25. Sto soffrendo così tanto da non sentirmi più viva

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“ Quando siamo colpiti senza ragione, dovremmo colpire a nostra volta per insegnare a chi ci colpisce a non farlo mai più

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Quando siamo colpiti senza ragione, dovremmo colpire a nostra volta per insegnare a chi ci colpisce a non farlo mai più.

C h a r l o t t e   B r o n t ë

CAPITOLO 25.

Mi sento in forma, stamattina. D'accordo, non chissà quanto, ma la testa non mi fa più male. Non vado a scuola da due giorni, è il caso di recuperare il tempo perso. Ates mi manca da morire.

Il giorno in cui è stato a casa mia, è andato via prima che tornasse Max. Io, però, stavo dormendo, e non ho potuto salutarlo. Spero prima di andarsene mi abbia lasciato un bacio sulla fronte. Sarebbe carino, da parte sua.
Mi ha telefonato più volte, per chiedermi come stessi. E poi ci perdevamo in altri discorsi, probabilmente futili, ma lo facevamo, a mio parere, per sentire l'uno la voce dell'altra.

Da quando l'orario di lavoro di mio fratello è cambiato, io sono costretta ad andare a scuola a piedi. Dunque, devo svegliarmi prima. Potrebbe essere piacevole camminare per queste vie, se non ci fosse così freddo.
Ho avuto il buon senso di vestirmi in maniera pesante, non vorrei mai tornare a sentirmi come l'ultima volta. Anche se, a costo di avere tutte quelle attenzioni da Ates, lo rifarei.

In lontananza, avvisto qualcuno correre verso la mia direzione.
È un ladro che fugge dal derubato? È un derubato che insegue un ladro? È un ragazzo che fa jogging? È un maniaco?

Ah, no.
È semplicemente Ray.
Purtroppo.

Si ferma, piegando le gambe e poggiando le mani sulle ginocchia, col fiatone. «Joe» ansima. «C'è una cosa che devo dirti» continua.

Incrocio le braccia al petto e alzo un sopracciglio. Non ho intenzione di parlare con lui, deve soltanto farmi passare. Blocca tutto lo strettissimo marciapiede.
Sbuffa. «D'accordo, non parlare, se preferisci. Ma devi sapere una cosa importantissima, l'ho appena scoperta. Ecco perché sono qua.»

«Se dovessi scegliere fra ascoltare te o ripetere tutti gli anni di scuola da capo, be'... opterei per la seconda.» Okay, può sembrare esagerato, anche perché non vedo l'ora di terminare gli studi. E sono stupita da me stessa nell'aver detto una frase del genere. Ma questo ed altro, pur di sbarazzarmi di un bifolco come Ray.

Faccio un passo avanti, distogliendo lo sguardo per posarlo sulla strada.
Lui si fa da parte. «Si tratta di Ates Beckër» dice.
Fingo di non aver sentito, e proseguo, nonostante le mie orecchie abbiano fischiato. 
«Chiedigli di John Lagers. Nomina la parola "vendetta"» continua.
Sbuffo, roteando gli occhi al cielo. Sto per replicare, voltandomi di nuovo verso di lui.
Sorride sghembo. «Chiedigli di David Green» mormora.

ʙᴏʀɴ ᴛᴏᴏ ʟᴀᴛᴇ - A forbidden love storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora