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PARTE Terza

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"Dunque dov'è che mi stai portando?" chiese Miguel sorridente con gli occhiali da sole, una semplice polo scollata ed i capelli mossi dal vento che entrava dalla decapottabile.
"Devo dirti la verità: non ne ho la più pallida idea." Sorrise Nicolas che si sentiva con le farfalle nello stomaco e con un costante pizzicare dietro le spalle per il sudore. Doveva essere tutto perfetto. Tutto in ordine. Aveva con sé la macchina fotografica che aveva comprato come primo pit stop.
Dopo giorni di accurata ricerca era riuscito a trovare il luogo perfetto. Aveva perlustrato tutte le spiagge con i vari satelliti e le varie ricerche su internet ed era riuscito a trovare la spiaggia perfetta.
Guidò per un paio d'ore e appena parcheggiò uscì e andò a prendere il cesto dal bagagliaio dietro. Si incamminarono lungo la spiaggia a piedi nudi. La sabbia era umida e un po' fredda, e per sua fortuna la zona era decisamente vuota in quella stagione che precedeva quella turistica. Parecchi bar e locali erano ancora chiusi.
Distese un enorme coperta e decise di non aprire l'ombrellone perché il sole era ancora tiepido e sopportabile. "Così mi hai portato al mare?" chiese guardandolo negli occhi.
"Sì beh... ecco... cercavo di non sembrare troppo scontato con il solito bar, o il caffè... volevo un luogo un po' più appartato per..."
Miguel zittì il suo balbettare insicuro con un bacio a stampo dritto sulle labbra e Nicolas lo seguì. "Vedo che hai portato con te anche lo spumante..."
"E ci sono anche le fragole ed una tavoletta di cioccolato, se la rimaniamo al sole così ti farò vedere una cosa magica." Disse poi mentre veniva osservato preparare ed allestire quello che sembrava un brunch di metà mattinata.
Stappò lo spumante e lo verso in due calici, e Miki fece cozzare i due calici sorseggiando. Nicolas poi prese le fragole e dopo una buona mezz'ora che il cioccolato era rimasto lì sotto il caldo sole, la intinse. Miguel la guardò come se fosse la cosa più geniale della sua vita. Nik gliela porto sulle labbra e diede un morso.
"È fantastico." Commentò allibito. "Lo facevo sempre con mio fratello, soprattutto in estate sul terrazzo. Gli montavo la piscina, mettevo un tavolino lì, un po' di cioccolata al sole e ci godevamo i nostri drink al sole con il sedere in acqua e gli occhiali da sole come se fossimo ricchi." Commentò con una nota di malinconia.
"Notizie di lui?"
Nik si strinse nelle spalle. "Immagino stia bene. È un ragazzo prodigio lui. Sicuro la casa sarà sotto sopra come l'ultima volta." Disse ridendo. "Starà studiando e probabilmente giocherà fino a tardi visto che non ci sono a casa a controllarlo."
Nicolas si scosse la maglia per farsi un po' di vento, iniziava a sudare davvero e così decise di togliersela.
Miguel ammirò il suo fisico asciutto e ben definito da dietro gli occhiali da sole scuri dalla montatura doppia. Fu tentato di imitarlo per un momento, ma voleva godere dei panni casual per un altro po' poiché soleva stare sempre in camicia e abito.
"Andiamo a farci un bagno." Propose poi il castano guardando il mare tranquillo. Nik lo guardò stupito e lo guardò spogliarsi. "Pensavo che non ti piacesse l'acqua fredda."
"Chissene, si vive una volta sola. No?" domandò alzandosi in piedi, abbassandosi i pantaloni per rimanere solo con i boxer neri. Gli porse la mano e la accettò, così si scoprì anche lui rimanendo solo in slip. La mano di Miguel scivolò in quella di Nicolas, e le loro dita si intrecciarono. Nik sentì il cuore in gola e Miki aveva il fiatone, decise di correre verso l'acqua per non farglielo notare, e questo fece ridere il moro che gli chiedeva di aspettarlo perchè non si aspettava una cosa del genere. L'impatto nell'acqua gelida e lo scivolone preso sulla secca fece scoppiare entrambi dalle risate che rimasero sdraiati sulla bassa marea solo per allontanarsi un paio di minuti più tardi, nuotando a largo e schizzandosi e tentando di affogarsi a vicenda, salendo sulle spalle dell'altro per tuffarsi come due ragazzini di diciassette anni. Tornarono poi sulla spiaggia esausti dopo un bel po' accasciandosi sul telone gigantesco.
Nik si sdraiò di schiena e Miguel di pancia. Poggiò la tempia in direzione del moro, ammirando il profilo del viso bagnato, facendo scorrere la visuale sul corpo e poi vide qualcosa sulla V dell'addome.
Una scritta d'inchiostro blu, in quello che sembrava essere arabo, ma non era certo.
Gliela sfiorò e Nik sussultò ma si lasciò toccare da quelle dita. Non l'aveva mai notato prima, e l'aveva visto nudo due volte. Sarà per la foga con la quale si erano spogliati che non ci aveva fatto molto caso.
"Che sta scritto?" chiese. Nik gli sfilò gli occhiali dal volto e se li mise, per guardare il sole. "Ya'aburnee" disse semplicemente.
Miguel seguì il segno con l'indice, facendogli venire la pelle d'oca sulle fossette addominali ben visibili.
"Significa seppelliscimi. È difficile da tradurre, mia madre lo diceva sempre a mio padre, e poi a me e a mio fratello. Il concetto di base è la speranza di morire prima della persona amata perché la vita senza quella persona sarebbe invivibile." Spiegò. "Beh, la sua speranza si è realizzata per certi versi." Disse con un sorriso amaro, che fece venire un palpito a Miguel, assalito da un'improvvisa rabbia. Sapeva, dal fascicolo di Nik, che i genitori erano spariti in un incidente d'auto, probabilmente un pirata della strada che non è mai stato preso, un'ingiustizia totale. Avrebbe voluto trovare il bastardo che aveva causato così tanta sofferenza nel cuore di un bambino, ormai cresciuto, così piccolo che aveva vissuto la sua intera vita nel dolore.
Lo aveva capito che quel ragazzino non aveva mai ricevuto più amore, né supporto, né aveva avuto niente. Aveva vissuto nella paura, nel dolore e soprattutto doveva farsi forza per il fratello e perché non aveva altre alternative. Viveva così: sorridendo a tutti, tutto il giorno, tutti i giorni, una perfetta maschera che mostrava a tutti ciò che non voleva far vedere, e lui ormai lo aveva capito.
Miguel riconosceva delle maschere quando le vedeva, e imparando a conoscere Nik si rese conto che effettivamente era un attore quasi più bravo di lui in materia di nascondere i propri sentimenti.
"Ma è terribile come concetto." Sbottò. La risata di Nik si espanse di più. "E invece no, è... l'estremizzazione dell'amore. Hai mai amato qualcuno al punto tale da pensare di non poter vivere più senza quella persona? Faresti di tutto per quella, persino morire perché sapresti che senza di lei, la tua vita sarebbe come questa spiaggia: completamente vuota."
Miguel ci pensò e seppellì subito quel pensiero. "No, tu?"
Nik spostò lo sguardo verso il cielo e si mise entrambe le mani verso la testa. "C'è solo una persona a cui l'ho detto." Affermò con decisione.
Il cuore del castano si fermò finchè l'altro non riprese a parlare. "Antoine." Puntualizzò. "Non saprei cosa fare senza di lui. Tutto ciò che faccio, lo faccio per lui. L'ho giurato a mia madre. L'ho giurato a me stesso." Dichiarò come promemoria per l'ennesima volta.
Ed era vero. Miguel non aveva mai visto una fedeltà così forte e un amore così intenso nei confronti di nessuno in vita sua. Neanche i migliori poemi shakespeariani, o le migliori serie TV e film riuscivano ad esprimere ciò che poteva sentire quando ascoltava Nicolas parlare di Antoine ogni volta.
Eppure lui amava i suoi fratelli e la sua famiglia. Avrebbe fatto di tutto per loro, ne era certo. Li avrebbe vendicati se fosse successo loro qualcosa, ma il suo amore e il suo legame non era così forte come quello dei due fratelli francesi.
"Ho preparato dei panini, mangiamo?" propose. Poi si ricordò della macchina fotografica instantanea che aveva appena comprato. "Cazzo, le foto."
"Le che?"
"Le foto, altrimenti non potremmo mai ricordare questo momento." Dichiarò prendendola di fretta e iniziò a scattare le foto a Miguel. "Dai stai fermo!" protestò ridendo e guardando quella bellezza in un filtro anni 80. "Dai qua, tocca a me farti delle foto."
"No, non voglio. Voglio una nostra foto assieme." Propose avvicinandosi a lui. Miki poggiò la testa sulla spalla di lui e sorrise. "Stai troppo impostato, dovresti essere un po' più rilassato." Osservò il moro rimettendosi in posizione.
"Mi fai il solletico con il tuo respiro." Gli disse, e Miguel gli diede un bacio sulla guancia e in quel preciso momento senza manco rendersene conto, Nik scattò la foto.
Il pomeriggio lo trascorsero in giro per la città seduti ad un bar dove Nicolas non gli lasciò neanche scegliere nulla perché aveva già pensato a tutto. Voleva essere romantico e invece riusciva solo ad essere goffo e si dannava l'anima ogni volta.
Gettò lo sguardo oltre l'angolo un paio di volte senza far insospettire troppo Miguel che gli stava parlando e raccontando alcune cose che gli erano successe da ragazzo. Approfittò di allontanarsi con una scusa e perlustrò l'angolo, ma non vide nessuno. Eppure era certo che ci fosse qualcuno che li stesse spiando, perché era sicuro di aver scorso un profilo che ogni tanto gettava l'occhio su di loro.
Tornò come se nulla fosse successo, e Miguel preso ancora dalla chiamata che aveva fatto non fece neanche domande.
La sera guidarono ad un drive-in per un film al cinema. Avevano ottenuto un posto abbastanza isolato da tutti dopo che Miguel aveva parlato con l'organizzatore.
Era anche in alto così che avevano un'ottima visuale del film.
"Mi spiace, aver... incasinato tutto oggi. Sai... con la storia del drink, dei dolci e delle foto stamattina. Non è neanche un film horror quello che volevo vedere ma ho sbagliato a leggere la data."
"Non fa niente." Rise Miguel. "La cosa più bella è l'essere stato con te."
Nik avvertì di nuovo le farfalle alla gola. E vide il castano avvicinarsi e baciarlo così chiuse gli occhi e si lasciò guidare dalle mani e dalla lingua di lui.
Una salda presa da sopra i pantaloni lo fecero eccitare. "Miki... non mi pare il caso. C'è gente..."
"Non c'è nessuno attorno a noi adesso." Notò nel bacio mentre intrufolava la mano nello slip ancora un po' umido.
"Appunto, adesso."
"Tranquillo non verrà nessuno."
"E tu che ne sai?"
"Diciamo che ho dato una buona mancia ai ragazzi per essere lasciati da soli."
"Quindi avevi già programmato tutto."
"Ovviamente."
"Che sporcaccione." Commentò mentre si lasciava andare. Miguel si abbassò la poltrona mettendosi sdraiato e Nik gli scivolò addosso, continuando a baciare lui e la sua pelle nuda. "Certo è un po' blasfemo farlo davanti ad una suora indemoniata e a suon di esorcismi." Commentò Nicolas ridendo. "Così se urli non desterai sospetti." Ridacchiò il mafioso. "Sei un idiota." Rise continuando ad andare su e giù con la testa.
"Esci da questo corpo!" gridava l'attore. "Oh no, io volevo entrarci." Ironizzò Miguel e Nik gli diede un leggero pugno sui testicoli che lo fece sobbalzare e gemere. Nicolas si guardò attorno per essere certo che non ci fosse nessuno e così si tolse il pantaloncino e lo slip, lanciandoli sul sedile posteriore, e scoprì poi la lunghezza di lui, già lì pronta.
"Non l'ho mai fatto in auto."
"Sei in una decapottabile quindi hai tutto lo spazio che ti serve." Gli fece notare con uno sguardo malizioso mentre Miguel gli afferrò le anche per guidarlo.
"Pronto ad urlare come la suora malefica nell'esorcismo?" gli disse. Nico gli diede un leggerissimo schiaffo e Miguel lo afferrò con i denti e succhiò un dito. Nel mentre, aiutò Nik a farlo entrare.
Lo vide tutto contratto con un labbro che si mordeva e gli occhi socchiusi per il dolore, mentre cercava di soffocare un gemito. Era la visione più bella ed eccitante che aveva mai visto in vita sua. Lentamente sentiva entrargli sempre più dentro e sempre più in profondità, apprezzando la sua entrata stretta e calda.
Uscì gentilmente fuori e poi rientrò. Iniziò a prendere un ritmo più deciso e con la mano destra, dove portava anche l'anello di famiglia, afferrò il membro del compagno e iniziò a lavorare sul suo membro per cercare di farlo godere e renderlo partecipe all'orgasmo.
Riuscì ad andare persino più veloce e fu costretto a tappare con la mano sinistra la bocca di lui per non destare troppi sospetti, mentre da solo saliva e scendeva per far entrare la sua lunghezza, mentre gli veniva incontro con dei colpi di bacino.
Alla fine si poggiò di lato, sul sedile del volante, colpendo per errore il clacson e sobbalzando spaventato. Sentì la gente davanti urlare spavantata e protestare per l'idiota che aveva bussato.
I due risero di gusto e si guardarono negli occhi, sdraiati.
Nik si sentì osservato e udì il fruscio di cespugli, alzò rapidamente lo sguardo verso i cespugli e vide un volto maschile che scomparve poco dopo. Anche Miguel si alzò sospetto. Gli prese la mano facendolo ritornare in sé. "Tutto bene?"
"Sì... è che... sono quasi sicuro che qualcuno ci stesse spiando." Confessò sconcertato continuando ad osservare in direzione della fitta vegetazione buia, illuminata solo dallo schermo grande che avevano di fronte.
"Ho pagato perché stessimo da soli. E poi... possono solo guardare ed ammirarci."
Nik ghignò e lo baciò.


Nicolas stava sul letto, in pigiama. Aveva un blocco note davanti bianco e con la matita strisciava e colorava continuamente sul foglio, usando la gamba piegata come punto d'appoggio.
Cercava di mettere a fuoco quel volto che lo stava ossessionando costantemente da una settimana a quella parte. Lo vedeva ovunque, soprattutto nei paraggi di Miki. Lo vedeva in mezzo alla folla mentre andava in missione, e poi puntualmente spariva dietro un camion, un'auto, o un pullman.
"Che disegni di bello, amico?" chiese Roberto entrando in camera con indosso il pantalone lungo del pigiama lanciandosi pesantemente sul letto, per la stanchezza.
Nik ci pensò su. Non sapeva se poteva dirglielo, però si ricordò di come Roberto fosse l'unica persona che l'avesse accolto con sincerità nonostante mostrasse una certa freddezza e distacco, rendendosi conto che comunque aveva a che fare con uno psicopatico e che stava in quella famiglia da parecchio, considerando anche il suo severo e rigido addestramento nei servizi segreti poi, c'era da aspettarselo. Stava di fatto che comunque forse lui era uno dei pochi buoni che c'erano lì in mezzo, ed era anche un buon amico che si era preso cura di lui nel momento del bisogno.
"Ho la sensazione che qualcuno stia seguendo Miguel." Vuotò il sacco. Alzò lo sguardo dal cuscino per accertarsi che non stesse dicendo stronzate. "Lo vedo ovunque, ma sempre a distanza e di sfuggita."
"Sei certo? Noi monitoriamo abbastanza bene il perimetro ovunque Miguel si muova."
"Certo è un parolone a dire il vero... non so se è una mia paranoia improvvisa e sto avendo le allucinazioni o effettivamente c'è qualcuno. Sta di fatto che è come un fantasma, lo vedo di sfuggita ogni volta che cerco di mettere a fuoco sparisce."
"Secondo me è una tua paranoia."
Nik lo guardò confuso. "Non lo so... l'istinto mi dice che è reale."
"Nicolas..." sospirò. "Se ci fosse qualcuno attorno a Miguel e tu fossi l'unico ad averlo visto, implica che c'è una falla nel nostro sistema di monitoraggio. Alias... ci sarebbe una talpa che lo aiuta a tenere camuffato."
"Ed è così improbabile?" lo guardò negli occhi del biondo percependo già la risposta che gli aveva chiesto. "Non lo escluderei. No. Però. È altamente improbabile, significherebbe che la nostra talpa è molto brava a nascondersi. E per quanto mi riguarda, siamo sostanzialmente sempre gli stessi a girare attorno ai grandi capi. Io, tu, Pedro. E il capo Adrian."
Nicolas sospirò e poi guardò il ritratto in chiaro scuro che aveva appena completato. "Hai un identikit?" chiese poi allungando il braccio verso di lui e il moro glielo passò. "Ti dice qualcosa questo volto?" domandò.
"Non so darti una risposta. Però questo volto mi dice qualcosa."
"Se chiedessimo a José di fare un controllo incrociato."
"No. Meno persone sanno di questa cosa, meglio è. Se è vero che ci sta qualcuno attorno a Miguel, significa che è coperto da qualcuno all'interno. Non puoi fidarti di nessuno." Gli ricordò pronunciando con troppa serietà quelle parole, portandolo a dubitare persino di Roberto in quel momento.
"Quindi mi stai dicendo che devo indagare da solo?" domandò. "È la scelta più logica." Rispose l'altro.
"Nico." Aggiunse dopo un attimo di silenzio. "Sta' attento a ciò che fai." Suggerì con tono serio.

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