4. Il più grande errore

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“ Ogni falsità è una maschera, e per quanto la maschera sia ben fatta, si arriva sempre, con un po’ di attenzione, a distinguerla dal volto

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“ Ogni falsità è una maschera, e per quanto la maschera sia ben fatta, si arriva sempre, con un po’ di attenzione,
a distinguerla dal volto. ”

A l e x a n d r e   D u m a s

CAPITOLO 4.

L'errore più grande che qualcuno possa fare è darmi un minimo di attenzioni. A quel punto, è la fine. Rischierei di innamorarmi e soprattutto mi trasformerei in una stalker professionista.

E l'altra sera Ray mi ha dato più attenzioni del solito. Vorrei sbattere la faccia contro il muro, non me lo levo dalla testa. In più, Darla non vuole saperne di prendermi a pugni, nonostante l'abbia implorata di farlo. Dice che non si risolverebbe nulla, anzi, la situazione peggiorerebbe dato che il mio naso non si è ancora ripreso del tutto.

Ormai vedo la sua iniziale ovunque; in "righello", ad esempio. Ed è straziante. Cosa posso fare per non pensarlo più? Vorrei avere la soluzione sotto agli occhi.

«In questi giorni ti vedo distratta, Joe. Va tutto bene?» domanda Darla, riportandomi alla realtà.

Ci troviamo nel cortile della scuola, la campanella deve ancora suonare, perciò posso concedermi qualche minuto per prepararmi psicologicamente a due ore consecutive di matematica. «È tutto okay» boccheggio. «Come ti sembra mio fratello?» tento di deviare il discorso. Non posso dirle che mi piace Ray, non sono un tipo che si innamora. I sentimenti non fanno per me.

Mostra uno dei suoi sorrisi più sinceri. «È perfetto. Non sono mai uscita con un ragazzo così divertente e romantico.» Poi ci sono io che non sono mai uscita con un ragazzo in generale. Ad ogni modo, sentire questa frase mi crea una sorta di acido. Stanno uscendo insieme da un bel po', sembra surreale sentir parlare Darla in questa maniera di Max.

«Sono felice per te» esclamo. Ma non per molto. Conosco mio fratello, non riesce a prendere seriamente le relazioni. Spero questa sia la volta buona, almeno.

Si morde il labbro. «Grazie! Tu stai con Ray, invece?» domanda.
Spalanco le palpebre. «Cosa? No» emetto una specie di sbuffo. «Certo che no, come ti salta in mente?» Sono pessima a recitare, me ne rendo conto.

Prima che possa rispondere, trasaliamo nel sentire una voce maschile urlare: «attenzione.»
Ci guardiamo confuse, non capendo a cosa si riferisca e soprattutto da dove proviene il grido.
Alla fine, mi stringo nelle spalle, evitando di darci troppo peso.

Ma ecco che mi arriva una pallonata in testa.
Grandioso. Da questa scuola ne uscirò senza ossa, invece che diplomata.
Il ragazzo corre a recuperare il pallone, senza neppure chiedermi come sto.
Voglio tornare a Chicago, non ne posso più. «Joe» mormora Darla. «Ti sei fatta male?»

«Credo mi si sia spostato il cervello» rispondo. Insieme a lui, anche i miei pensieri. La mia mente, d'un tratto, trova il Professor Backer più figo del solito. È in piedi, vicino l'entrata della scuola, con una sigaretta in mano. Immagino si stia facendo gli affari suoi, altrimenti sarebbe stato il primo a ridere nel vedermi.
Oggi ha una camicia cinerea, sotto lo scuro gilet di stoffa, i pantaloni e le scarpe hanno più o meno la stessa tonalità.

ʙᴏʀɴ ᴛᴏᴏ ʟᴀᴛᴇ - A forbidden love storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora