FINALE (4.1)

42 2 0
                                    


FINALE

1

Nicolas si svegliò sul petto di Miguel, il quale gli stava accarezzando e giocava con i suoi ricci da quando si era svegliato alle prime luci del mattino.
Gli baciò la testa appena si rese conto che era sveglio. "Buongiorno." Sussurrò Miki sottovoce. Nik strofinò la sua faccia sulla pelle nuda del petto di Miguel e sentì come fosse attaccato a lui appena si riposizionò sul suo corpo per stare più comodo. Sollevò lo sguardo sugli occhi verdi di lui, che non erano più severi o freddi ma sembravano quasi... felici.
"Che ore sono? Mi devo alzare..." commentò. "Devi proprio?" chiese Miguel. "Devo, o gli altri si insospettiranno, ricordi?" gli fece notare il moro.
"E se ce la prendessimo di pausa? E che ne so, uscissimo solo io e te oggi?" propose il castano. "Avrei proprio bisogno di una pausa, in effetti... ma non puoi permettertelo. Non con Diana in giro pronta a sabotarti." Gli parlò lui. Miguel sospirò e picchiettò sulla sua testa.
"Mi farebbe bene prendermi una vacanza dopo tutte queste vicende... anche perché... devo vedere come risolvere questa faccenda con mio fratello."
"Ti tiene ancora il muso?"
"Non saresti preoccupato anche tu per i tuoi fratelli se sapessi che mettono la loro vita a repentaglio ogni giorno come guardie del corpo di potenti signori della mafia che hanno nemici ad ogni angolo?" chiese ironicamente.
"Potenti signori della mafia, mi lusinga molto questo titolo..." gongolò. "È quello che sei no? Un potente, signore... della... mafia..." baciò ad ogni parola la sua pelle fino ad arrivare alle sue labbra dove gli sorrise.
"Sai cos'altro è potente?" lo stuzzicò poi. "Oh, vedo che non è l'unico ad essersi svegliato." Notò sentendo una certa pressione sotto di lui. "Devo andare a lavorare."
"Dai... solo un paio di minuti."
"Magari fossero solo un paio..." ironizzò Nik baciandolo sulle labbra.
Miguel ricevette una notifica sul cellulare, e crucciò lo sguardo incupendosi quando la lesse.
"Che succede?" chiese il moro notando il volto preoccupato di lui. "È Roberto." Disse confuso. "Mi ha scritto che non è di ritorno e che si sta prendendo una vacanza a casa della madre. E si scusa per non avermi avvisato di persona ma era una cosa abbastanza urgente, pensata su due piedi." Pronunciò sconcertato.
"E quindi? Non vedo il motivo di tanta preoccupazione."
"Non lo so... non mi convince... Roberto mi avviserebbe di persona per una cosa del genere."
"Beh dopo tutta questa serie di eventi assurdi, ha sentito il bisogno di staccare un po' e ha seguito il suo cuore per un momento."
"Seguito il suo cuore?" domandò. "Sì, non lo fai anche tu del resto?" lo interrogò. In effetti era vero, pensò.
"Ha ragione. Anche io vorrei una pausa da tutto... considerando l'ultimatum di mio fratello." Ripetette.
Miguel poi ripensò a quello che Nicolas gli aveva raccontato la sera prima di addormentarsi e dopo che avevano fatto l'amore.
"Comunque, devo andare." Disse il riccio alzandosi dal letto e rivestendosi abbastanza velocemente lasciandolo solo ai suoi pensieri.


Diana aveva in pugno il cellulare di Roberto e lo guardava divertita come lui le inveiva contro supplicandola di smettere.
"Ora chi possiamo contattare, vediamo... oh. Eccola. Mamma."
"NON TI PERMETTERE, GRANDISSIMA PUTTANA!" le urlò contro mentre lei esplodeva in una fragorosa risata da psicopatica.
"E invece sì. Quel cretino di mio cugino ora è talmente assuefatto di amore che crederà a chiunque, soprattutto alla donna del suo fedelissimo cane."
"Io ti giuro che se farai qualcosa a mia madre, ti ucciderò con le mie stesse mani." Minacciò mentre era legato alle catene che lo tenevano appeso per le braccia. "Allora tu non costringermi a farle qualcosa." Concluse semplicemente avviando una chiamata.
"Pronto?"
"Salve, signora. Sono un'amica di suo figlio, Roberto."
"Oh salve... è successo qualcosa al mio Robertiño?"
"Si si, tutto bene, ora glielo passo. Volevo solo sapere se per lei fosse un problema se proponessi a suo figlio di venire in vacanza per un paio di giorni da me, ci siamo conosciuti da un po' ma essendo sempre sommerso dal lavoro non ho trascorso molto tempo con lui. Il suo capo gli ha dato delle ferie perciò volevo approfittare della cosa... spero per lei non sia un problema."
"Ma no, cara, non è assolutamente un problema, anzi... sei stata gentilissima a chiamarmi e a chiedermelo, spero che tu e Robertiño andiate d'accordo."
"Mi creda, ci divertiremo come non mai. Ah e un ultimo favore, nel caso il signor Serrano la dovesse chiamare... può coprirci e dire che nel caso sta a casa sua? Sa, è un po' severo il capo e non vuole che si diverta troppo con la sua nuova ragazza..."
"Ma certo cara, non ti preoccupare proprio, sarò una tomba. Piuttosto lui dov'è?"
"Ora glielo passo." Rispose mettendo il vivavoce e guardando Roberto con uno sguardo sadico, mentre lui aveva gli occhi gonfi per le lacrime ed il dolore del corpo martorizzato dalle torture di lei.
"Mamma." La salutò cercando di non far tremare la voce. "Robertiño!" esclamò lei contenta. "Hai conosciuto una ragazza? Sono contentissima."
"Sì..." disse lui fulminando con lo sguardo lei mentre si sistemava una ciocca castana dietro l'orecchio. La madre iniziò a parlare e la donna fece cenno di tagliare corto.
"Mamma. Ti voglio bene, lo sai?"
"Sì che lo so. Robertiño caro, ma... che succede? Ti sento un po' strano." Si allarmò lei. "Nulla, sappi solo che ti voglio bene okay?" disse trattenendo un singhiozzo all'ultimo.
"Okay adesso dobbiamo andare proprio, l'aereo sta per partire arrivederci." E attaccò lei.
"Sei un mostro." Dichiarò lui sentendosi il cuore dilaniato per aver mentito a sua madre, avvertendo tutto il tempo un senso di pericolo. Lei fece semplicemente spallucce e non se ne importò, andò vicino al terrario che aprì, accarezzò il suo serpente e poi se ne uscì dalla camera, lasciandolo lì, da solo il ragazzo, appeso con una catena dal soffitto all'in piedi.

TiltDove le storie prendono vita. Scoprilo ora