❀Capitolo 20

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Dopo quella serata, il tempo sembrava essersi velocizzato

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Dopo quella serata, il tempo sembrava essersi velocizzato. Tra Jungkook che aveva fatto una strigliata sia a Sarang che ad Haru, la biondina che continuava ad essere di malumore e si lamentava spesso, soprattutto con il povero Hoseok che quella sera non era nemmeno presente; e Taehyung che era venuto a conoscenza della questione ed era fumante, nessuno lo aveva mai visto così, con la voglia di andare a trovare Harin per farle passare il quarto d'ora peggiore della sua vita.

Il ricovero di Min-jee era arrivato e con sé anche l'operazione, che andò benissimo, tempo due giorni era già tornata a casa e aveva cominciato la seconda fase dell'addestramento alla dialisi: la macchina.

Non doveva far altro che imparare a gestire quello strumento che poi avrebbe provvisto alla sua dializzazione da solo.

In quei giorni di andirivieni dall'ospedale da sola, aveva passato altro tempo con Yoongi, che diceva di avere 'casualmente' fisioterapia gli stessi giorni in cui lei aveva l'addestramento.

L'ansia di Min-jee nell'avere un ragazzo vicino al suo corpo non era passata ancora del tutto, ma con Yoongi riusciva a gestirla un po' di più dalla sera al serendipity. Probabilmente il suo preoccuparsi nell'avvertirla prima di toccarla e il suo proteggerla, le aveva smosso qualcosa dentro: una strana fonte di calore nel suo petto e nel suo stomaco.

Era ormai passata una settimana dalla seconda operazione e come accadeva spesso, quel giovedì pomeriggio, si trovava sdraiata sul lettino dell'ambulatorio dialitico, attaccata alla macchina da appena venti minuti. Con i suoi occhietti teneva sotto stretto controllo le scritte sul piccolo schermo, e quello che vedeva le stava facendo avvertire un principio di ansia.

Qualcosa non andava.

I numeri non stavano aumentando come due giorni prima, sembrava tutto molto statico, tranne per qualche balzo tra aumento e regresso. La sua mano fremeva, era sola in quel momento e, oltre a rigirarsi nel letto per cercare una posizione in cui la macchina potesse lavorare al meglio, non poteva fare molto.

Lanciava occhiate fuggiasche al suo telefono, indecisa sul chiamare l'infermiera che era occupata con un altro paziente o chiamare qualcun altro che potesse calmarla e tranquillizzarla. Suo fratello era, ovviamente, escluso a prescindere data la sua naturale dote nell'agitarla ancora di più.

Non sapeva perché, ma stava sperando con tutta sé stessa un segno di vita da parte di Yoongi in modo da avere la scusa per parlare e distrarsi con lui, poteva fare qualunque cosa, mandare un messaggio, chiamare o entrare nella stanzetta in cui era.

Solitamente si incontravano all'entrata dell'ospedale, ma quel giorno lui non c'era. Inaspettatamente era rimasta anche qualche minuti fuori attendendo il suo arrivo per poi fingere la solita casualità dei loro incontri, ma fu inutile, lei era quasi in ritardo e lui non era lì. Quindi era entrata dopo aver atteso per un'abbondante decina di minuti.

E ora guardava il suo contatto telefonico con una palpabile indecisione che le vibrava nello sguardo, aveva davvero bisogno di lui? O era solo la paura a suggerirle una compagnia?

My Amygdala ||Min Yoongi||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora