amygdala ||Min Yoongi||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora