“ Più un amore è grande, più grande sarà la tragedia quando finisce. ”
N i c h o l a s S p a r k s
CAPITOLO 34.
Avete presente quando succede un qualcosa di tragico e per confortarvi utilizzate la frase: "Non potrebbe andare peggio di così"? Puntualmente, la situazione peggiora.
Ecco. È quel che mi è appena successo.
Mio padre, a quanto pare, ha cambiato idea. Vuole che tratti Ates come fosse solo ed esclusivamente il mio professore. Niente di più e niente di meno. Secondo lui, così facendo, avrò meno compassione quando mi toccherà uccidere sua figlia.In caso dovesse venire a sapere che ho trascorso del tempo in compagnia di Ates, prenderà dei provvedimenti. Non mi ha detto in cosa consistono, però.
Lo sto evitando da tre giorni. Me la cavo bene. Parliamo solo a scuola, per cinque minuti. Gli argomenti variano da compiti in classe a domande sulla sua materia. Partecipo a tutte le sue lezioni, solo per vederlo e sentire la sua voce.
Quando noto che vorrebbe parlarmi, mi volto, cambio corridoio, inizio subito un discorso con qualcun altro.Non posso riferire nulla ad Ates, sarebbe troppo rischioso, mio padre mi ha avvisata. E poi non voglio dargli una preoccupazione così grande.
Questa sera a scuola ci sarà una festa. La nostra squadra di pallavolo ha vinto contro quelle di vari istituti, dunque hanno organizzato un ballo.
Avrei fatto meglio a non presentarmi, perché sono invitati anche i professori, ma Tecla e Darla hanno insistito parecchio.
È difficile tenermi alla larga da Ates, e questo è solo il terzo giorno. Il mio cuore non riuscirà a reggere per molto, sono certa che potrebbe esplodere anche in questo preciso istante.Osservo l'anello al dito, quello che mi ha regalato lui. Lo guardo con malinconia. Mi sono messa nei guai. Forse, se fossi rimasta alla larga da Ates, non mi troverei in questo dannato casino. Non mi toccherebbe uccidere nessuno e non soffrirei così tanto.
Una mano si poggia sulla mia spalla. «Cos'hai, Joelie?» domanda Tecla, con un velo di preoccupazione.
Faccio un respiro profondo e mi costringo a sorridere. «Niente. Va tutto bene, mi fa solo un po' male la testa» mento.
Darla apre la cerniera della sua borsa. «Aspetta, dovrei avere una medicina...»
«No, tranquilla. L'ho presa poco fa, aspetto faccia effetto» rispondo.«D'accordo. Sarà meglio entrare, fa freddo qui» dice poi, rabbrividendo e accarezzandosi le braccia nude.
Indossa un abito blu, le arriva fino alle ginocchia e mette in risalto i suoi occhi e gli scuri capelli.
La borsa è nera, mentre bianco è lo smalto sulle unghie ricostruite.
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ʙᴏʀɴ ᴛᴏᴏ ʟᴀᴛᴇ - A forbidden love story
ChickLit«Allora spero Lei non sia un insegnante, perché è l'ultimo a poter parlare di educazione.» Trattiene un sorriso. «La speranza è l'ultima a morire, no?» Che vuol dire? Non può lasciarmi così, nel mistero. Eppure se ne va, con testa alta e spalle larg...