❀Capitolo 11

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Era passato un solo giorno dalla dimissione di Min-jee dall'ospedale, le fitte alla pancia c'erano ancora, soprattutto quando si doveva alzare dal letto o da una sedia o quando doveva sedersi

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Era passato un solo giorno dalla dimissione di Min-jee dall'ospedale, le fitte alla pancia c'erano ancora, soprattutto quando si doveva alzare dal letto o da una sedia o quando doveva sedersi. Jungkook e la signora Jeon facevano di tutto per renderle più semplice qualsiasi movimento, la aiutavano a mettere la panciera e a fare anche i più piccoli tratti, come l'andare dalla sua camera al bagno.

Alla brunetta faceva piacere ovviamente, ma c'era una situazione che voleva risolvere il prima possibile: l'università.

E no, non voleva provare a rimandare un'altra mail o aspettare di stare meglio, lei voleva risolvere subito e di persona. Ovviamente Jungkook non l'avrebbe mai portata fino all' edificio universitario per risolvere una questione di questo tipo, non quando lei era ancora considerata "convalescente".

In quel momento erano soli in casa, i loro genitori erano a lavoro, e stavano facendo colazione tranquilli. Il maggiore le lanciava continue occhiate, volendo assicurarsi del suo stare bene e la brunetta stava per perdere la pazienza. Per quanto Min-jee amasse suo fratello, non riusciva a sopportarlo quando faceva così.

«Jungkook, sto bene. Non devi controllarmi ogni secondo, mi fai salire l'ansia» disse lei con voce esausta subito dopo aver ingerito il suo boccone di riso, lui posò le sue bacchette sul tavolo e la guardò deglutendo a vuoto prima di risponderle.

«Lo so, posso sembrare petulante, ma sono solo preoccupato per te. Hai appena subito un'operazione alla pancia, qualunque movimento ti procura delle fitte di dolore e non sono nemmeno passate quarantotto ore dal tuo esaurimento nervoso, chi mi dice che tu non sia ancora nervosa per l'università»

Anche Min-jee posò le sue bacchette e ricambiò lo sguardo del fratello, si umettò le labbra, leccandole con un po' di nervosismo, incrociò le braccia al petto e mise su un piccolo broncio.

«Certo che sono nervosa, anzi sono nera per questa situazione. Non puoi biasimarmi, ma tutto questo non influisce sulle mie condizioni fisiche.»

«Sì invece, il tuo stato d'animo potrebbe rallentare la tua guarigione!» Min-jee sospirò stropicciandosi gli occhi con indice e pollice.

La minore non poté, però, rispondere perché il telefono di Jungkook squillò; era una chiamata di lavoro. Il gestore del locale in cui lavorava lo stava pregando di fare un turno quella mattina, letteralmente Min-jee riusciva a sentirlo mentre si lagnava dall'altro lato del telefono.

Jungkook provava a rifiutare, ma non veniva nemmeno ascoltato, al che la più piccola allungò un braccio verso di lui e richiamò a sé la sua attenzione con una carezza sulla mano libera «Koo vai, io starò sul divano a rilassarmi e guarderò una qualche serie tv nuova e magari più tardi chiamo Sarang per avere un po' di compagnia»

Il maggiore analizzò con attenzione le sue espressioni, dubbioso sul fidarsi o meno della sua sorellina, fare quel turno mattutino sarebbe stato comodo e utile, un po' di soldi in più non facevano mai male, soprattutto ora che le spese mediche di Min-jee sarebbero aumentate.

My Amygdala ||Min Yoongi||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora