22. Incontro scuola-famiglia

1.4K 45 46
                                    

“ Se tu fossi una lacrima, io non piangerei per paura di perderti

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Se tu fossi una lacrima, io non piangerei per paura di perderti.

J i m M o r r i s o n

CAPITOLO 22.

Stringo forte il libro contro il mio petto. Ates, in camicia, giacca e pantaloni neri, sta parlando col Preside; non so bene di cosa, ma dalle loro espressioni divertite e serene, suppongo non si tratti di scuola.

Trattengo il fiato, quando mi passa accanto. Si accorge di me, abbozza un sorriso e mi indirizza un fugace occhiolino. Sto andando in fiamme.

Lo seguo con lo sguardo finché non svolta nell'altro corridoio. Non abbiamo più parlato di quel che è successo l'altra sera, anche perché lui aveva bevuto qualche bicchiere di troppo, dubito si ricordi.

Dallo sgabuzzino, vedo uscire Darla, con in mano scopa e paletta. Aggrotto la fronte, confusa. Ma ho deciso di non parlarle, dunque non farò domande.
Cammina nella mia direzione, e sospira. «Come stai, Joelie?» chiede.

Serro le labbra, in modo da farle intuire che la sua presenza è alquanto sgradevole, al momento.
Poggia la scopa al muro. «Se Beckër è qui è perché sono andata a parlare di nuovo al Preside Brown. Ho convinto anche Zack a confessare, altrimenti non si sarebbe risolto nulla. Per via delle balle che abbiamo raccontato, ci toccherà pulire la scuola, al posto dei bidelli, per due mesi» dice.

Metto il libro nell'armadietto, lo chiudo e incrocio le braccia sotto al seno. «Okay» bofonchio.
Corruga le sopracciglia. «Hai solo questo da dire?» domanda.

«Cosa pretendi? Un abbraccio? Che d'improvviso torniamo amiche? Ti sbagli di grosso. Stai rimediando all'errore commesso con Ates, non a quello con me. Torni da me soltanto ora che Yasmin e Tessa non hanno più bisogno di te, non hai un minimo di buonsenso. Scusami, ma di gente falsa ne ho le palle piene» sbotto.

La mia ingenuità ha un limite, ed è momento che Darla e tutti gli altri lo capiscano. Sono stanca di farmi mettere i piedi in testa, terrò sempre gli occhi aperti, d'ora in avanti. Anche se devo ancora ben capire come si fa.

Alza le sopracciglia, come fosse stupita. Dopodiché, riprende la scopa, afferra meglio la paletta ed entra nella prima aula che le capita di fronte.
«Hai visto quant'è figo oggi il Professor Beckër?» sento mormorare dalle voci dietro di me.
«Sì! So che ha una figlia; fortunata la donna che ne era incinta...» risponde l'altra.

Bene, devo solo fare un bel respiro. Le scenate di gelosia sono proibite, altrimenti salterebbe fuori tutta la copertura. E poi, io e Ates non siamo ancora niente. Cioè, siamo qualcosa ma non ne abbiamo parlato.
Il mio cuore fa le capriole, ogni volta in cui penso a lui come "il mio ragazzo" o, meglio ancora, "il mio fidanzato." Mi piacerebbe tanto poterlo definire così.

ʙᴏʀɴ ᴛᴏᴏ ʟᴀᴛᴇ - A forbidden love storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora