FINALE
7
Il mattino seguente tutti i capi mafia furono convocati nella grande sala riunioni di casa Serrano, e l'ultimo ad entrare fu proprio il signor Serrano, il membro più giovane che si sedette a capotavola, dopo una manciata di secondi di insicurezza e indecisione, assaggiò quella che era sempre stata la posizione di suo padre.
"Buongiorno a tutti voi." Aprì il consiglio, con un'aria sicura e gelida.
"Miguel, vogliamo porre le nostre più sentite condoglianze." Disse una donna anziana. "Grazie."
"Mi spiace per la tua perdita." Aggiunse un altro e così fecero eco tutti i membri.
"Grazie a tutti voi, ma credo sia ora di iniziare la riunione." Consigliò lui aprendo il dibattito che andò avanti per una manciata di minuti.
"Noi avevamo un'accordo con la famiglia principale, saremmo pronti per siglarlo, se hai preparato già i documenti." Disse uno.
"Credo sia più opportuno rimandare queste firme a dopo i funerali del signor Alvaro, per rispetto a lui e alla sua famiglia." Disse un membro della famiglia cinese.
"Temo che questa consegna non può aspettare, anche perché il lotto sta per arrivare." Insistette.
"Capisco l'urgenza ma non mi sembra il caso." Disse la donna. "Beh. Se Miguel qui è impegnato, credo sia giusto che se ne occupi il signor Alvaro Serrano." Propose iniziando a ottenere diversi consensi.
Quella proposta fece ribollire il sangue a Miguel, il quale non si scompose minimamente neanche nei toni.
"Vorreste scomodare mio zio per una cosa così piccola? Non credo sia necessario." Commentò serafico mettendo al suo posto il suo interlocutore.
"Non è così semplice, Miguel Àngel , la nostra parte ha già discusso con loro un bel po' di volte senza ottenere risultati. Credo che abbia ragione e dobbiamo sfruttare una persona che ha senza dubbio più esperienza di te, come Alvaro." Insistette il tizio di fronte.
Miguel spalancò le braccia mantenendosi con le mani sul tavolo.
"È questo che volete? Che se ne occupi mio zio?" domandò.
"Sì beh, mentre la famiglia principale si occupa di tutta questa questione, sarebbe meglio che momentaneamente la sottofamiglia prenda il controllo degli affari esterni. Come da supporto, non credete?" domandò in tono minaccioso a quelli che lo circondavano.
Le risposte erano le più diverse, e Miguel cercò di tenere a bada la calma alzandosi per guardare il paesaggio.
"Devi restituire l'anello, Miguel Àngel e lasciare la questione a quelli più grandi ed esperti di te." Disse il suo interlocutore che lo stava umiliando pubblicamente davanti a tutti. Sapeva che lui aveva accorti stretti con suo zio e che in segreto alla famiglia stava lavorano con loro.
Miguel cacciò la pistola da dietro la schiena e con un colpo dritto alla fronte sparò ai due facendo sobbalzare tutti che gridarono spaventati.
Si riavvicinò al tavolo e prese a sedersi.
"Qualcun altro non mi reputa all'altezza del compito e vuole dirmi come svolgere il mio lavoro?" domandò con molta passivo aggressività, senza ottenere una risposta in ricambio.
Erano in tanti, ma la prima auto che entrò nella tenuta era quella di Alvaro e la figlia Diana.
Adrian lo stava attendendo di fronte l'ingresso principale, con tutte le altre guardie.
"Alvaro, cosa la porta qui?"
"Voglio osservare l'ultimo saluto a mio fratello, per rendergli omaggio." Mentì.
"Sono rammaricato e dispiaciuto, ma non ho ricevuto alcun ordine dal Signor Serrano di farla entrare. La prego di scusarmi e di tornare indietro. Buona giornata." Disse con un sorriso ingannevole.
"Fai il cesso e sta al tuo posto guardia!" ordinò Diana. Adrian non le degnò neanche di uno sguardo. "Credo che sia opportuna la vostra ritirata a casa, magari sarà per un altro giorno." Consigliò caldamente Adrian.
"Altrimenti?" sfidò Alvaro.
"Alvaro, non mi metta in difficoltà, la sto pregando gentilmente di lasciare la tenuta."
Alvaro cacciò la pistola e gliela puntò contro. Adrian rise soddisfatto e con molta calma puntò la sua e così tutte le guardie del corpo dietro di lui.
"Avremo un problema se continua così." Lo avvisò con un tono più serio.
Il padre di Diana ghignò e aprì il fuoco. In pochi secondi il caos più totale, le guardie della sottofamiglia si sdoppiarono cogliendo alla sprovvista quelle della famiglia principale. Adrian si rialzò in piedi e ne fece fuori cinque con la mira di un cecchino.
Prese il walkie-talkie e avvisò della sparatoria imminente, mentre provava ad uccidere quell'osso duro di Alvaro, il quale si era nascosto dietro delle mura e slittava da una parte all'altra schivando i proiettili di tutti.
Adrian provò a sparare a Diana, la quale riuscì ad entrare all'interno con un fucile d'assalto. Concentrato su di lei, prese due colpi sul corpo. Quando mise a fuoco vide Alvaro che stava camminando verso di lui con la pistola puntata contro.
Provò a sparargli ma il secondo fratello lo anticipò e lo colpì sulla spalla facendogli perdere l'arma e scivolare per terra con la schiena sul muro, lasciando una strisciata di sangue.
Adrian guardò Alvaro disgustato e sputò per terra. Il capo famiglia passò oltre ed entrò dentro la tenuta anche lui.
La guardia del corpo, con il braccio tremolante, il respiro affannato e le forze che gli mancavano via via sempre più rapidamente prese il cellulare.
"Miguel... Àngel ." Sbiasciò poi si corresse. "Mi scusi... signor Serrano... mi dispiace... ho fallito... sono riusciti ad entrare... stia... stia attento..." balbettò.
"Adrian, dove sei? Mando dei soccorsi a prenderti..."
"È tardi, signor Serrano..."
Miguel sospirò con rabbia. "Adrian. Grazie per i tuoi servigi alla
nostra famiglia. Spero ti poterti incontrare in un'altra vita." Parlò il nuovo capo.
"Lo spero... anche... io..." tossì e sputò un fiotto di sangue e poi attaccò.
Compose un altro numero, ma sentì attaccare. Con le palpebre calanti ed un ondata di calore improvvisa lo colse in pieno. Aprì la segreteria e lasciò un messaggio.
"Dolores... mi dispiace se sono stato poco... presente... nella nostra vita... ma sappi che io... ti amo e..." tossì compulsivamente sentendo che ad ogni ansimo stava perdendo sempre più vitalità. "...e che ti ho sempre... amata. Dolores mia, mi amor, mi vela en la oscuridad, te amo siempre y para siempre, tanto aquí como en otro mundo." Recitò tutto d'un fiato prima di chiudere il messaggio.
Gemette provando a mettersi diritto per respirare meglio in quegli ultimi minuti che gli erano rimasti.
Frugò nella tasca della giacca con la mano tremolante e cacciò un pacchetto di sigarette. Ne afferrò una con le labbra e provò ad accenderla ma invano. Si innervosì così tanto che quasi iniziò a piangere per la desolazione di morire da solo, in mezzo a quei cadaveri di altre guardie del corpo sue allieve e quelle della famiglia secondaria.
All'improvviso una fiamma sotto al suo naso e alzò lo sguardo. Aveva uno sguardo angelico e gli mise una mano sulla spalla e gli disse che gli avrebbe tenuto compagnia. Adrian sorrise e consumò le ultime parole con quell'angelo, addormentandosi lentamente in una morte agonizzante e dolorosa, ma ringraziava Dio che non lo avesse lasciato completamente da solo.
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Tilt
ChickLitMiguel Àngel è il figlio di una famiglia mafiosa. Nicolas è un giovane ragazzo che lavora in un diner. Una sera Miguel viene inseguito dai suoi rivali che lo vogliono uccidere, Nicolas assiste alla scena e sebbene all'inizio sembra restio nell'aiuta...